Pnrr: crescono le perplessità sull'attuazione della Missione 6
La relazione del ministro Fitto suscita dubbi e timori. Langue la percentuale di spesa per gli investimenti effettivi: appena il 3,7% su 15,6 miliardi. Ancora a quota zero sulle competenze del personale
Di U.S.V.
La quarta relazione sullo stato di attuazione del Pnrr non è ancora online a beneficio di tutti, ma già impazzano le polemiche circa lo scarso livello di realizzazione delle misure, soprattutto sul versante dei target di investimento. Molti tra i soggetti attuatori, ministeri in testa, sono nel mirino e non fa eccezione il dicastero della Salute. La Missione 6, infatti, conta su 15,6 miliardi di euro, che sono rimasti intatti dopo la revisione voluta l’anno scorso dal governo Meloni. Peccato che dalle tabelle che Nursind Sanità pubblica in calce, benché si tratti formalmente ancora di una bozza, risulti una spesa complessiva realizzata pari a 590 milioni, appena il 3,7% del totale quando mancano meno di due anni e mezzo per chiudere e rendicontare tutto.
Se si va nel dettaglio, i numeri che arrivano dalla stessa struttura del ministro competente, Raffaele Fitto, fanno per esempio segnare un rotondo zero alla voce che riguarda lo sviluppo delle competenze del personale, su 182 milioni stanziati. Per la ricerca biomedica siamo invece a 2 milioni spesi su 524 totali, un’inezia. Big data e intelligenza artificiale sono sempre più importanti anche nel settore salute: il Pnrr prevede un impegno da quasi 1,4 miliardi, ma risultano utilizzati soltanto 89 milioni. I capitoli che investono gli ospedali, poi, non vanno meglio: per la digitalizzazione sono stati spesi 85 milioni su 2,86 miliardi, per la sicurezza e sostenibilità dei nosocomi 90 milioni su 889, per le grandi apparecchiature ospedaliere 115 milioni su quasi 1,2 miliardi.
C’è quindi il nodo cruciale dell’assistenza territoriale. Nella revisione voluta da Fitto gli obiettivi erano già stati ridimensionati, ma ora il Governo ammette che in relazione alle Case della comunità sono stati utilizzati 75 milioni su 2 miliardi di euro, per gli Ospedali di comunità 27 milioni su un miliardo, per la telemedicina appena 58 milioni su 1,5 miliardi e per l’implementazione delle Centrali operative territoriali (Cot) solamente 11 milioni su 280. Infine ecco un altro zero per l’assistenza e le cure domestiche.
Da Lungotevere Ripa fanno sapere che i tempi in realtà sono rispettati e che il sistema di registrazione della spesa è in ritardo, dunque non mostra la realtà dei fatti sull’avanzamento. Rimane tuttavia il nodo, da una parte, del reclutamento del personale ad hoc per le nascenti strutture e dall’altra delle risorse a regime per mantenerlo. Basti considerare che servono almeno 20mila unità solo per l’Infermiere di famiglia o comunità. Il Governo punta sull’ulteriore accelerazione che dovrebbe arrivare dal nuovo decreto Pnrr, in Cdm molto probabilmente già oggi. Ma le perplessità in seno al personale e agli stakeholder della sanità aumentano.
La bozza della quarta relazione sullo stato di attuazione del Pnrr
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