24 Aprile 2024

Medicina, primo stop al numero chiuso. Arriva l'ok al testo base in Senato

L'iscrizione sarà aperta a tutti, la selezione scatterà solo dal secondo semestre. Il ministro Bernini: "Siamo sulla buona strada". Anaao protesta: "Cecità politica ormai cronica". I dubbi di Fnomceo

Di Pa.Al.
Foto di Nikolay Georgiev

Cambiano le modalità di accesso ai corsi di laurea in Medicina e Chirurgia, in Odontoiatria e protesi dentaria e in Medicina veterinaria: il comitato ristretto della commissione Istruzione del Senato ha adottato il testo base per il superamento dell’attuale sistema che prevede i test d’ingresso per l’iscrizione a Medicina. Tradotto: stop al numero chiuso. Una notizia che fa sobbalzare il sindacato dei medici Anaao-Assomed che, con il segretario nazionale Pierino Di Silverio, parla subito di "cecità politica".

Il testo unificato (sono tre articoli in tutto) in sostanza delega il governo ad adottare entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della legge, uno o più decreti legislativi per la revisione delle modalità di accesso ai corsi di laurea. In base all’articolo 2, che poi è il cuore del provvedimento, l’iscrizione al primo semestre è libera, mentre l’ammissione al secondo semestre è "subordinata al conseguimento di tutti i crediti formativi universitari (CFU) stabiliti per gli esami di profitto del primo semestre svolti secondo standard uniformi nonché alla collocazione in posizione utile nella graduatoria di merito nazionale".
Il governo, come si legge nell’articolato, è delegato, poi, oltre a individuare "in coerenza con il fabbisogno di professionisti determinato dal Ssn le
modalità per rendere sostenibile il numero complessivo di iscrizioni al secondo semestre dei corsi di studio”, anche attraverso "il potenziamento delle capacità ricettive delle università, nel rispetto di standard innovativi relativi alla qualità della formazione", anche a "introdurre un sistema di monitoraggio dei fabbisogni del personale del Ssn, in collaborazione con il ministero della Salute, al fine di intervenire a sostegno degli ambiti di specializzazione in cui si registrano le eventuali carenze".

"Trasparenza, equità, merito: è su questi principi che il governo ed il Mur vogliono riformare l'accesso a Medicina, combinando le legittime aspirazioni degli studenti alle necessità del sistema sanitario", sono state le parole che la ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, ha affidato a un post su X. "Sappiamo che nei prossimi anni potremo formare almeno 30mila futuri nuovi medici, ai quali dobbiamo garantire una preparazione di qualità, attenta soprattutto alle opportunità che le nuove tecnologie offrono in campo medico - ha continuato -. Stiamo lavorando ad una riforma strutturata che superi il numero chiuso e punti all’eccellenza formativa e alla valorizzazione delle competenze. Siamo sulla buona strada".

Di tutt’altro avviso il presidente Fnomceo (Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri), Filippo Anelli: "Restiamo fermamente contrari all’abolizione del numero programmato a Medicina. Per questo apprezziamo l’intenzione del legislatore di correlare il numero degli studenti ai fabbisogni di professionisti e al numero delle borse di specializzazione. Nutriamo tuttavia perplessità sulle modalità di attuazione, che auspichiamo siano presto chiarite". Toni molto più accesi invece quelli del sindacato Anaao-Assomed: "Lo stop al numero programmato a Medicina dimostra ancora una volta che la cecità politica si sta ormai cronicizzando", ha commentato Di Silverio. "Abolire il numero programmato – ha proseguito - è una soluzione miope e sintomo di assoluta mancanza di visione futura o peggio di una visione futura che porterà a una nuova pletora medica che favorirà manodopera privata a basso costo. Tutto questo in netto contrasto con le dichiarazioni del presidente del Consiglio dei ministri e del ministro della Salute sulla difesa del Ssn".
“In Italia esiste il numero programmato e invece di investire in programmazione si aprono le porte a 70.000 giovanissimi studenti, confondendo il diritto allo studio con il diritto all’iscrizione alla facoltà. Ma non resteremo in silenzio. Chiameremo a raccolta tutti gli studenti e gli specializzandi, tutta la categoria, promuovendo raccolta firme e manifestazioni in tutta Italia affinché tutti abbiano la consapevolezza che questo è il colpo di grazia alla formazione medica, alla professione e soprattutto al sistema di cure pubblico".

Interpretazione che non convince il senatore FdI Franco Zaffini, presidente della commissione Salute di Palazzo Madama che ha subito puntualizzato: "Il testo proposto non prevede l’abolizione del numero programmato, che resta tale e resta esattamente come è, frutto di una programmazione che vede impegnati il Ministero dell’Università con la Crui e il Ministero della Salute con la conferenza Stato-regioni". Viene “invece abolito il test d’ingresso, cioè il famoso e il famigerato TOLC, viene cioè cancellata una valutazione estemporanea, improvvisata, frutto di fortuna e si introduce un semestre di valutazione sui risultati di percorsi formativi che saranno esplicitati nell’assorbimento della delega da parte del governo".

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Il testo base

 

 

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