26 Gennaio 2023

Medici di base, "Contro la carenza istituire una scuola di specializzazione"

E' la ricetta di sindacati e ordini. L'assist della senatrice Fallucchi (FdI): "L'Italia non può rimanere l'unico Paese in cui la medicina generale è una sorta di specialità di seconda classe"

Di Giovanni Cedrone
Medici di base, "Contro la carenza istituire una scuola di specializzazione"

Pari dignità e pari formazione tra medici di famiglia e medici specialisti con l’istituzione di una scuola di specializzazione per i medici di medicina generale. La richiesta è arrivata da politici, sindacati, associazioni scientifiche e mondo accademico che si sono dati appuntamento nella Sala Nassiriya del Senato per chiedere alle istituzioni di fare presto su questo fronte. Il rischio è che la carenza di medici di famiglia è destinata ad acuirsi dato che il picco della gobba pensionistica si registrerà tra il 2024 e il 2025 e l’emorragia di medici potrebbe lasciare ampie fasce della popolazione priva dell’assistenza primaria.

Un’esigenza che si mostra sempre più urgente anche confrontando il modello italiano con quello di altre nazioni europee, come ha sottolineato la senatrice Anna Maria Fallucchi di Fratelli d’Italia: “Dobbiamo superare la frammentazione regionale e uniformare la formazione in tutta Italia come accade all’estero. In molti paesi si è strutturato un percorso specifico per dare tutte le competenze di base che consentono di operare nell’ambito dell’assistenza primaria. L’Italia non può rimanere l’unico Paese in cui la medicina generale è una sorta di specialità di seconda classe”.
Il confronto con L’Europa gioca a nostro sfavore. “In Germania la durata della formazione dei medici di base è di cinque anni, in Francia tre, in Spagna quattro, in Inghilterra c’è un biennio comune e poi tre anni ulteriori”, ha ricordato la senatrice.

A Fallucchi ha fatto eco Leonida Iannantuoni, presidente Assimefac (Associazione società scientifica interdisciplinare e di medicina di famiglia e comunità) che ha ricordato: “Olanda, Francia, Inghilterra, Danimarca, Spagna, Turchia, Austria hanno una scuola di specializzazione in Medicina generale. Anche negli Usa ci sono i dipartimenti di medicina generale. In Italia, a parte rare eccezioni come Udine e Foggia dove in forma sperimentale si insegna la medicina di base, non c’è niente in ambito universitario”.

Due i motivi emersi dal confronto per cui è urgente procedere all’istituzione di una scuola di specializzazione: la difformità dei corsi e dei programmi formativi tra regioni e persino tra province che rende di fatto difforme la preparazione dei Mmg tra le diverse realtà locali e il diverso compenso dei medici di medicina generale in formazione rispetto agli specializzandi: questi ultimi percepiscono circa 1700 euro al mese nel corso della specializzazione, mentre i medici in formazione solo 800 euro. Una differenza che spinge molti a cercare altre strade e di fatto rende meno appetibile il percorso della medicina del territorio.

Anche l’Ordine dei medici di Roma aderisce alla richiesta, come ha spiegato Cristina Patrizi, segretario Omceo Roma: “C’è una disparità di peso tra percorsi che noi riteniamo, al contrario, debbano avere pari valenza”. Poi aggiunge: “Si è scollato il rapporto tra Mmg e popolazione assistita. L’autorevolezza è importante, il paziente deve sapere che davanti a sé ha un medico formato e non un passacarte”.

Anche il mondo sindacale aderisce alla richiesta. Per Liliana Lora, vicesegretario nazionale vicario del Sindacato medici italiani (Smi), l’istituzione di una scuola di specializzazione “può essere uno strumento per ridisegnare ruolo del medico di famiglia. Il Mmg deve essere visto come competente e non ancillare, come purtroppo si sta riducendo anche a causa delle numerose incombenze burocratiche che hanno incrinato il rapporto medico-paziente. Ci sono numerose iniquità, non ultima la modalità di svolgimento del concorso. Oggi avvengono prima quelli per le specialistiche e poi il concorso Mmg: così si rallenta il percorso di assegnazione delle borse di formazione. Servirebbe un concorso unico”.

Alfredo Cuffari, presidente della Società nazionale di aggiornamento per il medico di medicina generale (Snamid), ha voluto porre l’accento sulla disparità di trattamento per gli Mmg in formazione che “non hanno tutele per quanto attiene alla malattia e la gravidanza. Non si può rendere appetibile un percorso formativo importante senza tutele”.

Per Giovanni D’Errico, presidente del Comitato Tecnico Scientifico Assimefac, il problema è anche nell’impossibilità di fare carriera del medico di base: “Bisogna riqualificare la medicina del territorio. Occorre la definizione di un settore scientifico disciplinare apposito. Una scuola di specializzazione consentirebbe di fare carriera, di poter svolgere il ruolo di docenti. Oggi non abbiamo possibilità di fare ricerca. Dobbiamo riprendere la dignità della disciplina della medicina di famiglia”.

Giuseppe Maso, past president della Società italiana interdisciplinare per le cure primarie (Siicp), è ancora più netto: “La medicina così come è organizzata è come un dinosauro che non ha ancora capito che è caduto un meteorite. La medicina generale sarà la specialità del domani, le altre specialità saranno sostituite dalle tecnologie. Il Mmg nel futuro – ha concluso - dovrà essere il direttore d’orchestra e per questo deve essere formato con un percorso di specializzazione”.

Il più importante riconoscimento alla proposta è arrivato da Domenico Alvaro, preside della Facoltà di Medicina e Odontoiatria dell’Università La Sapienza di Roma: “Quest’anno abbiamo avuto il 10-15% di borse di specializzazione non assegnate: questo vuol dire che non siamo in grado di adeguare l’offerta alla domanda. Rimangono delle scuole di specializzazione inevase perché anacronistiche. Il Cun (Consiglio universitario nazionale) sta lavorando a una riforma dei saperi, ma l’offerta delle università non riesce a cambiare velocemente come necessario”. Proprio per questo, per Alvaro, il ruolo dei Mmg è destinato ad accrescersi: “Dobbiamo approfittare del decreto ministeriale 77 che conferisce alla medicina generale un ruolo primario. Come gastroenterologi, categoria di cui faccio parte, abbiamo chiamato Mmg e associazioni dei pazienti per chiedere che la gestione del malato avvenga in primis a casa, grazie al ruolo decisivo dei Medici di medicina generale che però deve essere formato nel modo giusto. Per questo aderiamo alla richiesta di una scuola di specializzazione”.

 

 

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