08 Giugno 2023

Accesso ai social, ecco la legge che li vieta agli under 13

La proposta è targata Azione-Italia viva: Calenda: "Siamo davanti a una vera crisi nazionale di salute mentale di bambini e adolescenti". Carfagna: "Stop al luna park dell'abuso". I dettagli del progetto

Di NS
Foto di Dariusz Sankowski
Foto di Dariusz Sankowski

Vietare l'accesso ai social ai minori di 13 anni e permetterne l'utilizzo tra i 13 e i 15 anni solo con il consenso dei genitori. Oltre a una serie di regole da rendere cogenti per non lasciare le famiglia "sole" in una situazione "di fatto" di "far west": un processo di certificazione dell'età con multe fino al 4% del fatturato globale per le piattaforme. Così il leader di Azione, Carlo Calenda, presentando una proposta di legge depositata dal gruppo Az-Iv sia alla Camera che al Senato. "Siamo davanti a una vera crisi nazionale di salute mentale di bambini e adolescenti. E temo che i social ne siano uno dei principali motori. Dobbiamo rispondere con urgenza", ha detto Calenda citando una frase di Vivek Murthy, Surgeon General degli Stati Uniti. "Noi abbiamo inviato le nostre proposte alla maggioranza, al governo, e all'opposizione. Ci aspetteremmo su questo una grande convergenza. E' un problema per le famiglie italiane devastante, è un problema enorme per i ragazzi e per il Servizio sanitario nazionale. Credo bisogna agire urgentemente".

 

La proposta prevede di innalzare l'età per esprimere il consenso al trattamento dei dati per l'accesso ai social da 14 a 15 anni; vietare, come detto, l'accesso ai social ai minori di 13 anni e permetterne l'utilizzo tra i 13 e i 15 anni solo con il consenso dei genitori; stabilire un processo di certificazione dell'età, mediante un meccanismo che confermi la presenza dei requisiti anagrafici dell'utente per l'accesso alla piattaforma; tale meccanismo sarà utilizzabile anche per tutti gli altri siti a maggior rischio per i minori; l'impianto sanzionatorio è quello del GDPR che prevede multe fino al 4% del fatturato globale.

 

L'idea sarebbe quella di far scattare il meccanismo di certificazione di fronte ad una richiesta di registrazione, con un servizio di identità digitale che dovrà confermare o meno il requisito anagrafico e il social, conseguentemente, a quel punto dovrà consentire o rifiutare la registrazione. "E' una situazione paradossale, i danni dall'esposizione dei minori ai social sono documentati da un decennio da una vastissima letteratura scientifica. Sappiamo che esiste la dipendenza. Ma nonostante questo abbiamo lasciato ai social il compito di regolamentare l'accesso a quello che sembra un luna park dove si aggirano i nostri figli tra attrazioni che propagandano l'anoressia, l'istigazione al suicidio e il bullismo, comportamenti asociali, l'aggressione agli insegnanti o il gioco d'azzardo. Noi pensiamo che questo luna park vada chiuso per i più piccoli", ha tenuto a sottolineare la presidente di Azione Mara Carfagna.

 

 

 

Sempre più vicini ai nostri lettori.
Segui Nursind Sanità anche su Telegram