29 Luglio 2024

Peste suina, il primo caso in Piemonte. Al via 600 abbattimenti

Si tratta di una malattia virale non trasmissibile all'uomo. E' contagiosa e letale per suini e cinghiali. Fa parte di quelle patologie che come stabilito dall'Oms, però, richiedono misure di immediata eradicazione

Di NS
Foto di Hans
Foto di Hans

È previsto nel pomeriggio l'abbattimento dei 600 maiali di un’azienda agricola piemontese, la Boldini di San Martino di Trecate (a pochi chilometri da Novara), dopo che è stato accertato il primo caso di peste suina africana (PSA) in un allevamento della regione. A confermare la presenza dell'infezione sono state le analisi dei campioni raccolti dagli operatori dell'Asl di Novara e processati all'Istituto zooprofilattico sperimentale delle Marche e dell'Umbria. I maiali dell'allevamento novarese, tra l’altro, sono già da giorni in totale isolamento.

La peste suina africana, è bene ricordarlo, è una malattia virale, altamente contagiosa e spesso letale, che colpisce suini e cinghiali. La buona notizia, come evidenzia sul suo portale, il Ministero della Salute, è che non è trasmissibile all’uomo. Anche se è causa di ingenti perdite economiche nel comparto suinicolo, con gravi ripercussioni anche sul commercio comunitario ed internazionale di animali vivi e dei loro prodotti.
A causare questa malattia è un virus della famiglia Asfaviridae, genere Asfivirus, incapace di stimolare la formazione di anticorpi neutralizzanti. Questa caratteristica, però rappresenta l’ostacolo più importante alla preparazione di un vaccino, che attualmente non è disponibile in commercio.

L’Organizzazione mondiale per la sanità animale ed il nuovo Regolamento di sanità animale della Commissione europea annoverano la PSA nella lista delle malattie di categoria A, ossia che non appena individuate richiedono l'adozione immediata di misure di eradicazione. Nel caso piemontese, la decisione di abbattere i capi è stata presa nel fine settimana al tavolo di crisi dell'Asl di Novara, a cui partecipano i tecnici dell'Istituto zooprofilattico sperimentale di Torino. L'abbattimento dovrebbe avvenire con tecniche che risparmino il più possibile la sofferenza degli animali, attraverso l'uso di un anestetizzante. Nei prossimi giorni il monitoraggio epidemiologico sarà esteso anche al secondo allevamento della famiglia Boldini, la cui azienda ha sede principale a Robecco sul Naviglio, nel milanese. Una struttura molto più grande dove si trovano 7mila capi.

 

 

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