08 Luglio 2024

Bambini e vaccini: la proposta Borghi forse al capolinea, le polemiche no

L'emendamento del leghista al dl Liste d'attesa potrebbe essere ritirato. Ma continua il fuoco di fila di reazioni negative. L'epidemiologo Ciccozzi a Nursind Sanità: "I piccoli sono fragili, vanno tutelati come gli anziani"

Di Ulisse Spinnato Vega
Bambini e vaccini: la proposta Borghi forse al capolinea, le polemiche no

La montagna non partorirà nemmeno il classico topolino. L’emendamento del senatore leghista Claudio Borghi verrà quasi certamente ritirato e nulla di concreto scaturirà dal polverone mediatico di questo weekend. Tuttavia, la proposta di modifica al decreto Liste d’attesa che fa l’occhiolino ai no vax e punta a cancellare l’obbligo vaccinale per i minori di 16 anni e i minori stranieri non accompagnati consente di tirare le somme sullo stato dell’arte della copertura pediatrica rispetto alle malattie infettive più comuni e conosciute.

Secondo l’esponente del Carroccio la legge Lorenzin del 2017, che ha introdotto l’obbligatorietà per 10 vaccinazioni, non ha funzionato, non ha raggiunto gli obiettivi cui puntava e avrebbe piuttosto alimentato “il rifiuto dei vaccini” negli italiani. Ma il professor Massimo Ciccozzi, epidemiologo all’Università Campus Bio-Medico di Roma, la vede in un altro modo e a Nursind Sanità spiega: “Come dico sempre, i vaccini sono vittime del loro successo. Tendono a far scomparire le malattie e quindi la gente pensa che non ci sia più bisogno di loro. Però, se abbassi la guardia, i virus alzano la testa”.

Il caso del morbillo è quello più eclatante e sotto i riflettori. Nel periodo gennaio-maggio 2024, in Italia, sono stati notificati 556 casi, di cui 125 solo nel mese di maggio. Nel 2016, l’anno prima della legge Lorenzin la copertura vaccinale in Italia era all’87% per i bambini con un anno di età che avevano ricevuto la prima dose. Già nel 2017 la percentuale era salita al 92% e nel 2022 ha toccato il 94%, praticamente a un passo da quella soglia del 95% che secondo gli esperti assicura l’immunità di gregge.

Ciccozzi spiega ancora: “Viste le condizioni, mi sembra che soprattutto sul morbillo l’obbligatorietà vada ancora mantenuta, c’è infatti un’incidenza molto alta nei bambini da zero a cinque anni. Attenzione, io non sono per l’obbligo a tutti i costi, bisogna vaccinare chi ne ha bisogno davvero e quando ne ha bisogno. E bisogna lavorare sull’informazione e sulla consapevolezza delle persone. Ma quando parliamo di bambini siamo di fronte a una categoria fragile, da proteggere al pari degli anziani. E certe malattie possono fare ancora seri danni”. L’esperto respinge pure i timori, diffusi nel dibattito pubblico e tra molti genitori, di un sovraccarico sul sistema immunitario dei piccoli legato all’eccesso di vaccini contratti tutti assieme o in un breve lasso di tempo: “Non accade assolutamente nulla. Siamo di fronte a una questione più politica che sanitaria e - taglia corto - io faccio soltanto scienza”.  

Secondo l’emendamento Borghi, i preparati contro morbillo, rosolia, parotite e varicella dovrebbero essere solo raccomandati e non più obbligatori. La proposta non dice nulla invece circa gli altri sei che oggi sono tassativi: anti-poliomielitica, anti-difterica, anti-tetanica, anti-epatite B, anti-pertosse, anti-Haemophilus influenzae tipo b. Secondo la legge, poi, ulteriori quattro sono sempre offerti gratuitamente, ma solo raccomandati: anti-meningococcica B; anti-meningococcica C; anti-pneumococcica; anti-rotavirus. Le vaccinazioni obbligatorie sono vincolanti per l’iscrizione ad asili e servizi dell’infanzia. Mentre dai 6 ai 16 anni senza il certificato di vaccinazione il dirigente scolastico ha l’obbligo di segnalazione del caso all’Asl competente che contatta la famiglia e avvia un percorso per consentire ai bambini e ai ragazzi di recuperare le mancate immunizzazioni. Infine, va detto che i quattro vaccini finiti nel mirino di Borghi, ossia morbillo, rosolia, parotite e varicella, hanno un obbligo che già oggi, secondo la legge, va sottoposto a revisione ogni tre anni in ragione dei dati epidemiologici e delle coperture vaccinali raggiunte.

Peraltro, il Piano nazionale di prevenzione vaccinale (Pnpv) 2023-2025 ha da poco confermato l’importanza delle immunizzazioni “come uno degli indicatori più importanti per verificare l’esito della strategia vaccinale e la sua implementazione”. Ma un po’ come accade per il Piano pandemico, c’è una parte della maggioranza di centrodestra che cerca di modificare radicalmente le direttrici generalmente accettate e promosse dalle policy sanitarie in accordo con la comunità scientifica internazionale.

La proposta Borghi, comunque, incontra un fuoco di sbarramento dagli addetti ai lavori. “Le vaccinazioni sono uno strumento di prevenzione primaria di straordinaria importanza e vengono utilizzate con l’obiettivo di conferire uno stato di protezione ai soggetti che per età, condizioni epidemiologiche, di salute, occupazionali o comportamentali, sono esposti al rischio di contrarre malattie infettive prevenibili mediante immunizzazione – spiega ad esempio la Società italiana d’igiene, medicina preventiva e sanità pubblica (Siti) –. I recenti dati epidemiologici relativi al morbillo dimostrano chiaramente che non si può abbassare la guardia e che, anzi, occorre un ulteriore sforzo per incrementare le coperture vaccinali”.

Uno stop all’emendamento arriva però anche dall’interno della maggioranza, Forza Italia in testa. E le opposizioni vanno all’attacco. La senatrice di Italia Viva Daniela Sbrollini, vicepresidente della Commissione Affari sociali e Sanità del Senato, evidenzia che “l'obbligo vaccinale per i minori di 16 anni ha aumentato la copertura, come dimostrano i dati scientifici e le affermazioni dei pediatri. Toglierlo sarebbe un inutile passo indietro. Questo blitz della Lega è l'ennesimo episodio della strategia di 'guerriglia' che il partito di Salvini sta portando avanti contro la propria maggioranza. È da irresponsabili farlo su un tema così delicato, strizzando l'occhio ai No-vax per mero calcolo politico. Non si gioca con la salute dei cittadini. Spero che il Senato e il ministro Schillaci blocchino questa follia”.

Mentre dal M5s, che pure in passato ha ospitato al proprio interno posizioni scettiche sull’obbligo vaccinale e in alcuni casi apertamente no vax, il deputato Andrea Quartini, capogruppo in Commissione Affari sociali, usa parole di fuoco: “Sarebbe anche il caso di dire basta con questo populismo da strapazzo. La Lega stringe l’occhio al popolo no vax, senza valutare le pericolose ricadute antiscientifiche che le sue posizioni potrebbero determinare. Ma è un atteggiamento al quale non è immune nemmeno Fratelli d’Italia, basti pensare all’impostazione data al Piano pandemico”. Poi l’esponente pentastellato precisa meglio: “Certamente occorre fare un’operazione di campagne vaccinali convincenti, anche per recuperare alcuni errori del passato che avevano portato a cali delle coperture vaccinali, ma di sicuro non è questo il momento di mettere in discussione l’importanza delle pratiche vaccinali”.

 

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