Aggressioni ai sanitari, il governo punta all'arresto in flagranza anche differito
L'annuncio del ministro Schillaci che insiste: "Serve pure un cambio di marcia culturale". Fnomceo approva e rilancia: "Adesso un decreto legge". Fnopi: "Bene, ma va rafforzata la procedibilità d'ufficio". Nursind chiede di "agire sulle cause strutturali"
Di Pa.Al.
È l’arresto in flagranza di reato anche differito lo strumento individuato dal governo per tentare di arrestare le aggressioni ai sanitari. Un fenomeno che non ha conosciuto battute d’arresto e che, anzi, è in aumento, come dimostra il picco toccato in Puglia nei giorni scorsi. Ad annunciarlo è stato il ministro della Salute Orazio Schillaci che oggi ha incontratovgli Ordini professionali sanitari e che a breve incontrerà anche le parti sindacali. "Ci siamo confrontati, ieri pomeriggio ne ho parlato anche con il ministro Nordio, in questo momento riteniamo che lo strumento più utile per cercare di combattere questo fenomeno inaccettabile è quello di introdurre sempre l’arresto in flagranza di reato anche differita".
Il ministro ha anche ricordato i precedenti interventi dell’esecutivo, sottolineando come lo scorso anno per decreto siano state aumentate "le pene per chi commette violenza nei confronti degli operatori sanitari e istituita anche la procedibilità d’ufficio. Questo – ha aggiunto - evidentemente, lo dimostrano i tanti e tristi casi di cronaca recente, non è più sufficiente". Con Schillaci anche il sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato, che con un post su X ha subito parlato di "una riunione importante".
Secondo il ministro, tuttavia, si tratta innanzitutto di un fenomeno culturale: "Vorrei però sottolineare – ha aggiunto - ieri ho incontrato anche il ministro Piantedosi, che i posti di polizia nell’ultimo anno sono aumentati in maniera significativa, il governo è assolutamente sul pezzo ma si tratta di un problema culturale: bisogna trovare rapidamente in questo momento degli strumenti per contrastare il fenomeno e poi ci vuole anche un cambio di marcia culturale. È inaccettabile che persone che siano lì con il camice bianco per assistere e per aiutare vengano aggredite verbalmente o peggio come abbiamo visto negli ultimi giorni".
Procedibilità d’ufficio, posti fissi di polizia, ma anche la "reclusione da 2 a 5 anni per chiunque si macchi del delitto di lesioni personali ai danni degli esercenti una professione sanitaria o socio sanitaria”. Oltre all’attività dell’ dell’Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e sociosanitarie (ONSEPS), “strumento volto a scongiurare il verificarsi del fenomeno delle aggressioni agli operatori del settore”. Tutti interventi ricordati ieri dal sottosegretario Gemmato in commissione Affari sociali della Camera, interrogato sulla questione aggressioni dal parlamentare Cinque Stelle, Andrea Quartini. Mentre oggi il presidente di Commissione, Ugo Cappellacci, presenta un ordine del giorno al ddl Sicurezza col quale Forza Italia chiede di aumentare i presidi di polizia: "Occorre proseguire – ha spiegato Cappellacci- la strada intrapresa con il decreto 34 del 2023, che ha istituito i presidi sul territorio nazionale e che, insieme agli altri provvedimenti che hanno inasprito le pene per questi episodi, ha rappresentato una prima misura per contrastare la violenza. Grazie a quell’intervento, si è registrato un incremento del 57,1% dei posti fissi di polizia e del 45,4% del relativo organico, ma occorre un ulteriore impegno alla luce di dati che diventano sempre più preoccupanti".
Intanto, lo strumento dell’arresto in flagranza incassa il placet della Fnomceo. Il presidente Filippo Anelli ringrazia infatti il governo per aver condiviso la proposta della Federazione. "È necessario che ora questa attenzione – ha sottolineato però Anelli – si traduca in un decreto legge, che definisca una serie di iniziative operative e normative, a carattere d’urgenza, che comprendano, oltre a sistemi di videosorveglianza, anche procedure di controllo e regolazione degli accessi alle strutture sanitarie e sistemi a garanzia della tutela personale degli operatori". Di "proposta condivisibile" sull’arresto in flagranza di reato anche differito entro 48 ore contro chi commette violenze ai danni degli operatori, parla infine la Fnopi: "La Federazione è da sempre collaborativa sul tema delle aggressioni agli operatori sanitari – ha evidenziato la presidente Barbara Mangiacavalli - e ritiene necessario rafforzare le indicazioni per la procedibilità d’ufficio già prevista dal governo nel decreto bollette. Si tratta di un percorso oggi poco utilizzato all’interno delle aziende e per questo abbiamo chiesto al ministro di rafforzare la sensibilizzazione in questo senso". Mentre il Nursind chiede che si agisca sulle "cause strutturali": "Non c’è niente, sia chiaro, che possa giustificare minimamente le aggressioni ai medici e agli infermieri – ha incalzato il sgeretario nazionale Andrea Bottega –, ma è un dato di fatto che se la stragrande maggioranza dei casi di cronaca si registrano nella sanità pubblica rispetto a quella privata, vuol dire anche che il servizio offerto dal Ssn non è adeguato". Ecco perché "è prioritario intervenire sulla carenza di personale e mettere in campo misure per migliorare la qualità di vita e lavoro all’interno delle strutture ospedaliere".
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