22 Gennaio 2025

Demenza, ecco i farmaci che ne possono aumentare il rischio

Una possibilità di diagnosi aumentata fino al 125%. Ci sono però anche quelli che producono l'effetto opposto. Sono i risultati di uno studio delle Università di Cambridge e Exeter. Ma non va trascurato neppure il fenomeno della "causalità inversa" che qui spieghiamo

Di NS
 Foto di Gerd Altmann
Foto di Gerd Altmann

Un nuovo studio delle università di Cambridge ed Exeter, che ha coinvolto oltre 130 milioni di persone, ha scoperto che cinque tipi di farmaci comunemente assunti potrebbero aumentare il rischio di demenza. Si tratta degli antipsicotici, alcuni farmaci per la pressione alta, gli antidiabetici, le vitamine, gli integratori e gli antidepressivi. I risultati del lavoro sono stati pubblicati sulla rivista Alzheimer’s and Dementia: Translational Research & Clinical Interventions, come riporta l'Agi


I ricercatori, in particolare, hanno rivelato che alcuni tipi di antidepressivi e antipsicotici, tra cui gli Ssri, sono stati associati a un rischio aumentato fino al 125% di ricevere una diagnosi di demenza. Tuttavia, lo stesso studio ha scoperto che ci sono altri farmaci che possono avere l’effetto opposto. Alcuni vaccini, farmaci antinfiammatori e antibiotici sono stati associati infatti a una riduzione del rischio di circa il 44%. Secondo i ricercatori, si tratta di una scoperta promettente e occorre fare di più per verificare se i farmaci esistenti possano contribuire a combattere la demenza, che rappresenta una vera e propria emergenza globale.


Mentre sono in fase di sviluppo nuovi farmaci innovativi per combattere questa patologia, gli scienziati stanno anche valutando se ci sono farmaci già esistenti che possono essere utili. Nel nuovo lavoro sono stati analizzati i dati di 14 studi che hanno monitorato la diagnosi di demenza in oltre 130 milioni di persone, nonché i farmaci da loro assunti. I ricercatori hanno affermato di aver scoperto alcuni 'candidati' che potrebbero giustificare ulteriori studi come potenziali trattamenti per la demenza.
Determinati vaccini e l’assunzione di trattamenti antimicrobici e farmaci antinfiammatori sono stati associati a un rischio ridotto di sviluppare la demenza. In particolare, i vaccini che sembravano avere questo effetto erano quelli contro l’epatite A, il tifo, l’epatite A e il tifo combinati e la difterite. Studi precedenti hanno suggerito che il vaccino Bcg, che protegge dalla tubercolosi, potrebbe avere anche un effetto protettivo contro l’Alzheimer. Nel frattempo, alcuni antipsicotici, farmaci per l’ipertensione e il diabete e alcuni antidepressivi, tra cui sertralina ed escitalopram, sono stati associati a un rischio più elevato. Tuttavia, gli scienziati hanno sottolineato che questo potrebbe non essere dovuto ai farmaci in sé, ma a una coincidenza, poiché le persone affette da demenza potrebbero essere più inclini a soffrire di condizioni come la depressione e, quindi, aver bisogno di cure.

 
Gli esperti hanno descritto questo fenomeno come 'causalità inversa', in cui la demenza stessa, che può provocare cambiamenti di umore nei malati, determina un aumento delle prescrizioni di antidepressivi. "Il fatto che un determinato farmaco sia associato a un rischio alterato di demenza non significa necessariamente che causi o aiuti a combattere la demenza - precisa Ilianna Lourida dell’Università di Exeter -Sappiamo che il diabete aumenta il rischio di demenza, ad esempio, quindi chiunque assuma farmaci per gestire i livelli di glucosio sarebbe naturalmente esposto anche a un rischio più elevato di demenza, ma ciò non significa che il farmaco aumenti il rischio".

 

 

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