Covid, Schillaci: "Dalla Cina varianti già presenti in Italia"
Il ministro riferisce in Aula al Senato: "Convocata per domani l'unità di crisi per rafforzare il monitoraggio". E annuncia la proroga al 30 aprile dell'obbligo di mascherine nelle strutture sanitarie

"I dati preliminari che abbiamo oggi avuto, ho parlato con l'assessore Bertolaso, compresi i primi risultati di laboratorio del sequenziamento dei campioni raccolti a Malpensa, evidenziano comunque la circolazione di varianti e sottolignaggi già presenti sul nostro territorio: è la notizia più importante e rassicurante". Lo ha detto il ministro della Salute Orazio Schillaci riferendo al Senato sulla situazione Covid in Italia, dopo aver firmato l’ordinanza sull’obbligo di tampone per chi proviene dalla Cina.
"L'attività di screening - ha spiegato - è stata posta in essere dal 26 dicembre su due voli diretti, il volo Neos 00977 e il volo AirChina 00837: nel primo volo, a fronte di 96 passeggeri sottoposti al tampone di screening, sono stati riscontrati 32 positivi, il 33%, mentre nel secondo volo su 133 passeggeri che hanno effettuato il tampone 61, il 50% circa, sono stati identificati come casi positivi al Covid-19".
Seppure "le informazioni provenienti dalla Cina sono scarse e da ritenersi poco affidabili", comunque, "indicano che le varianti che stanno alimentando questa nuova imponente ondata di contagi sono le stesse che già circolano da tempo a livello globale, ancora all'interno delle sottovarianti di Omicron. La stessa sottovariante BF.7, su cui si stanno concentrando timori, probabilmente infondati, è una evoluzione della BA.5 che già circola da tempo anche alle nostre latitudini ed è meno immunoevasiva delle varianti BQ al momento dominanti in Nord America e Europa".
Rimane, certo, la questione dei voli indiretti sulla quale pure il ministro si è soffermato: "Per quanto riguarda i passeggeri provenienti dalla Cina attraverso voli indiretti che hanno fatto scalo in Paesi dell'area Schengen, è necessario un raccordo in sede Ue per prendere una decisione comune che possa servire a limitare l'afflusso di persone positive dal paese asiatico". Schillaci ha infatti sottolineato come "l'attività di sorveglianza attraverso l'effettuazione di tamponi molecolari all'arrivo dei voli diretti provenienti dalla Cina non arresterebbe del tutto l'ingresso sul territorio nazionale a causa dell'arrivo in Italia di passeggeri anche attraverso voli indiretti - il cui tracciamento è pressoché impossibile (a meno che non si reintroducano misure maggiormente restrittive, quali il passenger locator form digitale)” e ha ricordato il "periodo finestra (intervallo che intercorre fra esposizione al virus e comparsa della positività) che potrebbe far sfuggire il rilevamento molecolare del virus all'arrivo".
Dalla mattina del 27 dicembre i contatti con le istituzioni europee, Commissione ed Ecdc- Centro europeo di eontrollo delle malattie, come ha ribadito Schillaci, sono continui. A tal proposito, "nelle ultime ore la repentina mutazione del quadro epidemiologico in Cina ha indotto l'intero Consesso a valutare come prioritaria l'indagine sul sequenziamento al fine di individuare eventuali nuove varianti e a prendere in considerazione l'opportunità di misure di controllo comuni nei confronti dei passeggeri provenienti dalla Repubblica Popolare Cinese. Sino a quel momento, l'Unione europea e l'Oms -ha rimarcato il ministro non avevano dato indicazioni circa eventuali misure che potrebbero diminuire il rischio di importazione di casi di infezione". Inoltre, ha aggiunto, "su mia proposta è stato convocato l'Health security committee (Hsc) per discutere di misure congiunte da adottare sul tema fin qui trattato. La riunione si è tenuta nella mattinata di oggi ed è stata condivisa anche con la Commissione la necessità di azioni congiunte finalizzate a rafforzare il monitoraggio ed il sequenziamento. All'ordine del giorno di tale riunione è stata posta anche la lettera che ho inviato alla Commissaria Ue per la Salute Stella Kyriakides e alla presidenza di turno del Consiglio dell'Ue, la Repubblica Ceca, con al quale ho chiesto che tutti i Paesi membri adottino analoghi provvedimenti".
Intanto, parlando in Aula, Schillaci ha detto di aver firmato proprio oggi "l'ulteriore proroga fino al 30 aprile 2023 dell'obbligo dell'uso delle mascherine nelle strutture sanitarie, socio-sanitarie, ivi compresi gli ambulatori e gli studi dei medici di medicina generale".
Il ministro ha inoltre reso noto che "per quanto riguarda le ulteriori misure nel nostro Paese, abbiamo rafforzato lo stretto monitoraggio delle varianti attraverso le cosiddette 'Flash Surveys' condotte mensilmente in collaborazione con le Regioni, la Piattaforma 'I-Co-Gen' dell'Istituto superiore di sanità che raccoglie informazioni continue sull'andamento delle varianti identificate nei principali laboratori italiani e lo studio delle varianti presenti nelle acque reflue; definito il Piano di Preparedness per la gestione della circolazione del Covid nella stagione invernale 2022-20232". "Per rafforzare il monitoraggio sull'evoluzione epidemiologica derivante dai potenziali rischi legati alla situazione creatasi nella Repubblica Popolare Cinese – ha aggiunto - ho provveduto a convocare per la giornata di domani l'Unità di Crisi prevista dal D.M. 7 agosto 2019 quale Osservatorio del ministero sulla materia".
Sta di fatto che la situazione in Cina sta creando allarme. Secondo Schillaci, "il problema Cina oggi va affrontato con tempestività e coesione internazionale. I dati, pochi e poco trasparenti, stanno creando timore nella comunità internazionale, anche in quella scientifica. Il timore principale è che in un Stato con un alta percentuale di non vaccinati, in cui sono stati utilizzati vaccini poco efficaci che danno una bassa protezione, una crescita esponenziale dei contagi, oltre a causare numerose vittime (5.000 al giorno secondi dati ufficiosi degli osservatori internazionali), possa generare la selezione di una nuova variante, molto più immuno-evasiva e trasmissibile, che traghetti l'evoluzione di Sars-CoV-2 oltre Omicron, la variante dominante a livello globale ormai dalla fine del 2021". E’ necessario, però, non generare "inutili paure nella popolazione": "I timori – ha concluso - vanno comunque affrontati razionalmente, rimanendo ancorati alle basi scientifiche".
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