14 Aprile 2025

Professioni sanitarie, "Vedremo se il governo farà buon uso del nostro lavoro"

Parla Malavasi (Pd) a Nursind Sanità: "L'indagine conoscitiva del Parlamento ha evidenziato come vada valorizzato il personale, a partire da infermieri e psicologi". Poi incalza: "Nel documento finale omesso ogni riferimento alle responsabilità dell'esecutivo"

Di Elisabetta Gramolini
Professioni sanitarie, "Vedremo se il governo farà buon uso del nostro lavoro"

Un sistema più moderno, coerente e integrato, capace di rispondere ai cambiamenti del settore. A questo guarda il documento finale per il riordino delle professioni sanitarie, elaborato dalla Commissione Affari sociali della Camera dopo intensi mesi di audizioni (ben 62) in vista di una riforma organica che, comunque, come ha annuncitao il ministro Schillaci, sarà a stretto giro presentata in Cdm. Nonostante accolga positivamente il tentativo di affrontare le criticità, Ilenia Malavasi, deputata del Partito democratico e membro della Commissione di Montecitorio, sottolinea con Nursind Sanità l'importanza di migliorare le retribuzioni, ridurre il carico di lavoro e restituire autorevolezza alle professioni per contrastare la fuga dal Servizio sanitario nazionale (Ssn). Ma non solo. Malavasi, tracciando un bilancio finale sul lavoro svolto, punta il dito anche sull'assenza di autocritica da parte del governo attuale riguardo ai finanziamenti ed evidenzia la necessità di riconoscere e valorizzare diverse figure professionali sanitarie e sociosanitarie, fra cui infermieri, psicologi, assistenti sociali e fisioterapisti.

Malavasi, tiriamo le somme del documento.
È molto ricco. È un documento che prova a rappresentare le sollecitazioni arrivate da tutte le professioni sanitarie. Le criticità vengono comunque elencate e indicate quali strutturali. Si parla, ad esempio, della mancata eliminazione del tetto di spesa, della scarsa programmazione legata al reclutamento che ha comportato una rigidità sulla programmazione. Viene inoltre ricordato come ci siano ruoli che non sono valorizzati, per cui è necessario adeguare la formazione per riformare le professioni e provare a superare il problema della carenza del personale.

Cosa tuttavia la lascia perplessa?
Nel documento non viene contestualizzato il dato odierno. Viene fatta un’analisi critica sulle cause che hanno portato alla situazione attuale, senza però dare responsabilità al governo in carica, responsabile di scelte che continuano a depotenziare il sistema sanitario senza un piano di programmazione del personale. È stata una critica che abbiamo fatto anche durante le riunioni di Commissione. Nel testo viene descritto molto bene come sia problematico il dato degli infermieri (più dei medici) e siamo riusciti a parlare anche di altre professioni sanitarie: psicologi, assistenti sociali, operatori sociosanitari, fisioterapisti, sociologi, operatori di radiologia e odontotecnici.

Il ministro Schillaci sottolinea che è stato previsto un aumento per le retribuzioni e che c'è ora la necessità di rendere più attrattiva la carriera dei sanitari.
Il tema delle retribuzioni è enorme perché rimangono molto inferiori rispetto alla media degli altri Paesi europei, soprattutto per gli infermieri che soffrono una differenza del 19-20%. Sulle indennità, in realtà, il governo ha lavorato, ma sono veramente una briciola. C’è poi il dato oggettivo della fuga dal Servizio sanitario nazionale, delle aggressioni, del bornout, la fatica del ricambio generazionale e di trovare nuove leve. È evidente che la professione sanitaria vada resa dignitosa dal punto di vista economico e più attrattiva.

Il documento secondo lei risponde agli attuali bisogni di salute?
Sì. C'è una parte in cui si parla del benessere psicosociale perché è evidente ci sia un disagio crescente nella comunità che porta a fenomeni di bullismo e violenze soprattutto nei pronto soccorso. A tal proposito, un'altra battaglia che dobbiamo riuscire a condurre in porto è il potenziamento del ruolo degli psicologi dentro gli ospedali e nelle reti dei distretti sociosanitari. In questo caso, il testo è stato già condiviso e votato all'unanimità, ma mancano le risorse. Un problema che riguarda anche l’organico in servizio perché la carenza di personale e il possibile conseguente burn out sono fattori che fanno allontanare dalla professione.

E adesso la palla passa al governo. Il ministro Schillaci ha già annunciato un provvedimento normativo di rifroma che sarà presentato presto in Consiglio dei ministri. 
Ovviamente leggeremo l’iniziativa per vedere se sono state accolte le istanze. Il documento elaborato in Parlamneto mette in evidenza tante esigenze nuove. Ci sono, per esempio, professioni che chiedono di essere valorizzate come gli infermieri, gli Oss e i fisioterapisti. Al testo abbiamo lavorato con serietà e sappiamo che dà al governo tante responsabilità. Vedremo se saranno capaci di farne un buon uso.

A proposito di profili professionali, in passato ha presentato delle interrogazioni proprio su figure nuove come per esempio l'assistente infermiere e l'Oss strumentista in sala operatoria.
Ho fatto diverse proposte perché penso che i professionisti siano l'anima e il cuore del sistema sanitario nazionale. Ho portato avanti iniziative per gli operatori sociosanitari di cui si parla pochissimo, mentre sono profili, insieme a quello dell'infermiere più frequenti in ospedali, centri diurni, strutture protette. Sono figure collante e quanto prima riusciremo a formarle adeguatamente tanto prima riusciremo a farle innamorare del servizio pubblico, rendendo quest'ultimo più competitivo rispetto al privato.

 

 

 

 

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