Aviaria, "In Italia prevenzione nel solco Ue"
Il sottosegretario Gemmato risponde al Pd in commissione Affari sociali della Camera. Tra settembre 2024 e marzo 2025 confermati 56 focolai in Italia in allevamenti di tacchini e galline.

Accanto al timore, che pure comincia a serpeggiare in Italia soprattutto tra gli esperti che l’influenza aviaria possa fare il salto di specie e colpire l’uomo – l’ultimo caso fatale, dopo quelli registrati ad esempio in Cambogia è di appena qualche giorno fa, con la morte di una bambina di tre anni in Messico - c’è la preoccupazione degli allevatori per il diffondersi di focolai.
Proprio a partire da quello in un allevamento di tacchini a Mira, in Veneto, confermato a ottobre scorso dall'Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie, oltre che dai casi riscontrati in Lombardia, la deputato dem Antonella Forattini ha interrogato il governo in commissione Affari sociali per capire cosa sia stato messo in campo e se “non ritengano necessario adottare e sostenere misure di biosicurezza sia strutturali che gestionali negli stabilimenti avicoli, oltre che un adeguato piano di prevenzione vaccinale”.
ITALIA NEL SOLCO UE
A rispondere è stato il sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato, spiegando come l’Italia si muova nel solco dell’Europa e quale sia la strategia Ue. "La Commissione europea si sta ultimamente orientando verso un approccio più focalizzato verso l'applicazione di misure preventive che repressive nei confronti dell'influenza aviaria ad alta patogenicità, essendo queste ultime ritenute non più condivisibili sia socialmente che economicamente. In questa recente strategia rientra anche la vaccinazione", ha detto Gemmato. Per poi aggiungere: "L'Italia è perfettamente in linea con l'approccio europeo". "Di recente - ha proseguito - questo governo, per il tramite del ministero della Salute, ha stanziato fondi dedicati volti a consentire di completare lo studio sperimentale che prevede la vaccinazione di circa 5mila tacchini in due allevamenti. Confidiamo, pertanto, nel buon esito di questa attività di ricerca i cui risultati potrebbero rappresentare una svolta nell'attività di prevenzione".
IL PIANO DI MONITORAGGIO SUI BOVINI
Ma il sottosegretario ha anche sottolineato che "alla luce dei recenti focolai di influenza aviaria ad alta patogenicità registrati nei bovini da latte negli Stati Uniti (oltre 1.000), è allo studio da parte del Centro di referenza nazionale un piano di monitoraggio sui bovini, allo scopo di rilevare precocemente qualsiasi rischio di spillover in queste specie del virus aviaria".
Gemmato ha inoltre chiarito che in base al piano di sorveglianza nazionale, "l'Italia è classificata in province a basso, medio ed alto rischio, nelle quali si svolgono le attività di sorveglianza negli uccelli domestici e selvatici, modulando le attività sulla base del rischio", ma anche che il nostro Paese "in stretto raccordo con il Centro di referenza nazionale, attraverso il puntuale monitoraggio dei dati epidemiologici prodotti sull'influenza aviaria dall'Agenzia europea di sicurezza alimentare (EFSA), opera una costante valutazione del rischio di introduzione della malattia negli allevamenti e definisce l'eventuale adozione di misure preventive".
I FOCOLAI IN ITALIA
Naturalmente, come ha affermato il sottosegretario, i focolai di influenza aviaria ad alta patogenicità "si manifestano ciclicamente, ogni anno, in concomitanza dell'arrivo o del transito degli uccelli migratori, a partire dalla metà di settembre e fino alla metà di marzo". Un lasso di tempo – settembre 2024/marzo 2025 – durante il quale sono stati confermati nel Paese 56 focolai, prevalentemente in allevamenti di tacchini e galline ovaiole.
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