Aids, Forza Italia ripresenta la legge per il contrasto e la prevenzione di Hiv e Hpv
Il deputato azzurro Mauro D'Attis recupera il testo bloccato nella scorsa legislatura e a Nursind Sanità dice: "I rilievi del Mef? Si possono superare". Intanto in Parlamento rinasce l'intergruppo

La Giornata mondiale contro l’Aids, che cade ogni anno il primo dicembre, assolve a una funzione importante: ci ricorda che il virus dell’Hiv è ancora tra noi e che, sebbene il dibattito pubblico sia ancora monopolizzato dal Covid, l’Aids resta una minaccia alla salute pubblica soprattutto se l’infezione da HIV non viene diagnosticata per tempo.
I numeri non sono più quelli degli anni ‘80 e ‘90 e oggi i nuovi farmaci antiretrovirali garantiscono sopravvivenza ai pazienti analoga al resto della popolazione, ma l’opera di prevenzione deve continuare in modo incessante. Ne è convinto il deputato di Forza Italia Mauro D’Attis, che ha ripresentato alla Camera un progetto di legge con misure volte a prevenire e contrastare l’Hiv, l’Aids, l’Hpv (Papilloma virus umano, ndr) e le altre infezioni e malattie a trasmissione sessuale.
Nella scorsa legislatura la legge era arrivata a un passo dall’approvazione in Aula, dopo il passaggio in commissione Affari sociali, ma il Mef aveva bloccato tutto con un parere negativo giunto in commissione Bilancio e la richiesta di chiarimenti.“La commissione Affari sociali l’ha incardinata e dopo alcune sedute di audizione, di discussione e approvazione di emendamenti il testo è stato approvato all’unanimità e inviato ai pareri delle altre commissioni di competenza - spiega D’Attis a Nursind Sanità -. In commissione Bilancio è arrivato il parere contrario del Mef non solo per mancanze di coperture, ma anche per il timore che alcune parti del testo potessero configurare la creazione di nuovi servizi e quindi costi aggiuntivi a carico del bilancio dello Stato. Abbiamo così iniziato un lavoro di approfondimento che si è interrotto perché è finita la legislatura. Adesso ripartiamo con un testo base che è quello approvato dalla Commissione”.
Uno degli obiettivi della legge è l’aggiornamento della disciplina in materia di prevenzione e di lotta contro l’Aids, attualmente contenuta nella legge 5 giugno 1990, n. 135. Una esigenza resasi necessaria per non disperdere il patrimonio di esperienze, reti e capacità di intervento nella cura di questa malattia che si è costruito in questi decenni.
“I rilievi del Mef si possono superare, chiariremo alcuni passaggi. Ci sarà bisogno anche di un investimento da parte del Governo sul tema dell’Aids, ma sono fiducioso, andrà in porto”, assicura D’Attis che spiega perché dopo 42 anni non sia ancora cambiata la disciplina in materia: “La legge 135 del 1990 era molto innovativa. Fu un punto di eccellenza rispetto anche ad altre nazioni per la lotta e il contrasto all’Aids. Ora, però, è necessario un aggiornamento”.
Tre i punti salienti della legge: il primo è l’abbassamento a 14 anni dell’età per accedere ai test Hiv senza l’autorizzazione preventiva del genitore o del tutore, un aspetto che “facilita l’attività di diagnosi precoce, così gli adolescenti possono accedere al test con più libertà”, spiega il deputato azzurro.
Poi c’è il forte impulso alle attività di prevenzione con il rafforzamento della PrEP, la profilassi pre-esposizione, che viene inserita per la prima volta in una legge. C’è una particolare attenzione anche alla parte clinica ospedaliera e c’è il riconoscimento del ruolo di quello che una volta veniva definito il volontariato ma che adesso rientra nella fattispecie di enti del terzo settore.
“Un’altra novità – commenta il deputato azzurro - è che si parli di Hpv e che venga trattato in un articolo specifico. È un’altra infezione che procura tanti danni soprattutto per le conseguenze oncologiche. Per fortuna per l’Hpv c’è un vaccino, assente purtroppo per l’Hiv”.
A sensibilizzare i colleghi su questi temi ci penserà anche un intergruppo parlamentare promosso dallo stesso D’Attis e che al momento conta dieci adesioni. “Per tanti anni si è parlato poco di Aids, anche in Parlamento. Il grande merito che abbiamo come intergruppo parlamentare è aver parlamentarizzato la questione Hiv-Aids, attualizzandola ai nostri giorni”.
Ora però l’ultimo ostacolo è la mancanza di risorse, senza le quali difficilmente questa legge potrà diventare operativa. “Al netto del parere del Mef, la politica, superata la crisi pandemica, si deve interrogare su quanto occorra continuare a investire nella lotta all’Hiv e all’Aids, una malattia tutt’altro che scomparsa”, conclude D’Attis.
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