20 Novembre 2023

Violenza sulle donne, Schillaci: “Vittima il 31% delle italiane”

Il ministro della Salute: “Il 19,3% ha fatto ricorso al pronto soccorso e all'ospedale. Ma anche tante professioniste sanitarie e sociosanitarie subiscono aggressioni verbali e fisiche”

Di NS

"Nel mondo la violenza contro le donne interessa una donna su 3 e in Italia il 31,5% delle donne tra 16 e 70 anni ha subito, nel corso della propria vita, una qualche forma di violenza fisica o sessuale. Al di là di ogni retorica, questi numeri non possono e non devono lasciarci indifferenti. Non dobbiamo assuefarci alla violenza". Lo ha spiegato il ministro della Salute, Orazio Schillaci, nel suo intervento, preceduto da un minuto di silenzio per Giulia Cecchiettin, al convegno al ministero in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.

"Oggi sappiamo che le forme più gravi di violenza contro le donne - ha aggiunto - sono esercitate da partner o ex partner, parenti o amici. Per le donne vittime di violenza la rete di protezione è di fondamentale importanza: come emerge dai dati Istat riferiti agli anni 2021 e 2022, prima di iniziare il percorso di uscita dalla violenza, il 40% delle donne si è rivolta ai parenti per cercare aiuto, il 30% alle forze dell'ordine, il 19,3% ha fatto ricorso al pronto soccorso e all'ospedale".

Proprio il pronto soccorso, ha evidenziato Schillaci, "è il luogo dove è possibile intercettare la vittima di violenza perché è qui che si cerca il primo intervento sanitario, come emerge dai dati del Sistema Emur per il monitoraggio dell'assistenza in emergenza-urgenza: nel 2022 in Italia sono stati 14.448 gli accessi di donne in pronto soccorso con indicazione di violenza, con un aumento del 13% rispetto al 2021". Inoltre "si stima che circa l'8,6% delle donne vittime di violenza che si rivolge al pronto soccorso accede più di una volta. Da qui la necessità che gli operatori sanitari siano preparati a una presa in carico tempestiva e idonea delle donne vittime di violenza che si rivolgono al pronto soccorso, dove possono trovare un luogo sicuro e un percorso protetto non solo per se stesse, ma anche per i figli".

Infine, "quando si parla di violenza sulle donne, non si può non pensare alle tante donne impegnate nelle professioni sanitarie e sociosanitarie che subiscono aggressioni verbali e fisiche. Sul totale delle aggressioni agli operatori sanitari, circa il 70% riguarda proprio le donne. Sono gli atti più ignobili e vigliacchi". Quella di oggi "è una giornata per ribadire l'impegno sui diversi fronti del contrasto alla violenza. Contro la violenza agli operatori sanitari abbiamo messo in campo molte misure, ma non basta. Serve un lavoro culturale per insegnare le norme basilari di civiltà".

 

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