Pandemie, verso l'accordo globale. Ma senza Usa
Le nazioni del mondo hanno siglato una bozza d'intesa sul trattato. Il direttore generale Tedros: "Il multilateralismo è vivo e vegeto". Tre anni di negoziato. Ecco quali sono stati gli scogli più difficili da superare e cosa prevede il documento

Per la prima volta nell’ambito dell’Organizzazione Mondiale per la Sanità (OMS) le nazioni del mondo hanno siglato una bozza di accordo per prevenire e far fronte congiuntamente alle future pandemie. La notizia dell’accordo è stata riportata dalla prestigiosa rivista “Nature”. “Questo è un momento decisivo nella storia della salute globale”, afferma Lawrence Gostin, specialista in diritto e politica sanitaria presso la Georgetown University di Washington DC, che ha seguito da vicino i negoziati. L’accordo “stabilisce alcune norme molto importanti per garantire la sicurezza mondiale”. L’accordo è stato stipulato senza gli Stati Uniti, che si sono ritirati dal trattato sulle pandemie il giorno dell’insediamento del presidente americano Donald Trump a gennaio. Questo riduce il potere dell’accordo, afferma Gostin, ma è anche fonte di forza. “Invece di crollare di fronte all’attacco del presidente Trump alla salute globale, il mondo si è unito”.
TRE ANNI DI NEGOZIATO
Il risultato arriva dopo oltre tre anni di intensi negoziati. Come ricorda l'Oms in una nota, inoltre, nel dicembre 2021, al culmine della pandemia di Covid-19, gli Stati membri dell'Organizzazione hanno istituito l'Organismo intergovernativo di negoziazione (INB) per redigere e negoziare una convenzione, un accordo o un altro strumento internazionale, ai sensi della Costituzione dell'Oms, per rafforzare la prevenzione, la preparazione e la risposta alla pandemia. Soddisfatto il direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus: "Le nazioni del mondo hanno fatto la storia a Ginevra - ha detto ieri - Raggiungendo il consenso sull'accordo sulla pandemia, non solo hanno messo in atto un'intesa generazionale per rendere il mondo più sicuro, ma hanno anche dimostrato che il multilateralismo è vivo e vegeto e che, nel nostro mondo diviso, le nazioni possono ancora lavorare insieme per trovare un terreno comune e una risposta condivisa a minacce comuni". Per poi aggiungere: "Attendiamo con ansia che l'assemblea mondiale della sanità prenda in considerazione l'accordo e – ci auguriamo – ne adotti uno"
LA BOZZA DI TRATTATO
Le proposte contenute nel testo elaborate dall'INB includono l'istituzione di un sistema di accesso ai patogeni e di condivisione dei benefici; l'adozione di misure concrete per la prevenzione delle pandemie, anche attraverso un approccio One Health; la creazione di capacità di ricerca e sviluppo geograficamente diversificate; l'agevolazione del trasferimento di tecnologie e relative conoscenze, competenze ed esperienze per la produzione di prodotti sanitari correlati alle pandemie; la mobilitazione di una forza lavoro qualificata, formata e multidisciplinare per le emergenze sanitarie a livello nazionale e globale; l'istituzione di un meccanismo finanziario di coordinamento; l'adozione di misure concrete per rafforzare la preparazione, la prontezza, le funzioni e la resilienza del sistema sanitario; e l'istituzione di una rete globale di logistica e catena di approvvigionamento.
La proposta afferma la sovranità dei paesi nell'affrontare le questioni di salute pubblica all'interno dei propri confini e stabilisce che nulla nella bozza di accordo debba essere interpretato nel senso di conferire all'Oms l'autorità di dirigere, ordinare, modificare o prescrivere leggi o politiche nazionali, o di obbligare gli Stati ad adottare misure specifiche, come vietare o accettare viaggiatori, imporre obblighi vaccinali o misure terapeutiche o diagnostiche o attuare lockdown.
I PUNTI CRITICI
Durante la pandemia da COVID-19, la distribuzione dei vaccini nei Paesi a basso reddito è stata molto più lenta rispetto a quella nei paesi ad alto reddito, e alcuni paesi sono stati accusati di accumulare vaccini . Un punto critico del trattato – la cui negoziazione ha richiesto più di tre anni – è stato rassicurare i paesi poveri “che le disuguaglianze che abbiamo visto con la COVID – ha spiegato Michelle Childs, direttrice del Dipartimento di advocacy politica dell’iniziativa Drugs for Neglected Diseases, un’organizzazione no-profit di Ginevra – sarebbero state affrontate". I paesi con industrie farmaceutiche forti, nel frattempo, erano preoccupati dal dover accettare di condividere la loro tecnologia. "È iniziato con il ‘no’ di alcuni stati membri”, ha aggiunto la co-presidente dell'INBa Matsoso - Ma alla fine, col tempo, credo che si sia fatta strada quella che definirei la voce della ragione".
COME FUNZIONERÀ
I dettagli di come funzionerà esattamente il sistema devono ancora essere definiti. Tuttavia, l’accordo stabilisce che devono essere previste disposizioni per la condivisione "rapida e tempestiva" delle informazioni e che i produttori che aderiscono all’accordo devono mettere a disposizione dell’Oms almeno il 20 per cento dei vaccini, dei farmaci e dei dispositivi diagnostici che producono durante una pandemia. Un portavoce della Federazione internazionale delle associazioni e dei produttori farmaceutici (IFAP), con sede a Ginevra, afferma che è importante che l’accordo si traduca in un "piano pratico" che incentivi le aziende farmaceutiche di ogni dimensione a investire nella ricerca sui patogeni.
LA TEMPISTICA
La bozza di accordo sarà presentata all’Assemblea mondiale della sanità a maggio e, se adottata, dovrà essere ratificata dagli Stati membri: un processo che potrebbe richiedere mesi o anni. Oltre a promuovere un accesso equo ai prodotti sanitari, il trattato stabilisce che i paesi dovrebbero "promuovere e altrimenti facilitare o incentivare" lo scambio di tecnologie e know-how per consentire ai produttori delle nazioni a basso reddito di produrre i propri farmaci e vaccini. Stabilisce inoltre che i governi debbano imporre condizioni per la ricerca su farmaci e vaccini da loro finanziati – sia presso università che aziende – per "promuovere un accesso tempestivo ed equo" durante le pandemie. Tali condizioni potrebbero includere la possibilità per altre aziende di produrre i prodotti, politiche di prezzo accessibili e la pubblicazione di protocolli e risultati di studi clinici pertinenti.
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