10 Giugno 2024

Liste d’attesa: il decreto in Gazzetta. Ecco il monitoraggio nazionale

La nuova piattaforma Agenas dovrà garantire l’interoperabilità delle banche dati regionali. L’erogazione di servizi si allarga al sabato e alla domenica. Arriva la flat tax per le prestazioni aggiuntive di medici e infermieri

Di U.S.V.

Gli otto articoli del tanto discusso decreto liste d’attesa (numero 73 del 2024), discusso soprattutto per la carenza di risorse, sono finalmente arrivati in Gazzetta ufficiale ed entrati in vigore nel weekend scorso. Come previsto, il primo prevede l’istituzione della Piattaforma nazionale delle liste d’attesa, gestita da Agenas e finalizzata a realizzare l’interoperabilità delle banche dati di ciascuna Regione sui tempi di erogazione di visite ed esami. In pratica la piattaforma deve consentire il monitoraggio nazionale in relazione a: la misurazione delle prestazioni in lista di attesa sul territorio nazionale; la disponibilità di agende sia per il sistema pubblico che per i privati accreditati; la verifica del rispetto del divieto di sospensione o di chiusura delle attività di prenotazione; la modulazione dei tempi di attesa in relazione alle classi di priorità; la produttività con tasso di saturazione delle risorse; l’appropriatezza nell’accesso alle prestazioni.

Il decreto istituisce poi presso il ministero della Salute l'Organismo di verifica e controllo sull'assistenza sanitaria, nell’ambito del rafforzamento delle attività di controllo del Sistema nazionale di verifica e controllo sull'assistenza sanitaria (SIVeAS). L’ente ha il compito di vigilare e può fare verifiche presso le aziende sanitarie e i privati accreditati sul rispetto dei criteri di efficienza e appropriatezza nell’erogazione delle prestazioni sanitarie, ma anche sulla corretta gestione delle liste d’attesa. Il personale dell'organismo svolge funzioni di polizia amministrativa e giudiziaria. L’articolo 3 invece stabilisce che gli erogatori pubblici e gli erogatori privati accreditati ospedalieri e ambulatoriali afferiscono al Centro unico di prenotazione (Cup) che è singolo a livello regionale o infra-regionale. Viene ribadito il divieto alle aziende sanitarie e ospedaliere di chiudere o sospendere le attività di prenotazione e inoltre la piena interoperabilità dei centri di prenotazione dei privati accreditati con i Cup territoriali è una condizione preliminare per il mantenimento della convenzione con il Ssn.

Il Cup attiva poi un sistema di disdetta delle prenotazioni, per ricordare all'assistito la data di erogazione della prestazione e per richiedere la conferma o la cancellazione della prenotazione effettuata, almeno due giorni lavoratori prima dell’erogazione del servizio, pena la possibilità che l’utente, anche se non si presenta, sia costretto a pagare la prestazione. Il decreto spiega poi che “nell'ambito della gestione delle patologie cronico-degenerative e oncologiche, al fine di ottimizzare la programmazione sanitaria regionale, deve essere definito e garantito l'accesso alle prestazioni presenti nei percorsi diagnostico-terapeutico-assistenziali (Pdta), attraverso agende dedicate”. L’articolo 4 è invece dedicato all’estensione di orario, compresi il sabato e la domenica, per l’erogazione di visite ed esami. In ogni caso, ciascuna azienda sanitaria deve garantire il corretto equilibrio nel rapporto tra l’attività istituzionale e la corrispondente attività intramuraria.

Poi c’è il tema delicatissimo del superamento del tetto di spesa per l’assunzione di personale in seno al Ssn. Per il 2024 è dunque consentito un incremento del livello di esborso fino al 15% rispetto all’esercizio precedente. A partire dal 2025 sarà adottata una metodologia per la definizione del fabbisogno di personale degli enti sanitari sulla base di piani triennali. Ed essi saranno approvati con decreto del ministero della Salute. Il provvedimento contempla quindi misure per il potenziamento dell’assistenza e dei dipartimenti di salute mentale. Mentre l’articolo 7 mette a punto la flat tax al 15% per le prestazioni aggiuntive del personale sanitario, in modo da incentivare una maggiore presenza nei reparti soprattutto di medici e infermieri. Gli oneri crescono via via e a regime, dal 2027, raggiungono i 165,5 milioni di euro l’anno.

 

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