Aifa si cambia, ma la riforma accende lo scontro maggioranza-opposizione
Passa in Senato la norma del decreto Nato-Ssn Calabria che elimina il dg e affida la rappresentanza legale al presidente dell'Agenzia. Zampa (Pd): "Colpo di mano". Zullo (FdI) a Nursind Sanità: "Ora governance funzionale a portare avanti i progetti Pnrr"

È sull’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) che si consuma l’ultimo scontro tra maggioranza e opposizione. A far insorgere il centrosinistra e in particolare il Partito democratico è stato l’inserimento nel decreto Nato-Ssn Calabria (approvato da Palazzo Madama con 86 voti a favore e ora atteso a Montecitorio) di un emendamento a prima firma Ignazio Zullo (medico e senatore di Fratelli d’Italia) che sostanzialmente ridisegna la governance dell’Agenzia del Farmaco.
Il testo sopprime la Commissione consultiva tecnico-scientifica (Cts) e il Comitato prezzi e rimborso (Cpr) di Aifa con l’attribuzione delle funzioni ad una commissione unica denominata Commissione scientifica ed economica del farmaco (Cse) ed elimina la figura del direttore generale di Aifa, conferendo al presidente dell’Agenzia la rappresentanza legale. Una delle novità riguarda il fatto che, con un decreto del ministero della Salute, sono individuate non più solo le funzioni ma anche le modalità di nomina dello stesso presidente di Aifa, nonché del direttore amministrativo e del direttore tecnico-scientifico, due figure istituite dalla riforma dell'ex ministra della Salute Giulia Grillo nel 2019, ma ad oggi mai nominate.
Originariamente, invece, il decreto Nato-Ssn Calabria prevedeva semplicemente la proroga della Commissione consultiva tecnico-scientifica e del Comitato prezzi e rimborso operanti presso l'Agenzia italiana del farmaco fino al 28 febbraio 2023.
Un cambiamento che ha fatto insorgere Sandra Zampa, senatrice dem e responsabile sanità del Partito democratico, che ha espresso “profonda contrarietà” e ha parlato apertamente di “colpo di mano”. “Maggioranza e Governo - spiega Zampa - hanno preso una decisione sbagliata nel metodo e nel merito di fronte alla quale noi ribadiamo la nostra disponibilità al confronto purché si arrivi a un ripensamento”.
Per Zampa è fondamentale “la separazione tra il direttore generale, garante dell'indipendenza dell'Agenzia, e il Consiglio di amministrazione. Eliminando la figura del dg andrebbe ripensato tutto il sistema”. Sulla stessa lunghezza d’onda l’ex ministra della Salute Beatrice Lorenzin che aggiunge: “Con la nuova governance accentrata nelle mani del presidente del Cda, di natura totalmente politica, si snatura la missione dell'Agenzia e la sua natura d'indipendenza scientifica così come il virtuoso equilibrio dei poteri e delle responsabilità”.
Da Fratelli d’Italia, però le accuse vengono respinte al mittente. A Nursind Sanità il senatore Zullo, capogruppo del partito in commissione Lavoro e Sanità, spiega che la riorganizzazione dell’Aifa “è una esigenza che si protrae da tempo. Sin dall’entrata in vigore dell’articolo 38 del decreto 152 del 2021 si poneva la necessità di una rivisitazione dell’Agenzia al fine di consentire alla stessa un assetto adeguato a promuovere gli investimenti in ricerca e sviluppo di carattere pubblici sui farmaci in attuazione della missione 6 del Pnrr”.
“C’è bisogno di intervenire su Aifa – aggiunge Zullo - perché molto spesso le mancate risposte sono conseguenze di burocrazia e di artificiosa complessità organizzativa di organismi. Abbiamo pensato a un assetto organizzativo allineato con quello delle agenzie regolatorie della politica del farmaco di livello europeo e in linea con la governance delle altre agenzie nazionali”.
Il senatore di Fratelli d’Italia ricorda la riforma dell’ex ministra Grillo, rimasta incompiuta, e la necessità di colmare un vuoto legislativo con l’inserimento delle figure del direttore amministrativo e del direttore tecnico scientifico.
Zullo rigetta le accuse del Pd: “Zampa, non si sa su quali basi, parla di un rallentamento del lavoro di Aifa. Beata lei che ha la capacità di prevedere il futuro. In realtà non c’è nessun impoverimento dell’Agenzia. L’abbiamo solo riorganizzata per dare seguito ad una eredità lasciata dai precedenti legislatori”.
Sul rischio di una Aifa meno indipendente, invece, Zullo spiega: “Al contrario, io credo che aumenti l’indipendenza, ora sarà meno vincolata ai desiderata del ministro. In Aula anche il Pd ha ammesso che c’era bisogno di riformare l’Aifa”.
Sul problema di metodo, cioè di un emendamento inserito all’ultimo momento in un decreto che riguardava per lo più altri temi, Zullo infine replica così: “La norma su Aifa era già inserita nel decreto. L’emendamento è stato mandato via pec, non c’è nulla di segreto. È stato presentato in Commissione, esaminato dall’Aula: si poteva subemendare e fare una proposta alternativa. L’opposizione non è stata estranea al processo di legiferazione, dunque non capisco queste critiche”.
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