Farmaci, Schillaci: "No ad allarmi, si rischia la carenza di rimbalzo"
Il ministro della Salute in audizione nelle commissioni Affari sociali e Sanità: "Su oltre 3mila medicinali meno di 30 scarseggiano realmente". E annuncia un tavolo sui Pronto soccorso e una stretta a breve contro il fumo

Sugli oltre 3mila farmaci presenti nella lista stilata da Aifa sono meno di 30 i medicinali di cui si registra effettivamente una carenza. Lo ha detto il ministro della Salute Orazio Schillaci, oggi in audizione prima in commissione Affari sociali alla Camera e poi in commissione Lavoro e Sanità al Senato. Al centro del suo intervento anche le repliche ai parlamentari sulle linee programmatiche del dicastero guidato dall’ex rettore di Tor Vergata, che ha annunciato, tra le altre cose, l’avvio dei lavori di un tavolo per affrontare le criticità che da tempo si registrano per le attività di Pronto Soccorso, caratterizzate da turni massacranti per gli operatori sanitari e da code interminabili per gli utenti, e il finanziamento del Piano oncologico, che arriverà con un emendamento al Decreto Milleproroghe.
Le cause e il rischio della “carenza di rimbalzo”
Ma è sul tema della carenza di farmaci, di cui si dibatte da giorni, che il ministro ha voluto offrire ampie rassicurazioni. Le cause sono da ricondursi “alla sovrapposizione di fenomeni di natura diversa” che Schillaci, coadiuvato dal tavolo tecnico con Aifa e i rappresentanti della filiera farmaceutica produttiva e della distribuzione, ha individuato in quattro fattori: aumenti di costi legati alla situazione internazionale, picco di domanda per i farmaci “stagionali”, polarizzazione su poche molecole delle scelte terapeutiche proposte dai prescrittori per le malattie di stagione, coda delle difficoltà produttive legate alla pandemia da Covid-19.
E sul banco degli imputati c’è proprio lo scarso ricorso alle medicine equivalenti che sta determinando una tensione nell’approvvigionamento di alcuni prodotti specifici.
“Dei 3mila farmaci nella lista dei carenti Aifa – ha spiegato Schillaci - circa 300 sono privi di equivalenti, e quindi inseriti nella lista dei prodotti ‘importabili su richiesta delle strutture sanitarie’. Invece, non sostituite da altri farmaci alternativi sono di fatto meno di 30 referenze, di cui peraltro non si discorre in questi giorni sui media”.
Schillaci ha poi voluto mettere in guardia dalla “carenza di rimbalzo”, cioè il fenomeno dell’accaparramento da parte dei pazienti, preoccupati di avere a disposizione una scorta di un prodotto che sembrerebbe “a rischio”: corsa al medicinale che al contrario rafforza il picco di domanda e crea ulteriori tensioni nell’approvvigionamento. Per quel che riguarda, invece, la lista di farmaci temporaneamente carenti privi di equivalenti o alternative sul nostro mercato, per i quali l’Aifa rilascia l’autorizzazione all’importazione alle strutture sanitarie, questa include ad oggi soltanto 325 prodotti.
Una crisi dunque “più mediatica che reale” per il titolare della Salute che ha annunciato una revisione dell'impianto della lista delle medicine carenti, già discussa e concordata in sede di "Tavolo Tecnico Indisponibilità" presso Aifa, con gli attori interessati: si provvederà a cancellare dall’elenco principale tutti i farmaci di non significativa importanza. Di conseguenza, via a campagne formative e informative per aumentare l'accesso agli equivalenti, alle preparazioni galeniche e ai prodotti d’importazione.
Il nuovo nomenclatore nazionale per monitorare i Lea
Per quanto riguarda le questioni al centro del dibattito politico-sanitario, il ministro ha ribadito il suo personale impegno a trovare fondi per il personale e “assicurare le necessarie risorse al sistema, per reclutare nuovi professionisti e per restituire la giusta serenità a tutti coloro che sono già in servizio e lavorano con dedizione ed impegno, talvolta in sedi disagiate e rischiose, migliorandone progressivamente le condizioni di lavoro”.
