"Valorizziamo gli infermieri per ridurre gli accessi impropri ai pronto soccorso"
Si potrebbero cosìincidere sui tempi di attesa e al tempo stesso sul fenomeno odioso delle aggressioni che nella maggior parte dei casi sono l'effetto diretto di una mancata risposta alla domanda di cura
Di Andrea Bottega*
I numeri sugli accessi impropri ai pronto soccorso, oltre a dirci che la strada del potenziamento dell’assistenza territoriale, imboccata con il Pnrr, sia quella giusta, sono anche un’ulteriore conferma di quanto noi sosteniamo da tempo e cioè che valorizzare le professioni sanitarie non mediche, in particolare quella dell’infermiere, può dare risposta al bisogno di cure dei cittadini.
Guardiamo ad esempio ai malati cronici. Questi pazienti potrebbero prevenire ricadute ed evitare di fare ritorno nei ps proprio attraverso la presa in carico da parte dell’infermiere di famiglia nelle Case di comunità. Ma anche promuovere l’attività diretta degli infermieri in ambulatori ad hoc, una volta riconosciute a questa professione competenze avanzate, può rivelarsi il vero punto di svolta, riuscendo a incidere sia su quel 22% di accessi impropri ai Ps, e quindi riducendo i tempi d’attesa, e sia sul fenomeno odioso delle aggressioni che nella maggior parte dei casi è l’effetto diretto, seppure sbagliato, di una mancata risposta alla domanda di cura.
*Segretario nazionale Nursind
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