17 Aprile 2025

Pandemie, verso l'accordo globale. Ma senza Usa

Le nazioni del mondo hanno siglato una bozza d'intesa sul trattato. Il direttore generale Tedros: "Il multilateralismo è vivo e vegeto". Tre anni di negoziato. Ecco quali sono stati gli scogli più difficili da superare e cosa prevede il documento

Di NS
Pandemie, verso l'accordo globale. Ma senza Usa

Per la prima volta nell’ambito dell’Organizzazione Mondiale per la Sanità (OMS) le nazioni del mondo hanno siglato una bozza di accordo per prevenire e far fronte congiuntamente alle future pandemie. La notizia dell’accordo è stata riportata dalla prestigiosa rivista “Nature”. “Questo è un momento decisivo nella storia della salute globale”, afferma Lawrence Gostin, specialista in diritto e politica sanitaria presso la Georgetown University di Washington DC, che ha seguito da vicino i negoziati. L’accordo “stabilisce alcune norme molto importanti per garantire la sicurezza mondiale”. L’accordo è stato stipulato senza gli Stati Uniti, che si sono ritirati dal trattato sulle pandemie il giorno dell’insediamento del presidente americano Donald Trump a gennaio. Questo riduce il potere dell’accordo, afferma Gostin, ma è anche fonte di forza. “Invece di crollare di fronte all’attacco del presidente Trump alla salute globale, il mondo si è unito”. 

TRE ANNI DI NEGOZIATO
Il risultato arriva dopo oltre tre anni di intensi negoziati. Come ricorda l'Oms in una nota, inoltre, nel dicembre 2021, al culmine della pandemia di Covid-19, gli Stati membri dell'Organizzazione hanno istituito l'Organismo intergovernativo di negoziazione (INB) per redigere e negoziare una convenzione, un accordo o un altro strumento internazionale, ai sensi della Costituzione dell'Oms, per rafforzare la prevenzione, la preparazione e la risposta alla pandemia. Soddisfatto il direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus: "Le nazioni del mondo hanno fatto la storia a Ginevra - ha detto ieri - Raggiungendo il consenso sull'accordo sulla pandemia, non solo hanno messo in atto un'intesa generazionale per rendere il mondo più sicuro, ma hanno anche dimostrato che il multilateralismo è vivo e vegeto e che, nel nostro mondo diviso, le nazioni possono ancora lavorare insieme per trovare un terreno comune e una risposta condivisa a minacce comuni". Per poi aggiungere: "Attendiamo con ansia che l'assemblea mondiale della sanità prenda in considerazione l'accordo e – ci auguriamo – ne adotti uno"

 

LA BOZZA DI TRATTATO
Le proposte contenute nel testo elaborate dall'INB includono l'istituzione di un sistema di accesso ai patogeni e di condivisione dei benefici; l'adozione di misure concrete per la prevenzione delle pandemie, anche attraverso un approccio One Health; la creazione di capacità di ricerca e sviluppo geograficamente diversificate; l'agevolazione del trasferimento di tecnologie e relative conoscenze, competenze ed esperienze per la produzione di prodotti sanitari correlati alle pandemie; la mobilitazione di una forza lavoro qualificata, formata e multidisciplinare per le emergenze sanitarie a livello nazionale e globale; l'istituzione di un meccanismo finanziario di coordinamento; l'adozione di misure concrete per rafforzare la preparazione, la prontezza, le funzioni e la resilienza del sistema sanitario; e l'istituzione di una rete globale di logistica e catena di approvvigionamento.
La proposta afferma la sovranità dei paesi nell'affrontare le questioni di salute pubblica all'interno dei propri confini e stabilisce che nulla nella bozza di accordo debba essere interpretato nel senso di conferire all'Oms l'autorità di dirigere, ordinare, modificare o prescrivere leggi o politiche nazionali, o di obbligare gli Stati ad adottare misure specifiche, come vietare o accettare viaggiatori, imporre obblighi vaccinali o misure terapeutiche o diagnostiche o attuare lockdown.

 

I PUNTI CRITICI
Durante la pandemia da COVID-19, la distribuzione dei vaccini nei Paesi a basso reddito è stata molto più lenta rispetto a quella nei paesi ad alto reddito, e alcuni paesi sono stati accusati di accumulare vaccini . Un punto critico del trattato – la cui negoziazione ha richiesto più di tre anni – è stato rassicurare i paesi poveri “che le disuguaglianze che abbiamo visto con la COVID – ha spiegato Michelle Childs, direttrice del Dipartimento di advocacy politica dell’iniziativa Drugs for Neglected Diseases, un’organizzazione no-profit di Ginevra – sarebbero state affrontate". I paesi con industrie farmaceutiche forti, nel frattempo, erano preoccupati dal dover accettare di condividere la loro tecnologia. "È iniziato con il ‘no’ di alcuni stati membri”, ha aggiunto la co-presidente dell'INBa Matsoso - Ma alla fine, col tempo, credo che si sia fatta strada quella che definirei la voce della ragione".
 

COME FUNZIONERÀ
I dettagli di come funzionerà esattamente il sistema devono ancora essere definiti. Tuttavia, l’accordo stabilisce che devono essere previste disposizioni per la condivisione "rapida e tempestiva" delle informazioni e che i produttori che aderiscono all’accordo devono mettere a disposizione dell’Oms almeno il 20 per cento dei vaccini, dei farmaci e dei dispositivi diagnostici che producono durante una pandemia. Un portavoce della Federazione internazionale delle associazioni e dei produttori farmaceutici (IFAP), con sede a Ginevra, afferma che è importante che l’accordo si traduca in un "piano pratico" che incentivi le aziende farmaceutiche di ogni dimensione a investire nella ricerca sui patogeni.

LA TEMPISTICA
La bozza di accordo sarà presentata all’Assemblea mondiale della sanità a maggio e, se adottata, dovrà essere ratificata dagli Stati membri: un processo che potrebbe richiedere mesi o anni. Oltre a promuovere un accesso equo ai prodotti sanitari, il trattato stabilisce che i paesi dovrebbero "promuovere e altrimenti facilitare o incentivare" lo scambio di tecnologie e know-how per consentire ai produttori delle nazioni a basso reddito di produrre i propri farmaci e vaccini. Stabilisce inoltre che i governi debbano imporre condizioni per la ricerca su farmaci e vaccini da loro finanziati – sia presso università che aziende – per "promuovere un accesso tempestivo ed equo" durante le pandemie. Tali condizioni potrebbero includere la possibilità per altre aziende di produrre i prodotti, politiche di prezzo accessibili e la pubblicazione di protocolli e risultati di studi clinici pertinenti.

 

 

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