11 Luglio 2022

L'Italia si adegua: secondo booster raccomandato a over 60 e soggetti fragili

Di NS
L'Italia si adegua: secondo booster raccomandato a over 60 e soggetti fragili
Il ministero della Salute segue le indicazioni di Ema ed Ecdc: ok all'allargamento della platea per la quarta dose di vaccino anti-Covid

di NS

L'Italia si adegua alle indicazioni dell'Agenzia europea per i medicinali (Ema) e del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) e raccomanda la seconda dose booster di vaccino anti-Covid a tutte le persone sopra i sessanta anni di età. Il ministero della Salute, in una circolare, spiega che "preso atto del parere del Comitato tecnico scientifico di Aifa, analogo a quello di Ema e Ecdc, tenuto conto sia dell'attuale condizione di aumentata circolazione virale con ripresa della curva epidemica, associata ad aumento dell'occupazione di posti letto nelle aree mediche e, in minor misura, nelle terapie intensive, sia delle evidenze disponibili sulla efficacia della seconda dose di richiamo (il cosiddetto second booster) nel prevenire forme gravi di Covid-19 sostenute dalle varianti maggiormente circolanti, nel rispetto del principio di massima precauzione si raccomanda la somministrazione di una seconda dose di richiamo con vaccino a mRNA, nei dosaggi autorizzati per la dose booster purchè sia trascorso un intervallo minimo di almeno 120 giorni dalla prima dose di richiamo o dall'ultima infezione successiva al richiamo (data del test diagnostico positivo), a tutte le persone di età uguale o superiore a 60 anni".

Una seconda dose di richiamo, inoltre, spiega la nota congiunta del direttore della Prevenzione Giovanni Rezza, del dg Aifa Nicola Magrini, del presidente dell'Iss Silvio Brusaferro e del presidente del Cts Franco Locatelli, "è raccomandata alle persone con elevata fragilità motivata da patologie concomitanti o preesistenti di età superiore ai 12 anni, con vaccino a mRNA ai dosaggi autorizzati per la dose booster e per età, purchè sia trascorso un intervallo minimo di almeno 120 giorni dalla prima dose di richiamo o dall'ultima infezione successiva al richiamo (data del test diagnostico positivo)".

Si ribadisce, infine, "la priorità assoluta di mettere in massima protezione tutti i soggetti che non hanno ancora ricevuto nè il ciclo di vaccinazione primaria, nè la prima dose di richiamo (booster) e per i quali la stessa e già stata raccomandata".

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