"Oss e infermieri? Muoversi entro certi limiti tra le professioni"
Il medico e senatore Fdi Zullo a Nursind Sanità: "Serve un approccio gradualista sul tema del vincolo di esclusività". Intanto nella Conferenza delle Regioni prende piede l'idea del nurse assistant

L’allarme sulla spesa per la sanità che declina di nuovo verso i livelli pre-Covid rispetto al Pil. La difficile transizione del modello di assistenza territoriale che deve fare i conti con gli obiettivi dettati dal Pnrr, con l’invecchiamento della popolazione e la cronicizzazione delle patologie, ma anche con le difficoltà finanziarie di mantenere a regime le strutture e i presidi che dal Recovery scaturiranno. E poi ancora il tentativo del Governo di coprire i 5 miliardi di euro di ulteriori costi extra sostenuti dalle Regioni per il Covid e il caro bollette. Su questo sfondo, alquanto contrastato, si muovono i vari livelli istituzionali nel tentativo di ridisegnare competenze, ruoli e funzioni delle professioni sanitarie, con il chiodo fisso di ridare attrattività a un comparto che arranca dopo la prova del fuoco della pandemia.
A livello parlamentare, il decreto Energia tenta di fornire alcune risposte al settore, ma si fa adesso affidamento sulle correzioni delle Camere per migliorare un pacchetto che doveva dapprima confluire in un decreto sanità ad hoc e poi, forse in modo un po’ frettoloso, è stato inserito in un provvedimento sul caro bollette. C’è da aggiustare il tiro, ad esempio, sulla definizione della libera professione per gli infermieri e gli altri operatori della salute, laddove si tolgono le incompatibilità – quasi si volessero invitare gli interessati ad arrotondare con un secondo lavoro perché tanto in sanità scarseggiano i fondi – ma non si delinea ancora bene cosa debba essere la libera professione e si pongono limiti troppo stringenti nel rapporto con le aziende sanitarie di riferimento. Non manca l’impegno del ministro della Salute, Orazio Schillaci, a far cadere in via strutturale il vincolo di esclusività, è vero, ma le norme vanno ancora scritte nero su bianco. E il dl Energia deve anche chiarire meglio cosa si intende per emergenza-urgenza (ai fini retributivi e pensionistici), se essa riguarda i Pronto soccorso in senso stretto o coinvolge le specializzazioni e quali di preciso.
A livello di Regioni, invece, si discute di una bozza di accordo tra Stato e governatori che ridefinisce la figura trasversale dell’operatore socio-sanitario e la adegua alle esigenze di assistenza e cura a livello territoriale. Una revisione che, auspicabilmente, dovrebbe inserirsi nel riassetto complessivo delle professioni sanitarie. A fronte del vecchio dibattito sul super-oss, in sede di riflessione nella Commissione Salute della Conferenza delle Regioni sembra delinearsi tra l’altro il profilo specifico del “nurse assistant”, ossia l’assistente infermieristico che supporta il professionista titolare della pianificazione dell’assistenza e delle attività più complesse. Una figura che dovrà essere formata dagli infermieri stessi e che in ogni caso verrà messa a punto con un’intesa tra livello centrale ed enti intermedi dopo il via libera del Consiglio superiore di sanità e a valle di un Dpcm.
È difficile comunque cantare messa senza risorse. Un problema che la maggioranza di centrodestra in Parlamento ha ben presente all’indomani della diffusione di un Documento di economia e finanza che non lascia molti margini di manovra. “Il Def è prodromico rispetto alle scelte che si faranno: parte dalle valutazioni del momento, ma si proietta verso il futuro – dice a Nursind Sanità il medico e senatore Ignazio Zullo, membro FdI della commissione Affari sociali e Sanità –. È un periodo molto difficile, con varie questioni che complicano il quadro, ma il Governo è attento a tutte le esigenze e penso che saranno soddisfatte quando arriveremo alla legge di Bilancio. Non a caso abbiamo messo 8,5 miliardi di euro liquidi nei prossimi tre anni sulla sanità. Dopodiché è chiaro che dobbiamo utilizzare la leva della prevenzione e dell’assistenza territoriale per incidere sui costi delle prestazioni ospedaliere”.
Rispetto alla libera professione degli infermieri e degli operatori sanitari, Zullo sposa l’approccio gradualista: “Bisogna trovare un equilibrio tra le necessità dell’azione nel Ssn e le giuste aspettative degli operatori. Con un vincolo di esclusività rigido comprimiamo la libertà di intrapresa, invece al contrario potremmo mettere in difficoltà il Servizio sanitario nazionale. Ecco perché le scelte vengono fatte per gradi, alla ricerca di un equilibrio”. Nella scorsa legislatura, il Ddl Sileri aveva cercato di rispondere alle esigenze dei professionisti della salute, ma per il senatore di FdI adesso “non serve elaborare delle proposte che metterebbero in difficoltà il Governo, così come l’esecutivo non deve fare nulla che sovrasti le prerogative del Parlamento. Conta la sinergia e il dialogo, che sono ottimi”.
Sul rapporto tra infermieri e oss, infine, Zullo mette in campo valutazioni da medico prima ancora che da senatore: “Siamo passati nel tempo dal mansionario alla professionalità, dunque dobbiamo basarci sui criteri di perizia, prudenza e diligenza, che identificano l’eventuale reato colposo. Noi dobbiamo comunque mantenere alcuni limiti dentro le diverse professionalità; gli oss non possono invadere le competenze maturate in anni di studio ed esperienza dagli infermieri e questi ultimi non possono entrare in ambiti specifici dei medici. Ciascun operatore sa riconoscere tali limiti e lo fa proprio in riferimento a perizia, prudenza e diligenza”. A questo punto però, spiega l’esponente meloniano, “occorre agire sulla formazione per elevare le sensibilità culturali degli operatori”, ma bisogna anche spingere sulle specializzazioni. “Per esempio – conclude Zullo – oggi per gli infermieri abbiamo solo quella in area manageriale. Perché non specializzare anche il professionista in area critica per esempio? O in area chirurgica oppure nelle terapie palliative? La motivazione a crescere e a migliorarsi sotto l’aspetto professionale deve essere l’obiettivo da perseguire sempre”.
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