09 Aprile 2025

Prestazioni sanitarie: cade l'esclusiva dei medici su diagnosi e terapia

Il ddl, dopo un iter in commissione lento e caotico, arriva nell'Aula del Senato. Intanto i professionisti della salute si accordano per una riformulazione del contestatissimo articolo 1

Di Ulisse Spinnato Vega
Prestazioni sanitarie: cade l'esclusiva dei medici su diagnosi e terapia

Dopo impacci e lentezze di un iter caotico e tribolato in commissione Sanità, finalmente oggi il ddl prestazioni sanitarie arriva in Aula al Senato. Ma la notizia del giorno è l’accordo tra medici, infermieri, ostetriche, farmacisti, fisioterapisti, radiologi e tecnici della prevenzione e riabilitazione per modificare il contestatissimo articolo 1 del provvedimento che prevedeva la competenza “in maniera esclusiva” dei medici su diagnosi, prognosi e terapia. Attorno a questa locuzione si era scatenato un putiferio e in molti, tra cui il sindacato Nursind, avevano paventato il rischio paralisi per il Servizio sanitario nazionale. L’intesa odierna prevede di smussare quella previsione normativa, espungendo dal testo il riferimento all’esclusività e aggiungendo “in merito alla specifica situazione clinica”, in modo da non compromettere le prerogative degli altri professionisti sanitari.

DIETROFRONT ANCHE SUI COSTI SOCIO-ASSISTENZIALI NELLE RSA
Il governo non potrà che recepire questo accordo e dovrà dunque fare un passo indietro, dopo aver inizialmente bocciato ogni ipotesi di modifica dell’articolo 1. E vedremo quale canale o strumento utilizzerà nel prosieguo dell’iter del ddl. Un’altra mezza retromarcia l’esecutivo l’ha fatta ieri con il parere negativo all’emendamento della senatrice leghista Maria Cristina Cantù, relatrice del provvedimento, che in sostanza avrebbe fatto ricadere i costi socio-assistenziali dei pazienti delle Rsa su famiglie ed enti locali. La commissione Bilancio ha infatti utilizzato la mannaia dell’articolo 81 della Costituzione, e quindi la carenza di coperture, per far saltare la modifica secondo cui sarebbero state a carico del Fondo sanitario nazionale le sole attività di rilievo sanitario, con esclusione delle attività socio-assistenziali ad esse connesse. Le opposizioni si sono scatenate parlando di “privatizzazione” di un altro pezzo del Ssn e alla fine l’emendamento è saltato.

DIRETTORI GENERALI: POSSIBILI TAGLI ALLE INDENNITA' DI RISULTATO
In ogni caso, i pareri della commissione Affari Costituzionali e soprattutto della Bilancio hanno parzialmente ridisegnato il testo di legge che, va ricordato, tra le altre cose prevede l’istituzione del Sistema nazionale di governo delle liste di attesa (Singla), con l’obiettivo di coordinare le iniziative nazionali, monitorare e gestire l’equilibrio tra domanda e offerta e vigilare sull’appropriatezza delle prestazioni. Una modifica prevede ad esempio che le Regioni garantiscano l’effettiva erogazione di viste ed esami nelle strutture pubbliche e in quelle private accreditate, assicurando il rispetto dei tempi di attesa. E vanno adottate misure idonee anche nei confronti dei direttori generali delle aziende sanitarie inadempienti, con la possibilità di tagliare fino al 30% dell’indennità di risultato. Inoltre, entro 30 giorni dall'entrata in vigore della legge, il ministro Schillaci dovrà varare un decreto per ridefinire compiti, funzionamento e composizione dell'Osservatorio nazionale sulle liste di attesa. L’organismo infatti, per dire della confusione normativa, aveva delle prerogative attribuite dal decreto istitutivo che ora sono passate in capo proprio al Singla.

PROSEGUE LA LOTTA AI "GETTONISTI"
Prosegue poi la lotta ai cosiddetti “gettonisti” esterni e il provvedimento allarga la possibilità di assumere medici co.co.co., mentre gli specialisti ambulatoriali interni potranno ricevere fino a 100 euro lordi all’ora per prestazioni straordinarie. Viene poi creato un fondo da 3 milioni di euro per incentivare la digitalizzazione degli studi medici. E prosegue il riassetto della rete dei laboratori, con l’introduzione di nuovi presidi di telemedicina. Si punta anche a potenziare i Dipartimenti di salute mentale, con un piano assunzioni che prevede l’inserimento nel 2025-2026 di psicologi, educatori, psichiatri e neuropsichiatri infantili. Viene quindi estesa fino a fine 2026 la possibilità per gli specializzandi di prendere, su base volontaria e al di fuori dell’orario di formazione, incarichi libero-professionali, anche co.co.co., per un massimo di otto ore settimanali.

OK ALLA TELEMEDICINA PER I CERTIFICATI DI MALATTIA
La Bilancio ha dato alla fine parere positivo sulla modifica che consente di avvalersi della telemedicina quale strumento di constatazione diretta da parte del medico, ai fini del rilascio della certificazione di malattia. Passa pure l’emendamento che centralizza l’acquisto dei farmaci orfani per garantire migliori cure a chi soffre di malattie rare. Per quanto riguarda l’accesso agli Irccs, quelli presenti nelle regioni meno popolose (sotto i 500mila abitanti, soglia inferiore al bacino minimo di utenza degli istituti) potranno accogliere cittadini residenti in altri territori e le prestazioni saranno riconosciute in sede di compensazione della mobilità sanitaria interregionale.

CASSATA L'ATTIVITA' LIBERO-PROFESSIONALE
La mannaia della commissione Bilancio si è abbattuta invece per carenza di coperture su modifiche importanti. E in alcuni casi non è mancata la polemica politica, come sulla cancellazione del provvedimento che prevedeva 6 milioni di euro per l’ampliamento della platea delle donne che possono accedere agli screening mammografici. Norma che peraltro la commissione di merito aveva invece approvato. È stata cassata pure la modifica che consentiva di aumentare lo stipendio dei direttori generali degli enti sanitari fino all’80% del tetto massimo retributivo del pubblico impiego. A rimorchio, direttori amministrativi e sanitari avrebbero potuto veder salire la propria busta paga entro la soglia dell’80% di quella dei direttori generali. Ma nulla da fare. Saltate poi l’ulteriore infornata di assunzioni a tempo indeterminato e le risorse pluriennali per il potenziamento tecnologico al dicastero della Salute. Infine, è arrivato il parere contrario sull’emendamento che consentiva ai professionisti sanitari di svolgere, fino a fine 2027, attività extra-lavorative senza le limitazioni previste da alcune norme sulle incompatibilità.

 

 

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