02 Febbraio 2024

Tumori, un quarto delle morti in Italia è associato a bassa istruzione

Una diagnosi di cancro inoltre può causare ulteriori difficoltà economiche nei pazienti, a cominciare dai costi per raggiungere i posti di cura: in 28mila nel 2022 hanno cambiato regione. Ecco i capitoli di spesa individuati dall'Aiom

Di NS
Foto di Michal Jarmoluk
Foto di Michal Jarmoluk

In Italia circa un quarto delle morti per cancro è riconducibile a bassi livelli di istruzione. Quasi 30mila (29.727) decessi oncologici nel 2019 nel nostro Paese, nella popolazione fra 30 e 84 anni, sono infatti correlabili alla scarsa scolarità (22.271 morti negli uomini e 7456 nelle donne), come evidenziato in uno studio pubblicato sul Journal of Public Health’ Tra i determinanti socioeconomici in grado di influire sulla mortalità da cancro rientra pertanto il livello del ciclo di studi, che spesso condiziona anche la successiva capacità di reddito.

Una diagnosi di cancro, inoltre, può causare ulteriori difficoltà economiche nei pazienti. È la cosiddetta tossicità finanziaria, che colpisce il 26% delle persone con neoplasia ed è legata a diversi fattori, tra cui i costi che i malati devono sostenere per recarsi nei luoghi di cura. Basti pensare che, nel 2022, in Italia quasi 28mila pazienti oncologici hanno cambiato Regione per curarsi, in particolare per un intervento chirurgico. Ma servono strumenti per individuare tutte le cause della tossicità finanziaria e proporre alle Istituzioni le soluzioni per porvi rimedio. È italiano il primo questionario al mondo in grado non solo di misurare questa condizione ma anche di definirne i motivi nel contesto di un servizio sanitario pubblico. Un tema che sarà affrontato alla vigilia della Giornata mondiale contro il cancro, che si celebra il 4 febbraio, durante il Convegno nazionale “Close the Care Gap”, promosso dall’Istituto superiore di sanità, Aiom (Associazione italiana di oncologia medica) e Fondazione Aiom.

"La tossicità finanziaria interessa anche i pazienti di sistemi sanitari universalistici come il nostro – spiega Francesco Perrone, presidente Aiom -. Abbiamo già dimostrato, in uno studio su 3.760 cittadini con tumore in Italia, che al momento della diagnosi il 26% deve affrontare problemi di natura economica e il 22,5% peggiora questa condizione di disagio durante il trattamento. Questi ultimi, inoltre, hanno un rischio di morte nei mesi e anni successivi del 20% più alto. Alla luce di questi dati, ci siamo chiesti quali fossero le cause". Da qui, prosegue Perrone, "il questionario PROFFIT (Patient Reported Outcome for Fighting Financial Toxicity), composto da 16 affermazioni sui cui i pazienti sono chiamati a esprimere o meno il loro assenso". Un questionario che tocca diversi capitoli di spesa, quali per esempio, "il ricorso più o meno frequente alla sanità privata", ma anche “farmaci supplementari o integratori, oppure trattamenti aggiuntivi utili, ad esempio la fisioterapia che è difficile praticare nel sistema pubblico”. Poi, aggiunge il presidente, "c’è la logistica: la distanza tra la casa e il luogo dove si ricevono le cure e le spese di trasporto da sostenere. E questo non solo nei casi estremi di migrazione sanitaria da Sud a Nord. I problemi possono nascere per raggiungere dalla provincia i centri specialistici nelle grandi città".

Sta di fatto che nel 2023, in Italia, sono state stimate 395mila nuove diagnosi di tumore. "Le persone con un alto livello di istruzione – afferma Saverio Cinieri, presidente Fondazione Aiom – dispongono di più strumenti per comprendere l’importanza della prevenzione, per interpretare le informazioni utili sui sintomi della malattia e per adottare comportamenti che possono influire sull’efficacia delle terapie. Da qui il tasso di mortalità per cancro più elevato nei cittadini meno istruiti. È necessario potenziare le azioni volte a diffondere l’adozione consapevole di uno stile di vita sano e attivo in tutte le età, promuovendo campagne mirate". In particolare, "la sedentarietà disegna un gradiente sociale a svantaggio delle persone con maggiori problemi economici o bassa istruzione, fra le quali raggiunge il 43% rispetto al 25% dei cittadini che non vivono questa condizione – prosegue Cinieri -. E l’obesità è pari al 17% fra gli individui con svantaggio sociale rispetto al 9% di chi non ne riferisce. Nel 2022, la prevalenza del fumo fra le persone con molte difficoltà economiche era pari al 37% ed analoga a quanto si osservava nel 2008, mentre fra chi non ha problemi finanziari la quota di fumatori è scesa dal 27% al 22% fra il 2008 e il 2022".

 

 

 

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