Protesi seno, tracciabilità obbligatoria dal 2023. Al via il Registro nazionale
Raccoglierà i dati dei dispositivi impiantati e rimossi e in generale di quelli disponibili in Italia. La gestione sarà in capo al ministero della Salute. Schillaci: "Uno strumento di vigilanza e sorveglianza unico nel panorama nazionale"

Si stima che nel mondo siano oltre 35 milioni le persone che hanno impiantato una protesi mammaria. In Italia ogni anno – secondo i dati 2021 del ministero della Salute – circa 42mila ricevono un impianto. Nel 37% dei casi per finalità ricostruttiva, per motivi oncologici, dopo un trauma o per malformazioni. E in media sono 55mila le protesi vendute.
Dal 2023 il Registro nazionale degli impianti protesici mammari diventerà obbligatorio nel nostro Paese per i medici chirurghi delle strutture pubbliche e private. Era stato istituito nel 2019 dal Ministero, ma su base volontaria. Dal prossimo anno quindi arriva la svolta. Della sua importanza e utilità ha parlato oggi il ministro Orazio Schillaci, definendolo uno "uno strumento di vigilanza e sorveglianza unico nel panorama nazionale" proprio perché prevede l’obbligatorietà per i medici e gli altri professionisti sanitari di inserire i dati di ogni protesi impiantata o rimossa e perché consentirà "la tracciabilità delle protesi disponibili in Italia anche quando non vengono impiantate". La gestione sarà in capo al Ministero stesso "a garanzia dell’indipendenza della raccolta e lettura dei dati". Un fatto di rilievo, secondo Schillaci, dal momento che nel mondo i registri esistenti sono gestiti da poche società scientifiche e i dati sono raccolti "volontariamente con coperture e qualità variabili".
Grazie al Registro, non solo sarà possibile quindi conoscere i numeri effettivi della popolazione italiana con protesi mammarie impiantate, ma anche "richiamare pazienti in caso di necessità". Un elemento non secondario quest’ultimo, quale misura di sicurezza. Come non ricordare infatti quanto avvenne nel 2010 con alcune protesi non conformi alle normative dell’Unione europea allora vigenti? "Allora – ha evidenziato il ministro – non fu possibile rintracciare tutte le pazienti coinvolte".
Oltre alla sua utilità per migliorare efficacia, performance e biocompatibilità dei dispositivi, il registro sarà infine fondamentale per monitorare la durata delle protesi: "Migliorerà la sicurezza delle cure tenendo conto che anche la loro durata - ha evidenziato Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità - è diventata un aspetto importante con l’allungamento della vita media da parte della nostra popolazione".
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