09 Luglio 2024

"Gli specializzandi del Ssn vanno pagati"

La pdl a prima firma Ricciardi (M5s) punta a riconoscere retribuzioni e tutele adeguate ai laureati delle discipline sanitarie non mediche. La deputata a Nursind Sanità: "Presto una proposta ad hoc anche per gli studenti infermieri"

Di Marta Tartarini
Foto di Nikolay Georgiev

Il lavoro va pagato. Parte da questo principio la proposta di legge, depositata nei giorni scorsi in commissione Affari Sociali della Camera, di Marianna Ricciardi, deputata del Movimento cinque stelle, che propone di riconoscere una retribuzione, e tutele adeguate, per la fase di formazione-lavoro dei laureati nelle discipline sanitarie non mediche. "Non è più accettabile - sottolinea la parlamentare - che gli specializzandi, come ad esempio i laureati in veterinaria, odontoiatria, fisica, chimica, biologia e psicologia non siano retribuiti in questo Paese". Resta poi il tema degli studenti, futuri infermieri, su cui la deputata - come ha anticipato a Nursind Sanità - sta studiando una proposta ad hoc.

Vediamo intanto chi sono gli specializzandi. "Si tratta di figure professionali - spiega - che hanno almeno 25 anni, hanno conseguito una laurea e ogni giorno operano nel nostro Servizio sanitario nazionale, senza dimenticare il loro cruciale contributo durante l'emergenza sanitaria da Covid".
Per loro, durante la frequenza dei corsi di specializzazione, non vi è neppure una tutela in materia di congedo parentale e maternità, anche se, osserva la deputata "parliamo di ragazzi che in questa fase della vita potrebbero pensare alla genitorialità".
Per Ricciardi questa situazione rappresenta, da un lato, "una vera e propria discriminazione" e, dall'altro, determina una "fuga in massa verso il settore privato o all'estero".

Per questi motivi, il testo vuole sanare "un grave vulnus nei diritti dei lavoratori". Lo fa integrando l’articolo 8 della legge 401 del 2000 dal titolo ‘Norme sull’organizzazione e sul personale del settore sanitario', prevedendo per tutti gli specializzandi di area sanitaria una retribuzione per tutta la durata del corso. Ad oggi, invece, è prevista solo per i laureati in medicina.
Sul tipo di retribuzione, Ricciardi spiega a Nursind Sanità che al momento non è quantificabile un importo preciso: "A mio avviso, il ministero della Salute, di concerto con il ministero dell’Università e della Ricerca e il Mef, sentiti gli ordini professionali di riferimento e le associazioni di categoria, dovrebbe calcolare il riconoscimento economico, tenendo conto di mansione, carico di responsabilità, grado di autonomia, costo della vita". Nel testo, comunque, si prevede (all'articolo 4) una copertura di 15 milioni di euro all'anno.
La deputata pentastellata, naturalmente, auspica che la proposta di legge "sia incardinata al più presto e sostenuta da tutti i gruppi parlamentari".

Tornando al testo, sottoscritto anche da altri pentastellati, l’articolato mette in evidenza proprio il lavoro svolto dagli specializzandi che "operano ogni giorno nel nostro servizio sanitario nazionale e hanno svolto anche ruoli di primo piano nella emergenza Covid". Inoltre, svolgono "una vera e propria attività lavorativa, che va a beneficio dell'ente presso cui svolgono il tirocinio". Motivo per cui, si legge ancora, "la formazione ricevuta non può essere ritenuta sufficiente e giustificare la mancanza di un sostegno economico". Tanto più che la stessa frequenza alla scuola specializzazione richiede un "ingente esborso economico".
Ma come dovrebbe funzionare questo riconoscimento? Intanto, spiega l'articolo 1 della proposta di legge, dovrebbe essere corrisposto mensilmente dalle università in cui operano gli specializzandi. Si prevede una parte fissa e una variabile che "non può eccedere il 15% di quella fissa". Poi, come precisa l'articolo 2, vanno riconosciute anche le tutele di maternità e paternità. 


La parlamentare, come già detto, pensa poi a un prossimo intervento legislativo mirato all'area infermieristica. "Vorrei presentare - anticipa Ricciardi - una proposta anche per introdurre una retribuzione per chi studia per diventare infermiere. In questo caso parliamo di studenti che frequentano il corso triennale e che, vista la carenza di personale, sono spesso impiegati nei turni negli ospedali". Per loro, la deputata pentastellata vorrebbe che fosse riconosciuta una indennità, "almeno per i turni notturni e nei festivi". Ma proprio in vista della stesura del provvedimento, Ricciardi  lancia un appello alle associazioni e ai sindacati di categoria per "lavorare insieme a un testo da sottoporre al Parlamento". 

 

  

La proposta di legge

 

 

 

 

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