12 Settembre 2022

Allarme sepsi: 50 milioni di pazienti e 11 milioni di morti nel mondo

Una tavola rotonda istituzionale punta sull'obiettivo di informare la popolazione circa le gravi infezioni batteriche del sangue. In Europa 150mila decessi l'anno. Siaarti: "Incidenza in aumento"

Di NS
Allarme sepsi: 50 milioni di pazienti e 11 milioni di morti nel mondo

La sepsi uccide quattro volte più del tumore del colon, cinque volte più dell’ictus e dieci volte più dell’infarto cardiaco. La sua mortalità può raggiungere il 70%, e la sua incidenza è in continuo aumento. Se non letale può lasciare danni, postumi fisici e psicologici a lungo termine, che necessitano di trattamenti cronici. Da 47 milioni a 50 milioni di persone ogni anno sviluppano la sepsi e di queste vi sono almeno 11 milioni di decessi. Sono i numeri allarmanti emersi da una tavola rotonda istituzionale, a Roma, che ha visto la partecipazione di rappresentanti delle società scientifiche e degli enti interessati con l’obiettivo di sensibilizzare la popolazione sull’importanza di una corretta informazione, aumentando la consapevolezza e la conoscenza che, insieme, possono rappresentare contributi determinanti nella lotta alla sepsi, la causa di morte più prevenibile a livello globale.

Le sepsi sono infezioni batteriche del sangue gravi associate a una percentuale di mortalità che può raggiungere il 40% dei pazienti ricoverati in terapia intensiva e sono responsabili di oltre 150mila morti ogni anno in Europa. Vengono causate da una risposta sregolata a un’infezione da parte del sistema immunitario che, invece di reagire contro i microorganismi invasori, attacca l’organismo stesso, danneggiando anche organi e tessuti che non sono sede dell’infezione primaria.

“La sepsi rappresenta una condizione clinica frequente, di difficile gestione e tempo-dipendente. L’incidenza è a tutt’oggi in continuo aumento - ha affermato Antonio Giarratano, presidente di Siaarti, Società italiana di anestesia analgesia rianimazione e terapia intensiva - occorre dunque implementare le conoscenze sulla gestione del paziente partendo proprio dalla popolazione stessa, arrivando poi agli operatori sanitari, prevedendo una formazione specifica sui nuovi strumenti a disposizione e sulle best practices, avvalendosi anche del prezioso supporto del comparto delle aziende private”. “Occorre far comprendere alla popolazione perché è importante una corretta informazione delle sepsi. Molto stesso siamo proprio noi i primi attori di una diagnosi precoce”, ha affermato invece Pierluigi Spada dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.

Con l’obiettivo di dare un ulteriore impulso nel nostro Paese alla lotta per la prevenzione e il contrasto della sepsi, Becton Dickinson, sponsor dell’iniziativa, ha lanciato una nuova campagna divulgativa sulla sepsi realizzando, insieme alle società scientifiche e alle Istituzioni, il policy brief “La Sepsi: quando le infezioni generano un impatto anche sulla medicina sociale” con l’obiettivo di offrire un’istantanea sull’infezione e su quanta strada c’è ancora da percorrere per garantire al cittadino la sicurezza di trovare una risposta concreta ed efficace da parte della sanità.

“Gli strumenti tecnologici che abbiamo a disposizione oggi offrono la possibilità di identificare il microrganismo nel più breve tempo possibile e dunque fornire una risposta rapida. Il PNRR giocherà un ruolo fondamentale per implementare la formazione specifica del personale e per la creazione di una vera e propria cultura della sepsi a livello territoriale che coinvolga tutti, a partire dalla popolazione tutta”, ha detto Stefania Stefani, presidente di Sim, Società Italiana di Microbiologia. Con la consapevolezza che la formazione e la sensibilizzazione della cittadinanza sulla sepsi giocano un ruolo di primo piano imprescindibile per le misure di prevenzione da porre in essere, ad accompagnare la campagna divulgativa di BD è stato realizzato un cortometraggio che vuole rappresentare, con poche e semplici immagini, l’importanza del tema e di quanto esso incida, ancora oggi, nella vita di ciascuno di noi.

Per la rapidità di risposta alla sepsi, centrale è anche il ruolo dei laboratori e della microbiologia, oggi sono disponibili metodiche di microbiologia rapida ("fast microbiology"), che accorciano notevolmente i tempi della diagnosi e che consentono di identificare i batteri ancor prima dell`esito dell`emocoltura, verificando se siano portatori di resistenza nei confronti degli antibiotici di maggiore impiego. Informazione, quest’ultima, estremamente preziosa perché, in attesa dellìantibiogramma, consente di definire la corretta e personalizzata terapia antibiotica, la cui precocità è determinante per la prognosi.

Proprio sulla rapidità di risposta alla sepsi, è intervenuto Pierangelo Clerici, presidente di Amcli, Associazione microbiologi clinici italiani: “La microbiologia riveste un ruolo fondamentale in tutto il processo di gestione della Sepsi, in particolare per quanto riguarda lo screening dei pazienti, la diagnosi e la terapia antibiotica. Oggi, tra le difficoltà che stiamo riscontrando, c’è quella legata alla carenza del personale e ciò determina un problema strutturale che non ci permette di fornire il servizio al meglio”. La prevenzione delle infezioni è fondamentale per limitare il rischio di sepsi, ed è altrettanto fondamentale aumentare la consapevolezza non solo del personale sanitario ma anche della popolazione dato che la gran parte dei casi ha origine comunitaria e può essere intercettata al domicilio dal paziente o al Pronto Soccorso.

“La corretta diagnosi della sepsi rappresenta una vera urgenza-emergenza nei laboratori - ha dichiarato la professoressa Daniela Pasero, Responsabile della Sezione "Infezione e Sepsi" del Board di Siaarti - Una diagnostica rapida dipende anche da una efficiente organizzazione del percorso terapeutico: ciascuna azienda ospedaliera deve avere un percorso strutturato e ben definito, con protocolli aggiornati e personale formato”.

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