20 Marzo 2024

Reggio Calabria: erano stati demansionati, in arrivo oltre 600mila euro per 18 infermieri

Vittoria del Nursind territoriale con una sentenza d'appello che riconosce le prerogative della professione. Il segretario Marrari: "Serve la presenza e il supporto degli Oss 24 ore al giorno"

Di NS
Vincenzo Marrari, segretario territoriale Nursind Reggio Calabria

Arriva un riconoscimento giuridico importante per la professionalità degli infermieri. Il 15 marzo scorso la Corte d’appello di Reggio Calabria, ribaltando la decisione assunta in primo grado, ha condannato il Grande ospedale metropolitano Bianchi Melacrino Morelli (Gom – BMM) del capoluogo reggino a risarcire 18 infermieri, considerati vittime di demansionamento. I lavoratori, assistiti dall’avvocato del Nursind Domenico De Angelis, uno dei legali più esperti in materia, per anni sono stati obbligati a ricoprire mansioni come quelle igienico-sanitarie, ausiliarie e di supporto, che non competono, per profilo professionale, all’infermiere. Ciò è accaduto fino al maggio 2018, quando finalmente sono stati assunti i primi operatori socio sanitari.

I risarcimenti ammontano a una cifra che supera complessivamente i 600mila euro. La sentenza interessa professionisti impiegati presso la U.o.c. di Nefrologia e Dialisi e la U.o.c. di Oncologia. Nei prossimi mesi il Tribunale sarà chiamato, per quanto concerne le cause di demansionamento, a pronunciarsi anche per le altre unità operative, oltre che per ulteriori cause risarcitorie avviate dal Nursind territoriale relativamente al bonus Covid, buoni pasto, vestizione e svestizione, incentivi plasma.

“Ci poniamo come baluardo a tutela della professione infermieristica – ha spiegato il segretario di Reggio Calabria, Vincenzo Marrari -, e abbiamo come obiettivo quello di garantire ai lavoratori di operare in un contesto di piena valorizzazione economica, contrattuale e di rispetto dei diritti della professione infermieristica, che a livello nazionale è riconosciuta come professione intellettuale. Per porre in essere la nostra opera, necessitiamo del giusto rapporto tra infermieri e pazienti, della presenza in organico 24 ore su 24 delle figure di supporto come l’Oss e soprattutto che ci vengano riconosciuti tutti i diritti sanciti dai contratti e dalle vigenti normative”.

Il risultato a suo modo storico è stato commentato anche da Michele Nucera, segretario Nursind nel P.O. Morelli e infermiere di Oncologia: “Sin dalla nascita del sindacato a Reggio, nel 2017, ci siamo trovati di fronte ad una situazione di forte malcontento di tutti i colleghi infermieri, i quali erano demansionati praticamente da sempre. Questa sentenza ripaga in parte anche la nostra dignità professionale che per troppo tempo è stata schiacciata dalla mancanza delle figure di supporto previste”.

 

 

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