29 Marzo 2023

Cure fai da te, luci e ombre di un trend in aumento

Secondo Aifa nel 2021, 2,6 mld sono stati spesi per farmaci di automedicazione. Assosalute-Federchimica stima una crescita di fatturato. Venesia (Fimmg) a Nursind Sanità: "Attenzione però ai rischi per la salute". I consigli dell'esperto

Di Stefano Iannaccone

Un aumento di cure fai-da-te da parte degli italiani, che sempre in più occasioni preferiscono acquistare un farmaco, disponibile senza ricetta, e assumerlo contro disturbi di varia natura. E così capita spesso con un antipiretico per raffreddore o mal di testa, oppure con un anti-infiammatorio per mal di schiena o  mal di denti. Abitudini e comportamenti sui quali senza dubbio gli anni del Covid hanno pesato. L’esplosione del fenomeno è infatti arrivata proprio con la pandemia, quando la spesa per i farmaci di automedicazione era intorno ai 2,5 miliardi di euro. Il pericolo, però, è quello di eccedere sia nel prendere i medicinali che nell’affidarsi troppo alle proprie sensazioni.

La tendenza è stata confermata dai numeri raccolti dall’Aifa, nel rapporto Osmed, che ogni anno monitora la situazione. Nel 2021, ultimo dato di riferimento, 2,6 miliardi di euro sono stati spesi per l’acquisto farmaci di automedicazione, "comprensivi di quelli erogati negli esercizi commerciali", rileva l’Agenzia, molto spesso nei corner dei supermercati. Si tratta di due categorie: gli Over the counter (Otc) e Senza obbligo di prescrizione (Sop). La fetta maggiore è quella riguardante gli Otc, comunemente definiti 'da banco'. Nel dettaglio "le benzodiazepine, contraccettivi e farmaci utilizzati nella disfunzione erettile si confermano le categorie a maggiore spesa", viene riferito ancora dal corposo studio. Inoltre, si legge nel dossier, "considerando solo i farmaci di automedicazione, i primi principi attivi per la spesa sono diclofenac, ibuprofene e paracetamolo". Insomma, contro i fastidi più semplici non si chiama il medico per la prescrizione. La stima per il 2022 prevede un ulteriore incremento. Stando alle valutazioni di Assosalute-Federchimica, ci sarà un aumento consistente sia in termini di fatturato, +19%, sia per quanto riguarda i volumi, +15,9%.

Dunque, il movimento economico dovrebbe ammontare a 2,9 miliardi di euro, sfiorando il tetto dei 3 miliardi, con 287 milioni di confezioni vendute. Un balzo significativo, che da un lato viene percepito con una certa preoccupazione, per possibili abusi, ma dall’altro non va affatto demonizzato. "L’automedicazione non è solo un fai-da-te in negativo", spiega a Nursind Sanità Roberto Venesia, medico e responsabile della politica del farmaco della Federazione italiana medici di medicina generale (Fimmg). Secondo l’esperto è un’occasione "per prendersi cura della propria salute, senza per forza consultare il medico per avere delle informazioni di base". Basta, dunque, confrontarsi con un farmacista per sapere come prendere il farmaco.

C’è comunque un paletto fissato da tutti gli esperti: bisogna avere a che fare con problemi lievi e passeggeri. "Ed è un bene che il medico - evidenzia Venesia - sia sempre avvertito dell'assunzione di determinati medicinali. Molte volte c'è chi prende ibuprofene o paracetamolo e questo va riferito, soprattutto in presenza di prescrizione di eventuali nuovi farmaci durante una terapia".  

Va da sé che gli operatori del settore siano soddisfatti per come stanno andando le cose. "I risultati del 2022 confermano quanto il comparto dei farmaci di automedicazione sostenga efficacemente nella realtà quotidiana la salute delle persone”, osserva il presidente di Federchimica Assosalute, Salvatore Butti. "Questo ruolo di primaria importanza - sottolinea -  andrebbe meglio riconosciuto anche in vista di una più generale revisione della governance farmaceutica nazionale".

Tuttavia, viene lanciato un appello alla cautela, da parte della Fimmg: "L’assunzione dei farmaci non deve rappresentare un rischio per la salute, per questo è sempre opportuno rivolgersi al farmacista per delle informazioni”. C’è un indicatore importante per capire quando fermarsi: nessun farmaco di automedicazione può essere usato in via endovenosa o intramuscolare. Venesia mette in risalto un altro elemento: "Bisogna consultare il medico in caso di persistenza del problema, se dopo qualche giorno non ci sono miglioramenti è necessario stoppare la terapia. Perché l’automedicazione può avere un aspetto positivo se resta nell'ambito di questo perimetro".

I rischi di abusi non vanno dunque sottovalutati, soprattutto se possono sfociare in comportamenti scorretti. "Il pericolo è quello di acquistare farmaci sul web", insiste Venesia che tiene poi a precisare: "Non mi riferisco alle farmacie online, che sono fonti certe". Il farmaco è infatti per sua natura un prodotto tecnologico, importante per la salute della persona. Tirando lesomme, "non esiste un medicinale che fa sempre bene - conclude il medico -, esiste sempre un calcolo rischio-beneficio. Ma soprattutto l’automedicazione non deve essere legata all’autodiagnosi fatta con lettura sul web. In questi casi non si scherza con l'uso di un farmaco".

 

 

 

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