Irccs: dal Cdm arriva l'ok definitivo al riordino
Il Governo ha varato il decreto legislativo: introdotti standard internazionali per il riconoscimento del carattere scientifico degli istituti. Definito anche il bacino territoriale minimo di riferimento

Varato in via definitiva dal Cdm il decreto legislativo di riordino della disciplina degli Irccs, gli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico. Il testo attua una delega già approvata dal Parlamento nella scorsa legislatura. Il decreto si inserisce nell’ambito della “Missione 6 – Salute” del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), con lo scopo di rafforzare e migliorare il rapporto fra ricerca, innovazione e cure sanitarie. Il via libera odierno è definitivo perché il testo tiene conto del parere delle commissioni parlamentari competenti e giunge a valle dell’intesa della Conferenza Stato-Regioni.
Le nuove norme, tra l’altro, introducono criteri e standard internazionali per il riconoscimento e la conferma del carattere scientifico di Irccs, con la valutazione dell’impact factor, della complessità assistenziale e l’indice di citazione, per garantire la presenza di sole strutture di eccellenza. Si definiscono, poi, le modalità di individuazione del bacino minimo di riferimento che consente l’attribuzione della qualifica Irccs più coerente con le necessità dei diversi territori. Oggi questo genere di istituti sono arrivati a quota 53 nel nostro Paese.
“L'aggiornamento dell'assetto regolatorio del regime giuridico degli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico - ha spiegato il ministro della Salute, Orazio Schillaci - è un provvedimento in applicazione del Pnrr e riguarda innovazione e ricerca e digitalizzazione del Ssn con espresso riferimento all'assetto regolatorio del regime giuridico degli Irccs con l'obiettivo di rafforzare il rapporto fra ricerche e innovazione e cure sanitarie”.
Schillaci ha poi spiegato che “la riforma degli Irccs è una delle azioni individuate proprio dal Pnrr per migliorare la situazione strutturale italiana e costituisce proprio una parte integrante della ripresa che si intende attivare anche in relazione alle risorse europee”. “Questa riorganizzazione va nella direzione di mantenere elevati gli standard del nostro sistema sanitario nazionale: bisogna avere dei centri di eccellenza in grado di competere dal punto di vista clinico scientifico a livello nazionale ma anche internazionale, in modo tale - ha concluso il ministro - da poter garantire prestazioni di elevata complessità ai cittadini”.
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