Tamponi rapidi e sierologici solo in farmacia: la Consulta dà ragione al Governo

Per la Corte Costituzionale la scelta di escludere le parafarmacie, che non rientrano nel Servizio sanitario nazionale, non è irragionevole
di NS
La decisione di consentire soltanto alle farmacie, e non anche alle parafarmacie, di effettuare tamponi rapidi antigenici e test sierologici rientra nella sfera della discrezionalità legislativa e non è una scelta irragionevole.  E' quanto ha affermato la Corte costituzionale con la sentenza depositata oggi, redatta fal giudice Filippo Patroni Griffi, che dichiara cosìnon fondate le questioni sollevate dal Tar delle Marche sull'articolo 1 della legge di Bilancio 2021 che al comma 418 prevedeva che "i test mirati a rilevare la presenza di anticorpi IgG e IgM e i tamponi antigenici rapidi per la rilevazione di antigene Sars-CoV-2 possono essere eseguiti anche presso le farmacie aperte al pubblico dotate di spazi idonei sotto il profilo igienico-sanitario e atti a garantire la tutela della riservatezza".
Il Tar delle Marche aveva contestato l'illegittimità dell'esclusione delle parafarmacie in base all'articolo 3 ("Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale") e 41 ("L'iniziativa economica privata è libera") della Costituzione.
La Corte ha ritenuto invece che, nonostante in entrambe debba essere assicurata la presenza di farmacisti abilitati, tra le parafarmacie (che sono esercizi commerciali) e le farmacie (che rientrano nell'ambito del Servizio sanitario nazionale) permangono significative differenze che impediscono di affermare di essere davanti a identiche situazioni giuridiche, meritevoli di un medesimo trattamento normativo.
Per fronteggiare la diffusione del Covid-19, ricorda la Consulta, è stato necessario erogare sull'intero territorio nazionale nuovi servizi sanitari: la scelta di affidarli alle farmacie, e non anche alle parafarmacie, è fondata sull'inserimento delle farmacie nell'organizzazione del Ssn e quindi sulla loro abilitazione a trattare i dati sensibili raccolti e trasmetterli alle autorità sanitarie, attraverso i sistemi informativi e telematici già in uso. Tale scelta è stata reputata dalla Corte non irragionevole.
Permangono, in ogni caso, i dubbi in parte della comunità scientifica sull'utilità stessa dei test rapidi, a prescindere dal luogo in cui vengono effettuati, giudicati poco attendibili, e in particolare su quelli fai da te. Secondo il microbiologo Andrea Crisanti, in particolare, "bisognerebbe abolirli" perchè "non sono sensibili e molte persone non si autodenunciano accecando il sistema di monitoraggio. Facendo un danno alla società".