04 Giugno 2024

Liste d'attesa, il j'accuse di Donini (Regioni): "Non siamo stati consultati"

Gelo dall'assessore alla Salute dell'Emilia Romagna, che rappresenta anche l'intero sistema delle autonomie: "Faremo le nostre proposte di modifica a un decreto che appare astratto e privo di coperture"

Di NS
Raffaele Donini

"Le regioni hanno avuto il testo del decreto a poche ore dal Consiglio dei Ministri e quindi significa che il nostro parere non si è ritenuto utile acquisirlo preventivamente. Quindi ci si risparmi almeno l’imbarazzo di dover smentire ogni riferimento alla concertazione con le Regioni. Ci riuniremo nei prossimi giorni e faremo pervenire le nostre proposte di modifica del decreto concordate in modo unanime". Sono parole taglienti quelle che arrivano a caldo da Raffaele Donini, in veste di coordinatore della commissione Salute in sede di Conferenza delle Regioni e al tempo stesso di assessore alla Salute dell'Emilia Romagna, a valle dell'approvazione da parte del governo del decreto legge sulle liste d'attesa.

"Da quello che posso esprimere a titolo personale, come assessore alla Salute della Regione Emilia Romagna - prosegue Donini - si tratta di un decreto ancora privo di coperture finanziarie e molto astratto. Da un lato è evidente la volontà di esautorare le Regioni dalla loro funzione di programmazione sanitaria (questo spiega forse il mancato coinvolgimento delle stesse) con meccanismi di direzione, controllo, ispezione da parte del Governo, direttamente nei confronti delle Asl e non delle Regioni. Si passa cosi dalla retorica dell’autonomia differenziata all’autonomia nell’indifferenziata!".

"Dall’altro lato, si spinge ancora l’acceleratore sulla privatizzazione della sanità, sia favorendo l’attività libero professionale dei medici a scapito di un potenziamento del sistema sanitario pubblico, sia alzando il tetto di spesa per il privato accreditato senza prima assicurare un adeguato finanziamento al sistema pubblico. Molte previsioni organizzative del decreto sono già presenti in alcune regioni fra cui l’Emilia Romagna, alla luce della delibera di giunta sulle liste di attesa dell’aprile scorso. Basti pensare all’impossibilità di tollerare liste chiuse o alla presa in carico obbligatoria della prenotazione o al recall per l’effettuazione della visita con annessa penalità per chi non si presenti. Infine - conclude Donini - benvenga l’intelligenza artificiale per lavorare sull’appropriatezza delle richieste di visite ed esami come già in Emilia Romagna si sta studiando".


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