13 Settembre 2023

"Servono subito risposte al drammatico calo di iscrizioni in Infermieristica"

Il segretario del Nursind commenta i dati sulle domande agli atenei per le professioni sanitarie e incalza le istituzioni: "Bisogna prevedere da un lato aumenti di stipendio e dall'altro maggiore autonomia professionale"

Di Andrea Bottega*

Non ci consola affatto dire oggi che siamo stati facili profeti nel lanciare l’allarme sul sempre minore appeal che esercita la professione di infermiere. I dati sulle iscrizioni agli atenei per le professioni sanitarie parlano chiaro: il calo anche quest’anno delle domande di accesso ai corsi di laurea in Infermieristica è drammatico, ma purtroppo è solo la prova di quanto noi da tempo tocchiamo con mano nelle strutture sanitarie. Solo che la presa d’atto non basta. Senza un intervento immediato salta in aria l’intero Ssn. È inutile girarci intorno: se mancano gli infermieri gli ospedali chiudono.

Mentre su Medicina con 80mila domande su 20mila posti, le richieste delle Regioni vengono evase, per Infermieristica siamo lontani anche da qualsiasi soglia di sicurezza: con circa 3mila domande in più rispetto ai posti messi a bando (19.860 posti e 22.870e domande, ndr), infatti, vuol dire che non si riuscirà neppure a coprire il turnover. Parliamo di una carenza stimata di 70mila unità che è destinata solo ad aumentare. Ecco perché non c’è più fiato da sprecare, bisogna rendere più attraente la professione e per farlo non occorre riunire un trust di cervelli alla ricerca di una formula magica. La ricetta è una sola: prevedere da un lato aumenti di stipendio e dall’altro maggiore autonomia professionale. A tal proposito, infatti, non è possibile che le competenze acquisite con master e lauree specialistiche restino sulla carta e non si traducano nello svolgimento di attività che tra l’altro oberano il lavoro dei medici, dalla gestione dei codici bianchi nei pronto soccorso alle medicazioni o prescrizione dei presidi utilizzati dall’infermiere stesso.

Quello che noi chiediamo a Governo e Parlamento è di modificare le regole di esercizio delle professioni sanitarie che sono ferme al secolo scorso. La sanità nel corso degli ultimi decenni è cambiata ed è inconcepibile che il lavoro dei suoi professionisti non sia al passo coi tempi.

 

*Segretario nazionale Nursind

 

 

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