Gravidanza: il Pd punta alla gratuità per il test prenatale non invasivo
Presentata alla Camera dai dem una proposta di legge che inserisce il Nipt nei Lea. Furfaro: "Oggi è costoso, ecco perchè vogliamo eliminare questo classismo". Siani: "Si tratta di un esame che ha zero rischi"

Le future mamme devono poter accedere, in modo gratuito, al test del Dna fetale per la diagnosi delle anomalie del nascituro. Uno screening sicuro e non invasivo rispetto alla villocentesi o l’amniocentesi, perché si effettua con un semplice prelievo di sangue della madre, ma che ora è disponibile solo privatamente. Parte da questa considerazione la proposta di legge, presentata a Montecitorio dal Partito democratico, con cui si chiede di inserire il Nipt (acronimo inglese di Non invasive prenatal testing) nei livelli essenziali di assistenza, per renderlo accessibile a tutte nel primo trimestre di gravidanza.
Il primo firmatario è Marco Furfaro, capogruppo dem in commissione Affari sociali: "Questo test - spiega - è effettuato solo in regime privatistico ed è molto costoso, quindi non tutti possono permetterselo. Inserirlo nei Lea elimina questo classismo". Chi vuole accedere a questo servizio al momento deve assumersi un costo che va dai 500 ai 700 euro, ma anche oltre in alcuni territori. Solo alcune regioni come Toscana, Emilia Romagna, Puglia, Lombardia hanno avviato progetti sperimentali per rimborsarlo.
La proposta del Pd vuole essere a disposizione dell'intero Parlamento: "Non ci interessa mettere una bandierina. Chiediamo alla maggioranza di approvarla insieme e velocemente", dice Furfaro. L'importanza di questo progetto è confermata da Paolo Siani, direttore Pediatria del Santobono di Napoli ed ex deputato, che spiega: "Si tratta di un test che ha zero rischi perché si effettua con un prelievo di sangue, è facile da fare e utile perché in Italia i parti avvengono in età sempre più matura". Siani ricorda che il 9% dei primi figli arriva dopo i 40 anni e "sappiamo che l'età della mamma è un fattore di rischio ad esempio per l'insorgenza della sindrome di down", sottolinea il pediatra. Quindi lo screening è "raccomandabile per donne non più giovani e va comunque somministrato insieme a una consulenza genetica", chiude Siani. La responsabile Sanità del partito Marina Sereni sottolinea infine che il progetto ha l'obiettivo di "ridurre le disuguaglianze in sanità ed è coerente con l'idea di investire in prevenzione".
Veniamo al testo depositato alla Camera dal titolo 'Disposizioni per l'inserimento dell'esame diagnostico prenatale non invasivo (NIPT) nell'ambito dei livelli essenziali di assistenza a carico del Servizio sanitario nazionale'. Il Nipt, si legge, "è uno screening prenatale non invasivo e indolore, sicuro sia per la mamma che per il feto" e "rappresenta il test con la maggiore sensibilità (>99%) e capacità di rilevare in modo precoce alcune patologie fetali, in particolare le Trisomie 13 (sindrome di Patau), 18 (Sindrome di Edwards) e 21 (sindrome di Down)". Un fenomeno che non va sottovalutato se è vero che le anomalie cromosomiche, ricorda il Pd nella proposta, "interessano una persona su 150 e rappresentano la causa di circa il 50% delle perdite precoci di gravidanza". L'articolo 4, infine, chiede al ministero della Salute di promuovere campagne di informazione sull'importanza di eseguire i test prenatali. II costo per lo Stato è quantificato in 30 milioni di euro annui.
Sempre più vicini ai nostri lettori.
Segui Nursind Sanità anche su Telegram