21 Novembre 2024

L'epidemia di colera si allarga. Nel mondo più decessi e meno vaccini

Il nuovo Rapporto Oms: toccata quota 487mila casi e oltre 4mila decessi in 33 Paesi di cinque regioni dell'Agenzia Onu

Di S.D.A.
Foto di Michal Jarmoluk
Foto di Michal Jarmoluk

Torna alta la preoccupazione dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) per l'allargarsi dell'epidemia di colera che nel periodo 1° gennaio-27 ottobre 2024, ha toccato quota 486.760 casi e 4.018 decessi in 33 Paesi di cinque regioni dell’Agenzia Onu. Il nuovo Rapporto indica che, mentre il numero di casi segnalati nell’ottobre 2024 è inferiore del 42% rispetto allo stesso periodo del 2023, il numero di decessi è aumentato del 54%. Dati che rappresentano gravi sfide di risposta all'epidemia. L'Oms ricorda che fattori come conflitti, sfollamenti di massa, disastri naturali e cambiamenti climatici hanno intensificato le epidemie, in particolare in aree rurali e colpite da inondazioni, dove le scarse infrastrutture e l’accesso limitato all’assistenza sanitaria ritardano le cure. Dinamiche transfrontaliere hanno poi reso le epidemie di colera sempre più complesse e difficili da controllare. Nuovi focolai di infezione sono stati segnalati in Iraq (571 casi e un decesso), Libano (un caso senza decesso) e Sud Sudan (49 casi e un decesso), innalzando a 33 il numero totale dei Paesi colpiti nel 2024.

 

Sul fronte cure, a novembre è stata raggiunta una produzione record di vaccini orali contro il colera (Ocv), la più alta dal 2013, grazie alle nuove formulazioni e ai metodi di produzione introdotti e prequalificati quest'anno. Eppure, nonostante questi progressi, l'Agenzia per la sanità delle Nazioni Unite segnala che ad ottobre 2024 le scorte di emergenza di Ocv ammontavano in media a meno di 600.000 dosi, un quantitativo nettamente al di sotto dell'obiettivo di 5 milioni necessari per una risposta efficace. È così che la persistente carenza di vaccini orali continua ad ostacolare gli sforzi volti a controllare le epidemie di colera e a rispondere tempestivamente alla diffusione della malattia.

 

 

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