22 Luglio 2024

Dengue, il vaccino riduce del 50% i casi di malattia

Ha un effetto duraturo e un profilo di sicurezza molto buono. Lo confermano i dati dell'indagine realizzata da studiosi delle Università di Bologna e di Ferrara. Tutti i dettagli

Di NS
Foto di Tung Lam

Il virus della Dengue, trasmesso da alcune specie di zanzare, infetta ogni anno circa 400 milioni di persone nelle aree più calde del pianeta, causando più di 3 milioni di morti. In Italia i casi di infezione confermata segnalati all’Istituto superiore di sanità dall’inizio dell’anno sono in totale 259 (dato aggiornato allo scorso 10 giugno 2024). La buona notizia è che il vaccino contro il virus Dengue ha una efficacia superiore al 50% nel ridurre i casi di malattia, con un effetto duraturo e un profilo di sicurezza molto buono. A confermarlo è la prima meta-analisi al mondo sull’efficacia di TAK-003, meglio noto come Qdenga: l’unico vaccino ad oggi approvato in Italia e in molti Paesi europei per la lotta alla Dengue. Pubblicata sulla rivista Vaccines, l’indagine è stata realizzata da studiosi dell’Università di Bologna e dell’Università degli Studi di Ferrara. "Questa è la prima analisi complessiva a livello mondiale e siamo molto contenti dei dati emersi", dice Lamberto Manzoli, direttore della Scuola di specializzazione in Igiene e Medicina Preventiva dell’Alma Mater, che ha coordinato lo studio. "Non era un esito scontato: sono stati necessari molti anni prima di arrivare a sviluppare un vaccino con risultati così buoni".

 

Il cambiamento climatico sta ampliando l’habitat delle zanzare portatrici del virus e questo sta provocando nuove epidemie di Dengue in un numero sempre maggiore di paesi. Anche in Italia, come detto, i casi sono in aumento e il virus è al centro di un’allerta sanitaria. Ad oggi non esiste una terapia efficace contro la malattia e le azioni di bonifica ambientale contro le zanzare non sono in grado di eliminare completamente il rischio di epidemie. L’unica strategia per la prevenzione è quindi quella legata al vaccino: approvato in Europa nel dicembre del 2022, TAK-003, meglio noto come Qdenga, ha mostrato risultati molto promettenti. Finora però non era disponibile una stima complessiva sulla sua efficacia e sicurezza. Gli studiosi hanno quindi esaminato e incrociato i dati dei 19 studi scientifici realizzati fino ad oggi sul vaccino, per trovare solide evidenze della sua capacità di combattere la malattia.

 

Nel complesso sono stati presi in considerazione i casi di oltre 20mila individui coinvolti nei diversi test, anche a distanza di più di un anno dall’ultima somministrazione, sia con una sola dose che con entrambe le dosi previste per la vaccinazione completa. I risultati mostrano, come detto, che il vaccino riduce di oltre il 50% il rischio di contrarre la malattia, con un elevato profilo di sicurezza. Tra chi ha ricevuto entrambe le dosi previste, più del 90% ha sviluppato gli anticorpi contro la Dengue, e la risposta è molto positiva anche tra chi ha ricevuto solo una dose: più del 70% degli adulti e più del 90% dei bambini e adolescenti sviluppano gli anticorpi. "Considerati i risultati ottenuti in termini di sicurezza, immunogenicità ed efficacia, la somministrazione di due dosi può senza dubbio rappresentare uno strumento fondamentale per la prevenzione della Dengue", conferma Maria Elena Flacco, direttrice della Scuola di Specializzazione di Sanità Pubblica dell’Università degli Studi di Ferrara e prima autrice dello studio. “Il vaccino attualmente disponibile può essere quindi molto utile non solo per le popolazioni delle aree endemiche, ma anche per i viaggiatori provenienti da aree non a rischio".

 

 

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