Mentre sulle difformità che caratterizzano da anni la sanità italiana sul territorio, Schillaci ha sottolineato “l’importanza dell’adozione del Decreto tariffe” e della messa a punto del nuovo nomenclatore nazionale, poiché mediante esso sarà resa uniforme in tutte le regioni la definizione e la codifica delle prestazioni ambulatoriali. “Tale uniformità renderà possibile il monitoraggio delle prestazioni ambulatoriali Lea attraverso il confronto diretto tra Regioni in termini di soddisfazione di bisogni sanitari, di accessibilità ai servizi, di tempi di attesa e di appropriatezza delle prescrizioni”, ha spiegato l’ex rettore di Tor Vergata.
Il ministro è stato chiaro sull’importanza dei vaccini, a partire da quelli anti Covid e antinfluenzali, e ha annunciato che su questo punto, per evitare fenomeni di disinformazione, cercherà la collaborazione delle professioni sanitarie, delle società scientifiche, delle associazioni di pazienti e del volontariato, insieme alle Regioni e Province autonome, agli enti del Servizio sanitario nazionale. “Riguardo alla vaccinazione sappiamo che la sua valenza come strumento di prevenzione e il senso di responsabilità degli italiani dimostrato in occasione della massiccia adesione alla campagna vaccinale anti Covid-19 hanno permesso di tornare a vivere senza le limitazioni del passato”, ha ribadito l’inquilino di Lungotevere Ripa.
Pronto soccorso e Piano oncologico, gli impegni del ministro
Schillaci è poi tornato sul tema del numero chiuso, su cui ha annunciato interventi in linea con quanto dichiarato pochi giorni fa dalla ministra Bernini, mentre sul possibile ricorso al Mes sanitario, invocato soprattutto dagli esponenti del Terzo Polo, ha di fatto glissato: “Riguardo all’argomento è noto che nel corso di un recente incontro con i vertici del Meccanismo europeo di stabilità a Palazzo Chigi, il Presidente del Consiglio dei ministri ha anticipato la possibilità di avviare verifiche insieme con gli altri Stati aderenti al Mes, al fine di possibili correttivi per rendere gli strumenti effettivamente capaci di rispondere alle esigenze delle economie dei diversi Stati. Pertanto, allo stato non posso che rinviare ogni ulteriore valutazione all’esito di tali approfondimenti e al conseguente dibattito parlamentare”.
Schillaci ha poi ribadito, riguardo alla rete degli ospedali, l’impegno a completare l’aggiornamento del DM 70 che risale al 2015 (quello sulla disciplina gli standard dell’assistenza ospedaliera) con lo scopo di promuovere una più stretta integrazione tra nosocomio e territorio alla luce dei nuovi modelli e standard per lo sviluppo dell’assistenza territoriale previsti dal DM 77/2022. E ha annunciato l’avvio dei lavori di un Tavolo per affrontare le criticità che da tempo si registrano per le attività di Pronto Soccorso. Sulla questione delle aggressioni al personale sanitario e il rafforzamento delle tutele nei loro confronti ha spiegato che saranno sicuramente rafforzati i posti di polizia presso gli ospedali italiani, con maggior attenzione verso le strutture dove questi episodi si sono sviluppati con maggior frequenza.
Stretta contro il fumo
Sul contrasto al tabagismo, che invece rientra nella macroarea della prevenzione primaria, potrebbe arrivare a breve una stretta, con l’estensione del divieto di fumo in altri luoghi all’aperto in presenza di minori e donne in gravidanza, l’eliminazione della possibilità di attrezzare sale fumatori nei locali chiusi, l’estensione del divieto anche alle emissioni dei nuovi prodotti non da fumo come le sigarette elettroniche e l’estensione del divieto di pubblicità ai nuovi prodotti contenenti nicotina e ai device dei prodotti del tabacco riscaldato.
Infine, il Piano oncologico. Il ministro aveva annunciato lo stanziamento di risorse in legge di Bilancio che poi non ci sono state: oggi ha chiarito che l’impegno dovrebbe concretizzarsi con un emendamento al Milleproroghe.
Sempre più vicini ai nostri lettori.
Segui Nursind Sanità anche su Telegram