Piemonte: ancora caos sul maxi concorso per gli infermieri
La selezione del febbraio scorso è ostaggio di un ricorso al Tar. Le aziende sanitarie vanno in ordine sparso e propongono spesso clausole vessatorie ai professionisti assunti. Coppolella (Nursind): "Serve subito chiarezza"
Di Ulisse Spinnato Vega

“Grande è la confusione sotto il cielo”, avrebbe chiosato Mao Tse-tung, ma senza aggiungere che “quindi la situazione è eccellente”. Anzi, tutt’altro. In Piemonte è caos nella sanità a causa del maxi concorso per gli infermieri, con 226 vincitori e 1957 idonei, svoltosi nel febbraio scorso e sul quale pende un ricorso al Tar presentato da due candidati per presunte anomalie e irregolarità nello svolgimento delle prove orali. A loro modo di vedere, i colloqui non erano aperti a tutti come invece prevedrebbe la normativa. I giudici amministrativi hanno negato la sospensiva e hanno intanto autorizzato a procedere regolarmente con il reclutamento, anche per tappare le ulteriori falle che si apriranno negli organici con le ferie estive. Ma il pronunciamento di merito, previsto per il prossimo 19 novembre, è una spada di Damocle che incombe sulle decisioni delle varie aziende sanitarie.
Azienda Sanitaria Zero, l’ente della Regione Piemonte che ha bandito il concorso, le ha pungolate e incoraggiate a scorrere la graduatoria. Ma le Asl stanno procedendo in ordine sparso, cercando a volte forme di autotutela, in ragione della loro autonomia, che comportano clausole vessatorie inserite nei contratti sottoposti agli infermieri assunti: per esempio vincoli di mantenimento effettivo del posto di lavoro soltanto a valle di una decisione positiva della giustizia amministrativa sul concorso. Altre aziende sanitarie, come Novara, stanno addirittura vagliando l'ipotesi di bandire selezioni in house alternative a quella di Azienda Zero. L’Asl Città di Torino, invece, si mantiene prudente e dice di voler assumere al momento una sessantina di infermieri contro i 400 previsti.
“La situazione è confusa, siamo in una sorta di anarchia – spiega a Nursind Sanità Francesco Coppolella, segretario regionale Nursind Piemonte – Alcune aziende stanno già scorrendo le graduatorie, altre no. Le clausole vessatorie non hanno senso: se il concorso fosse annullato, cadrebbero anche i suoi effetti. Più che altro si tratta di forme autotutela rispetto a possibili rivalse da parte degli infermieri. La Regione ha invitato ad assumere senza preoccuparsi, ma intanto il problema è che, a fronte di questa confusione, i colleghi sono timorosi, non si sentono garantiti e rinunciano al posto. Il nodo è complesso, certo, ma qualcuno dovrebbe prendere in mano la situazione”.
Coppolella aggiunge: “La Regione aveva chiesto al Tar la procedura d’urgenza per assumere in vista delle ferie estive. Ma il Tribunale non ha ravvisato fosse necessario e questo ci fa essere ottimisti sull’esito del giudizio di merito”. In effetti dalla Direzione sanità del Piemonte, Antonino Sottile giudica remote le ipotesi di annullamento e “in ogni caso, se anche il parere fosse negativo, il Tar potrebbe limitarsi a decidere che le aziende devono interrompere lo scorrimento delle graduatorie e non annullare l’intera procedura, che porterebbe al licenziamento dei lavoratori assunti”. Dunque, sarebbero infondate le preoccupazioni degli infermieri che vivono comunque in un limbo inaccettabile.
Il segretario Nursind Piemonte conclude: “Il fatto che non sia arrivata la sospensiva è un segno positivo”. Ma in caso di bocciatura la Regione potrebbe ricorrere al Consiglio di Stato? “Non posso dirlo con certezza, ma la mia sensazione è che possa accadere – conclude Coppolella – e magari nel frattempo potrebbero prendere nuove iniziative a livello concorsuale. La situazione è fluida e tutte le soluzioni al momento rimangono sul tavolo”.
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