Emergenza-urgenza, ecco la riforma targata Lega
Dal numero unico europeo alla forte specializzazione del personale medico e infermieristico: il riordino del sistema in un ddl che porta la firma della senatrice Maria Cristina Cantù
Di NS
Riformare il sistema dell’emergenza-urgenza per rafforzarlo. È questo l’obiettivo del disegno di legge presentato a Palazzo Madama dalla senatrice della Lega, Maria Cristina Cantù (nella foto). Sono 14 articoli in tutto che ridisegnano appunto l’emergenza preospedaliera. Grande spazio nell’articolato è infatti dedicato proprio all’ "organizzazione e struttura del sistema", come recita l’articolo 3. Ma la legge punta molto anche sul personale specializzato, sia medico che infermieristico (articolo 6).
“Nostro obiettivo è garantire un servizio nazionale innovativo e omogeneo su tutto il territorio, prevedendo il riordino del sistema sanitario di emergenza preospedaliero e la necessaria integrazione con quello ospedaliero, basato sul Numero Unico Europeo 112 con operatori multilingue. A tale scopo perfezioniamo la rete diretta dalle Regioni e dalle Province Autonome, composta dalle centrali e dalle sale operative dentro le quali operano medici, infermieri e tecnici altamente specializzati in emergenza-urgenza che coordinano la rete dei mezzi di soccorso, avvalendosi anche del terzo settore", ha spiegato Cantù durante la conferenza stampa di presentazione al Senato.
"Il personale delle Centrali operative del soccorso viene maggiormente professionalizzato - ha evidenziato - attraverso la definizione di standard formativi specifici, stessa attenzione è stata posta nella definizione della figura del Soccorritore e dell’Autista soccorritore". Punti di forza "sono l’appropriatezza, l’uniformità e la qualità delle prestazioni erogate ai cittadini e il consolidamento dei sistemi di elisoccorso regionali e interregionali".
Un elemento importante, poi, come ha sottolineato la senatrice, "è l’integrazione tra il servizio preospedaliero e ospedaliero: le amministrazioni regionali e provinciali gestiscono in forma unitaria le risorse umane e provvedono alla riorganizzazione del pronto soccorso e dei Dea (Dipartimenti di emergenza e accettazione, ndr), anche attivando percorsi rapidi di trattamento, in base ai livelli di urgenza". Previsti anche "interventi per la digitalizzazione dei processi clinico-assistenziali e ospedalieri, che diventano un requisito essenziale per gli enti erogatori, e interventi di adeguamento del sistema di emergenza urgenza per incrementare i posti letto attraverso la riqualificazione delle strutture preesistenti, ad esempio ospedali e Rsa, comprese quelle nate a seguito della pandemia Covid". Si introduce infine, "un sistema di monitoraggio delle prestazioni degli erogatori. Si tratta di misure volte a garantire a tutti i cittadini un servizio efficace e di qualità”, ha concluso Cantù.
Secondo Andrea Andreucci, presidente della SIIET (societa' scientifica degli infermieri di emergenza), negli ultimi trent'anni l'evoluzione del Sistema dell’emergenza preospedaliera non ha trovato supporto in un adeguamento normativo utile a sostenerla: "Esistono gap normativi e zone d’ombra che pongono dubbi sui limiti del campo d’azione dei professionisti che operano nel sistema", ha detto. Ma ha anche riconosciuto che il testo presentato "va nella direzione da noi auspicata, in particolare con il riconoscimento del ruolo fondamentale che l’infermiere svolge all’interno dei setting di emergenza sia nel servizio preospedaliero, sia nell’intraospedaliero. Un ruolo - ha concluso - che deve essere valorizzato per le competenze di base e avanzate che oggi questo professionista dimostra chiaramente di avere".
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