21 Febbraio 2023

Payback: per l'industria dei dispositivi medici è a rischio il Ssn

Confindustria: "E' iniquo, va cancellato per il futuro della nostra sanità". Schillaci replica: "In arrivo un decreto che stabilisce funzioni e compiti dell'Osservatorio prezzi"

Di NS
Payback: per l'industria dei dispositivi medici è a rischio il Ssn

Un grido d’allarme a beneficio, secondo il loro punto di vista, del buon funzionamento del Servizio sanitario nazionale. “Cancellare il payback e trovare insieme a tutti gli attori del sistema soluzioni per il sostegno del Ssn, eliminando norme inique che invece ne ostacolano lo sviluppo perché questo è un modo per sostenere l’Italia, i suoi cittadini e i professionisti che lavorano al suo servizio”. Con questo messaggio si sono riuniti oggi, in un evento a Roma, i rappresentanti dell’industria dei dispositivi medici.

 

Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha risposto con un messaggio rassicurante: “L'Italia è lo Stato membro che ha designato il maggior numero di organismi notificati in Europa, dieci per la precisione, e questo consente alle imprese dei dispositivi medici di poter disporre di un significativo numero di soggetti a cui rivolgersi per la valutazione dei dispositivi”. E ha aggiunto: “Ho inoltre firmato il decreto di prossima pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, che stabilisce funzioni e compiti dell'Osservatorio prezzi dei dispositivi medici che, a regime, sarà uno strumento fondamentale per tutto il sistema e per l'implementazione di politiche di controllo virtuoso della spesa”. Di conseguenza il nodo payback va sciolto “con azioni che tengano conto della situazione attuale al fine di individuare soluzioni condivise. Sono certo che se tutti ci poniamo in quest’ottica riusciremo a traghettare il sistema dei dispositivi medici verso un modello di governance che porrà l’Italia, le sue istituzioni e le sue imprese ai primi posti nel mondo”, ha chiosato Schillaci.

In ogni caso il presidente di Confindustria Dispositivi medici, Massimiliano Boggetti, è andato all’attacco: “Il payback non è un problema solo delle imprese, ma le conseguenze dovute all’applicazione di questa norma iniqua si riverseranno sull’intero Ssn. Dal fallimento di molte aziende e dal disinvestimento nel nostro Paese da parte delle aziende che operano su scala globale deriveranno migliaia di licenziamenti, un taglio drastico al sostegno della formazione, un ulteriore taglio agli investimenti in ricerca e sviluppo. Questo fatto produrrà un effetto negativo sugli operatori sanitari che non faranno più parte del circolo virtuoso ‘ricerca-innovazione-formazione’, in cui gli investimenti industriali giocano un ruolo fondamentale”.

Poi Boggetti ha rincarato: “Tutto ciò ricadrà sui cittadini e sui pazienti che non avranno più cure adeguate da parte del Ssn, quindi si allargherà la forbice della diseguaglianza, perché chi potrà permetterselo pagherà le cure migliori privatamente, mentre gli altri si dovranno accontentare. Occorre pertanto incrementare il finanziamento del Servizio sanitario nazionale e ristrutturarlo sulla base delle reali esigenze di salute. Il Pnrr è lo strumento migliore per avviare quelle riforme strutturali che possono consentire l’ottimizzazione delle risorse e una maggiore efficacia delle cure”. “Il tetto ai dispositivi medici – ha concluso il presidente di Confindustria Dm – è un tetto alle prestazioni e da questo presupposto occorre individuare una governance dei dispositivi medici che si basi sui dati (disponibili) dei bisogni di salute per programmare le prestazioni, ovvero gli acquisti”.

 

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