19 Luglio 2022

I fragili in Italia? Nel 2021 l'assistenza domiciliare integrata ha preso in carico solo il 2,9% di over 65

E' quanto emerge dai dati di Italia Longeva. Il sottosegretario alla Salute Sileri: "Serve un approccio globale per raggiungere l'obiettivo del 10% previsto dal Pnrr entro il 2026"

Di NS
I fragili in Italia? Nel 2021 l'assistenza domiciliare integrata ha preso in carico solo il 2,9% di over 65

Secondo i dati dell’Indagine 2022 di Italia Longeva, nel 2021 l’assistenza domiciliare integrata ha preso in carico il 2,9% delle persone con più di 65 anni, rispetto all’obiettivo del 10% entro il 2026 fissato dalla Missione 6 del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Proprio di fronte a questi numeri il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, osserva che “prendersi carico delle fragilità, anche in ottica ‘One Health’, richiederà interventi non soltanto sulla sanità, ma anche sul lavoro, sull’ambiente, sui trasporti, sulle condizioni socio-assistenziali che inevitabilmente hanno ricadute sulla salute”.

 

Nel suo intervento a ‘Long-term care – Stati generali dell’assistenza a lungo termine’, che si è svolto oggi presso l’Auditorium Biagio D’Alba del ministero della Salute, sottolinea proprio come  la disponibilità di dati di dettaglio, con la percentuale di fragili presi in carico provincia per provincia sia “uno strumento fondamentale e prezioso per la programmazione degli interventi“: “Ritengo che questo specifico rilevamento andrebbe istituzionalizzato e ripetuto ogni anno, in modo da poter verificare l’impatto ed i risultati degli interventi di riforma del sistema sanitario che stiamo mettendo in campo, e di aggiustarli per garantire uniformità su tutto il territorio. Occorre quindi potenziare il sistema di raccolta dei dati – aggiunge – colmando le lacune attuali: solo così riusciremo a capire in anticipo quali saranno le malattie del domani e programmare gli interventi sanitari più appropriati”.

 

Per rispondere alle sfide di una sanità che deve potenziare la presa in carico delle persone con fragilità, Sileri ritiene che sia necessario un cambio di paradigma: “Bisogna smettere di ragionare ‘per silos’ ed adottare un approccio globale: oltre all’intervento sanitario propriamente detto, la cura, bisogna lavorare sulla prevenzione, che tra l’altro genera un risparmio di costi, ed intervenire su temi che non fanno parte della sfera sanitaria ma interagiscono con essa, come la questione climatica, l’inquinamento, la gestione dei rifiuti. L’obiettivo deve essere quello di accompagnare la persona lungo tutto l’arco della sua vita, nell’ottica di tutelarne il benessere, che non è soltanto l’assenza di malattie”.

 

Tirando le somme, il sottosegretario sottolinea infine che “l’obiettivo del Pnrr di prendere in carico il 10% dei fragili entro il 2026 richiede tre elementi fondamentali: anzitutto i luoghi (ospedali di comunità, case della salute, distretti sanitari); quindi le persone, gli operatori sanitari che spesso oggi sono in numero insufficiente e devono essere adeguatamente formati; ed infine i modelli, che diventano virtuosi se riescono a mettere in comunicazione tutta la filiera sanitaria e a far dialogare settore pubblico e privato”. Per poi concludere: “È un processo che richiede tempo ma per il quale oggi finalmente ci sono le risorse: i fondi del Pnrr che ci permettono di riorganizzare i servizi mettendo finalmente al centro le persone e non più i luoghi di cura, ma anche l’incremento strutturale del Fondo sanitario nazionale, già programmato sino al 2024 e che mi auguro venga confermato anche nel futuro, che ci consentirà di rendere sostenibile nel tempo questo nuovo modello di sanità”.

 
Leggi anche:
Un italiano over60 su cinque è vulnerabile e oltre un milione di anziani è affetto da fragilità severa
 
Sempre più vicini ai nostri lettori.
Segui Nursind Sanità anche su Telegram