15 Gennaio 2025

Contratto sanità, e adesso? Naddeo: "Tempi non brevi"

Il presidente Aran a Nursind Sanità dopo la fumata nera sul rinnovo: "Immagino che i sindacati che hanno fatto saltare l'accordo avranno una strategia...". Poi azzarda: "Forse risorse disponibili a fine anno"

Di U.S.V.

Sette mesi di discussione contrattuale andati in fumo. “Un’occasione persa per colpa del protagonismo di qualcuno”, ha tuonato il sindacato degli infermieri Nursind, che aveva dichiarato la propria disponibilità alla firma. E ora? Dalle parti dell’Aran, naturalmente, si mastica amaro e il presidente Antonio Naddeo a caldo ha spiegato: “Abbiamo esplorato tutte le vie per giungere a un accordo, e inoltre sta per partire il periodo di elezioni delle Rsu (Rappresentanze sindacali unitarie), in cui diventerà più aspro il conflitto sindacale e sarà oggettivamente complicato programmare nuovi incontri per il rinnovo del contratto per il comparto sanità”.

Appare impossibile, ad oggi, stabilire dei tempi per un ritorno al tavolo negoziale. E lo stesso Naddeo chiarisce a Nursind Sanità: “Non esiste un cronoprogramma. Come ho già dichiarato, noi abbiamo utilizzato tutte le risorse a disposizione del contratto, circa due miliardi, e tutte i possibili miglioramenti sulle condizioni di lavoro che potevamo dare. Qualcuno le ha definite scatole vuote, io ritengo di no e cercheremo di comunicarlo”.

Bene, ma adesso come si procede? Lo stesso presidente Aran rilancia la palla nel campo delle sigle dei lavoratori: “Sul che fare, lo si può chiedere anche ai sindacati che non hanno sottoscritto, probabilmente una strategia ce l’avranno. Una cosa è certa: il tempo di una definizione di una trattativa e il successivo periodo per il controllo, non è brevissimo”. A chiudere, però, Naddeo azzarda una previsione: “Queste risorse del contratto potranno arrivare verso la fine dell’anno”.

Intanto 581mila lavoratori del Servizio sanitario nazionale, tra infermieri, tecnici, amministrativi e personale sanitario non medico, sono rimasti con un palmo di naso dopo il colpo di scena di ieri. Va ricordato che il rinnovo impegnava 1,78 miliardi di euro di risorse complessive, con un aumento medio di 172 euro per tredici mensilità, pari al 6,9% in più rispetto alle buste paga attuali. In particolare, erano nel piatto 175 milioni per l’indennità di pronto soccorso, 35 milioni per l’indennità di specificità infermieristica e 15 milioni per l’indennità di tutela del malato. Oltre a un ventaglio di innovazioni normative tra cui quelle sul sistema degli incarichi, sull’accesso all’area di elevata qualificazione, sullo smart working, sulle ferie e sulla conciliazione vita-lavoro.  

 

 

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