Polverone liste d'attesa, è tutti contro tutti
Si riaccende il mai sopito scontro tra Schillaci e le Regioni. Su queste ultime pende la spada di Damocle del commissariamento in caso di inadempienze. Schlein (Pd) attacca: "I tempi continuano ad allungarsi". La replica del ministro

Le liste d’attesa oltre ad essere ormai una piaga per la sanità italiana sono anche il terreno di scontro preferito per maggioranza e opposizione. Non che invece sia cessato il conflitto tra Regioni e ministro della Salute. Tutt’altro. Sugli enti territoriali pende infatti la spada di Damocle di un commissariamento in caso di inadempienze, una eventualità che risulta indigesta alle Regioni. Il casus belli è costituito, infatti, dal Dpcm che contempla poteri sostitutivi in capo al Ministero e che proprio domani sarà tema al centro della Conferenza Stato-Regioni. Ma ad aggiungere sale sulle ferite oggi ci ha pensato pure la segretaria del Pd.
PD ALL'ATTACCO
All’indomani del via libera in Senato al ddl prestazioni sanitarie (anch’esso finalizzato a ridurrei tempi delle prestazioni), Elly Schlein è salita sul ring, cavalcando il nervo scoperto dei rapporti tesi tra il ministro della Salute e le Regioni. "Dopo quasi un anno dal decreto fuffa di Giorgia Meloni, che avrebbe dovuto abolire le liste d’attesa – ha detto l’inquilina del Nazareno - fatto a pochi giorni dalle elezioni europee, la situazione per la sanità pubblica è sempre più drammatica. Non solo perché le liste d’attesa continuano ad allungarsi, con ricadute gravi sulla salute dei cittadini italiani, ma anche perché il governo Meloni, dopo i tagli della scorsa legge di bilancio sulla sanità, brancola nel buio. Ormai anche i governatori di destra accusano il governo di non aver stanziato risorse adeguate e di non avere un piano concreto, come dimostra il litigio tra il ministro Schillaci e il presidente Fedriga".
LA REPLICA DI SCHILLACI
Parole che hanno suscitato una raffica di reazioni. Lo stesso ministro stavolta ha ribattuto: "Nessun litigio con Fedriga anzi massima collaborazione". Per poi aggiungere: "Dall'opposizione, mi aspetterei collaborazione concreta più che disinformazione. Quando si controbatte citando il caso singolo, si danneggia solamente il lavoro intenso delle nostre strutture che indubbiamente possono fare meglio ma, a fronte del singolo episodio, erogano giornalmente milioni di prestazioni di qualità. Viene da chiedersi se all'opposizione interessi davvero che finalmente abbiamo un monitoraggio reale sul fenomeno, e non dati episodici, e che le regioni, che stanno applicando correttamente il decreto liste d'attesa, stanno vedendo risultati tangibili". Non solo, ma Schillaci ha anche voluto evidenziare che i risultati di cui parla "sono a beneficio di tutti i cittadini, anche degli elettori dell'opposizione che nel passato non ha vigilato, non ha programmato ma ha solo distribuito pochi soldi, senza controllo e continua a chiederne altri senza obiettivi specifici. Liguria, Basilicata, Lombardia, Lazio, Piemonte, Marche, Veneto, Toscana, ad esempio, mostrano come i risultati si ottengano quando la serietà coincide con l'applicazione delle leggi".
DECRETO SCHILLACI: I NUMERI
A dare man forte al ministro anche il presidente della commissione Affari sociali di Montecitorio, Ugo Cappellacci, che ha esibito i numeri del decreto Schillaci: "Nel Lazio i tempi medi di attesa per prestazioni critiche sono passati da 42 a 9 giorni; in Piemonte, 25.000 prestazioni recuperate in un solo mese; in Liguria, il sistema di recall ha ridotto del 50% le assenze agli appuntamenti, ottimizzando le agende e anticipando visite per molti pazienti. Questa non è propaganda: è la prova concreta che il decreto funziona, laddove viene applicato con serietà".
IL CASO LAZIO
Proprio dal Lazio infine si è fatto sentire il governatore Francesco Rocca. Pure lui sciorinando dati: "Invito il segretario Elly Schlein a prendere nota dell’intenso e faticoso lavoro portato avanti dalla Regione Lazio, grazie al quale stiamo invertendo la rotta sulle liste d’attesa. Ad esempio, il 95,7% di cittadini, oltre 700mila, ha prenotato nei primi trenta giorni del 2025 una visita sul Recup, ricevendo un appuntamento nei tempi di garanzia previsti dalla legge. La percentuale sale al 96,5% se consideriamo le prestazioni critiche. Si tratta di risultati che parlano da soli, considerando che i tempi di attesa venivano rispettati solo al 78,6% quando governava la sinistra. Le linee guida nazionali prevedono il rispetto dei tempi di garanzia in almeno il 90% dei casi, target abbondantemente raggiunto e superato dalla Regione Lazio, anche grazie alla riforma introdotta dal governo Meloni e dal ministro Schillaci, nonostante un rilevante aumento delle prestazioni erogate".
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