28 Gennaio 2025

Malattie tropicali dimenticate, sono 1,7 miliardi i casi nel mondo

I Paesi ad averne eliminata almeno una raggiungono quota 54 sui 100 previsti, mentre 600 milioni di persone non avranno più bisogno di interventi sanitari, grazie alla road map 2021-2030 dell'Oms. Ma c'è ancora da lavorare. I dettagli

Di NS
Foto di Herney Gómez
Foto di Herney Gómez

Sono 54 Paesi sui 100 previsti ad aver eliminato almeno una malattia tropicale negletta (NTDs) e circa 600milioni le persone che non avranno più bisogno di interventi sanitari. Risultati confortanti quellii raggiunti dalla road map 2021-2030 dell’Organizzazione mondiale della sanità per l’eradicazione delle malattie tropicali dimenticate, ma molto resta da fare.

LE MALATTIE TROPICALI NEGLETTE
Alcune hanno nomi difficili da pronunciare e pochi ne hanno sentito parlare al di fuori di una ristretta comunità scientifica, eppure riguardano una grande fetta della popolazione mondiale, all’incirca 1,7 miliardi di persone. Sono le malattie tropicali neglette (NTDs), un gruppo eterogeneo di patologie, molte delle quali a carattere infettivo, causate da virus, funghi, batteri e tossine che comprendono, tra le altre, Dengue, Zika, chikungunya. Accomunate dall’essere diffuse nelle zone povere e marginalizzate del mondo, specialmente tropicali e subtropicali, con scarse risorse, sono ancora oggi troppo spesso dimenticate dall’agenda politica, dalla ricerca scientifica e invisibili all’opinione pubblica, nonostante incidano significativamente sulla mortalità globale e alimentino stigma sociale e povertà.

GLI ESPERTI FANNO IL PUNTO
"Malgrado le difficoltà di finanziamenti, soprattutto a seguito dell’epidemia di Covid-19, che in molti Paesi ha causato l’interruzione dei programmi di controllo, gli sforzi internazionali hanno permesso di eliminare alcune di queste malattie e di ridurne la prevalenza - sottolinea Federico Gobbi, direttore del dipartimento di malattie infettive e tropicali dell’ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (Verona) e professore associato di malattie infettive all’Università di Brescia. "A livello globale sono 1,76 miliardi le persone che richiedono interventi sanitari per queste malattie. Per contrastare ed eliminare le NTDs, l’Organizzazione mondiale della sanità ha lanciato una road map per le malattie tropicali dimenticate per il decennio 2021-2030 nella quale sono definiti gli obiettivi globali per prevenire, controllare ed eradicare queste patologie", ricorda Denise Mupfasoni del Dipartimento NTDs dell’Oms. "Ad oggi, passati quattro anni dall’introduzione del piano, i risultati raggiunti sono confortanti, infatti si è raggiunta l’eliminazione di almeno una malattia tropicale negletta in 54 Paesi tra i 100 previsti dalla road map e sono oltre 600 milioni le persone che non avranno più necessità di cure, con un significativo risparmio in termini di risorse economiche e sanitarie", aggiunge Dora Buonfrate, direttrice del Centro collaboratore dell’Oms per la strongiloidosi e le altre malattie tropicali neglette.

 

"Con gli sforzi attuali è stato quindi possibile ridurre il numero globale di persone che necessitano interventi contro le malattie tropicali neglette del 25% rispetto a quindici anni fa. Siamo però ancora lontani dal target ottimale fissato dalla road map dell’Oms, pari al 90% di riduzione. Raggiungere questo obiettivo – puntualizza Buonfrate – è fondamentale soprattutto per diminuire l’impatto della malattia in termini di anni di vita persi a causa della patologia che, ad oggi, è stato possibile ridurre solamente dell’11% contro il 75% auspicato dall’Oms dieci anni fa". Prosegue Gobbi: "C’è pertanto ancora molto lavoro da fare per diminuire le infezioni e la circolazione delle malattie e per ridurre il pericolo a livello globale. È innegabile che per raggiungere quanto fissato dall’Oms la comunità mondiale debba impegnarsi in uno sforzo collettivo, finalizzato a sviluppare metodologie diagnostiche da poter utilizzare sul campo in zone dove il sistema sanitario è quasi inesiste e per scoprire farmaci e vaccini. Si deve ragionare in termini di salute globale. Curare chi è più lontano significa prevenire le malattie di chi ci sta accanto, considerando che viviamo in un mondo in cui la salute dell’uomo, degli animali e dell’ambiente sono sempre più interconnesse. Occorre perciò continuare a monitorare da vicino il loro andamento, perché cambiamenti climatici, viaggi e migrazioni portano le NTDs fuori dai loro confini tradizionali e creano quindi potenziali focolai di trasmissione in aree precedentemente non interessate".

 

 

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