23 Aprile 2024

Dengue, l'esperta: "Non preoccuparsi ma adottare comportamenti virtuosi"

Giulietta Venturi, Unità Arbovirus, Hantavirus e virus emergent dell'Iss: "Fenomeno che crescerà, importante la consapevolezza da parte di amministratori, cittadini e medici"

Di Barbara Laurenzi
Foto di FotoshopTofs
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Non preoccupazione ma azione. E soprattutto consapevolezza. È il modo giusto per affrontare la febbre dengue, un fenomeno destinato a crescere, ma che si può fronteggiare con le giuste accortezze. A dirlo a Nursind Sanità è Giulietta Venturi, referente dell’Unità virus emergenti dell’Istituto Superiore di Sanità. Secondo l’esperta, anche se non si possono prevedere numeri certi per la prossima estate, “negli anni la febbre dengue ha avuto, e probabilmente continuerà ad avere una evoluzione a crescere ed è importante essere consapevoli che, se non sarà quest’anno o nel prossimo biennio, prima o poi ci riguarderà”.

In Italia 117 casi importati censiti dall’inizio del 2024. Come si preannuncia l’estate?
Questo è un anno di particolare attenzione. Fino ad oggi, infatti, la dengue in Italia non è stata una malattia endemica ma da importazione, ossia il viaggiatore che andava in una zona in cui circolava questa malattia, veniva punto e la riportava in Italia. Mentre fino allo scorso anno si erano avuti pochi casi locali a partire da casi di importazione, nel 2023 invece si sono avuti in tutta Europa circa cento casi di trasmissione autoctona riconosciuta, dei quali ottanta in Italia, con due focolai, uno nel Lazio e in uno in Lombardia.

Quest’anno promette di superare il 2023? A quanti casi arriveremo?
Non lo possiamo sapere né dire in anticipo. Sicuramente il fattore che desta maggiore attenzione è quello sul numero di casi importazione, che è molto elevato perché la dengue sta circolando in maniera importante in diverse zone del mondo, in particolare in America Latina ma anche in Asia e in Africa. Il 2023 è stato caldo e con numerose zanzare, si sono verificati questi focolai di trasmissione autoctona, sostenuti dalla nostra zanzara tigre. In pratica il viaggiatore torna infetto, viene punto dalla nostra zanzara che a sua volta trasmette l’infezione.

In Italia dobbiamo preoccuparci?
Dipenderà molto da ciò che succederà durante l’estate, ma non userei la parola ‘preoccupazione’. Le cose importanti da fare sono molto chiare: innanzitutto dovrebbe esserci da parte di tutti, sia gli amministratori della cosa pubblica che i cittadini, la consapevolezza dell’importanza dei comportamenti individuali per la lotta alle zanzare. Le persone non devono preoccuparsi ma solo cercare di avere dei comportamenti virtuosi. Consapevolezza del fenomeno che è importante anche da parte dei medici, di quelli del Pronto soccorso, di medicina generale e dei pediatri, perché è una malattia che anche nei bambini può dare una sintomatologia importante.

A proposito di consapevolezza, quali precauzioni o accortezze possono prendere i nostri lettori e i soggetti maggiormente soggette alle punture di zanzare?
Basta seguire comportamenti molto semplici, per esempio, in particolare per chi ha giardini e balconi, rimuovere i ristagni d’acqua nei vasi oppure coprirli, quando non è possibile evitarli, come ad esempio nei tombini. È importate fare dei trattamenti idonei, che non sono quelli contro le zanzare adulte ma, invece, quelli contro lo sviluppo delle larve che si fanno da subito. Dobbiamo evitare che le zanzare vadano a deporre le uova, e che le larve possano poi svilupparsi, con appositi composti contro le larve. Mattina e sera stare attenti a non esporsi alle punture delle zanzare, uso di repellenti e di zanzariere.

E per chi viaggia?
È fondamentale che chi va all’estero e torna con un febbrone segnali al proprio medico in quale Paese è stato, per evitare di esporre al rischio sia se stesso che le altre persone. Una nota positiva, invece, è che la zanzara ritenuta il principale vettore di trasmissione per questa malattia, ossia la aedes aegypti, molto diffusa nelle zone tropicali, da noi non è presente.

La dengue è pericolosa?
È un fenomeno che non va sottovalutato, perché la dengue non è una malattia banale, anzi nei luoghi in cui è endemica causa problemi seri. Chi presenta sintomi deve essere monitorato, e curato se si sviluppa una sintomatologia severa: nella maggior parte dei casi si hanno sintomi lievi, o febbre difficile da distinguer da altre malattie, ma se si presentano sintomi importanti è fondamentale essere ben seguiti. È una malattia che ha tassi di mortalità molto variabili, a seconda che si abbia accesso o meno a delle terapie di supporto, e che paradossalmente rischia di essere pericolosa per chi l'ha già avuta in passato. Si può prendere più volte perché ne esistono quattro tipi diversi, chi l'ha già avuta può avere una nuova forma più grave. Adesso ci sono anche i vaccini ma, in questo caso, è importante rivolgersi al proprio medico.

A metà marzo, nel primo rapporto stilato da un'agenzia dell'Ue sui rischi legati ai cambiamenti climatici, l’Europa ha lanciato l’allarme dengue per i Paesi meridionali, quindi anche l’Italia. È un allarme fondato?
Sicuramente ad oggi i Paesi mediterranei sono quelli che hanno le concentrazioni più alte della zanzara tigre e quindi sono quelli più a rischio. Ma, in linea generale, negli ultimi cinquant’anni, c’è stato un aumento sempre maggiore di questo problema, legato all’incremento degli insetti. Quella che chiamiamo zanzara tigre era presente solo in Asia e ora si è diffusa a livello globale, è una specie invasiva con un’enorme capacità di adattamento e si è diffusa non solo in zone tropicali ma anche in quelle temperate, ad esempio da noi a partire dagli anni 90. L’Italia ormai da anni è completamente colonizzata, ma si sta espandendo anche in altri paesi Europei, anche verso il Nord, ad esempio la Francia. Tutto questo ha certamente a che fare con il cambiamento del clima e la mobilità di merci e persone ma, indubbiamente, l’Italia non è l’unico Paese a rischio.

 

 

 

 

 

 

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