15 Luglio 2024

Vaccini pediatrici, Oms-Unicef: "E' stallo, siamo ai livelli pre-Covid"

Nel 2023 esclusi o sottovaccinati 2,7 milioni di piccoli. Le Agenzie Onu raccomandano ai governi di colmare il divario e di rafforzare il sistema

Di S.D.A.
Foto Unicef
Foto Unicef

Il tema delle vaccinazioni pediatriche si riprende la scena in Italia e non solo. Nei giorni scorsi in Senato l'emendamento al decreto Liste d'attesa della Lega (primo firmatario il senatore Claudio Borghi) ha acceso il dibattito e anche se - come pare - la Commissione Affari sociali e Sanità va verso il rigetto definitivo dell’abolizione dell’obbligo vaccinale da zero a 16 anni, non è esluso che il senatore leghista ripresenti alla prima occasione la sua proposta. Per contro, a livello mondiale, invitano ad avanzare con le vaccinazioni i dati pubblicati oggi dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e dall’Unicef (il Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia). Emerge infatti come "nel 2023 la copertura vaccinale globale sia in stallo: ne restano esclusi, o sottovaccinati, 2,7 milioni di bambini. Le lancette dell'orologio tornano quindi ai livelli pre-pandemici del 2019".

 

Le recenti stime delle due Agenzie Onu sulla copertura vaccinale nazionale (Wuenic), richiamano alla "necessità di continui sforzi di recupero e rafforzamento del sistema". "Le ultime tendenze dimostrano che in molti Paesi mancano troppi bambini" all'appello delle vaccinazioni, ha affermato il direttore esecutivo dell’Unicef Catherine Russell che ha ricordato come per "colmare il divario" serva "uno sforzo globale di governi, partner e leader locali che investano nell’assistenza sanitaria di base e negli operatori comunitari per garantire che ogni bimbo venga vaccinato e che l’assistenza sanitaria complessiva sia rafforzata". Secondo i risultati, "il numero di minori che hanno ricevuto tre dosi di vaccino contro difterite, tetano e pertosse (Dtp) nel 2023 - un indicatore chiave per la copertura vaccinale globale - si è fermato all’84% (108 milioni)". Tuttavia, "il numero di bambini che non hanno ricevuto una singola dose di vaccino è aumentato da 13,9 milioni nel 2022 a 14,5 milioni nel 2023. Si tratta di minori che vivono in 31 Paesi con contesti fragili, colpiti da conflitti" dove i piccoli sono particolarmente vulnerabili a malattie prevenibili a causa dell'interruzione e della mancanza di accesso alla sicurezza, alla nutrizione e ai servizi sanitari. Non solo, sono 6,5 milioni i minori che non hanno completato la terza dose di vaccino Dtp, necessaria per ottenere la protezione dalla malattia.

 

Oms e Unicef dimostrano che la copertura vaccinale mondiale è rimasta sostanzialmente invariata dal 2022 e, ancor più allarmante, non è ancora tornata ai livelli del 2019, "tanto che si cominciano a registrare epidemie di morbillo": risultano quasi 35 milioni di bambini senza protezione o con protezione solo parziale. Nel 2023, solo l’83% dei bambini in tutto il mondo ha ricevuto la prima dose di vaccino contro il morbillo attraverso i servizi sanitari di base, mentre il numero di coloro che hanno ricevuto la seconda dose è aumentato in maniera modesta rispetto all’anno precedente (il 74% dei bambini). E' così che "non si centra l'obiettivo di copertura al 95% ritenuto indispensabile per prevenire epidemie ed evitare malattie e decessi non necessari", avvertono le due agenzie. Per non parlare del fatto che si allontana sempre più il target di eradicazione del morbillo. "Negli ultimi cinque anni, le epidemie di questa malattia hanno colpito 103 Paesi, dove vivono circa tre quarti dei bambini del mondo e la bassa copertura vaccinale (80% o meno) è stata un fattore importante", sottolineano ancora Oms e Unicef. Al contrario, 91 Paesi con una forte copertura vaccinale contro il morbillo non hanno avuto epidemie. "Le epidemie di morbillo sono un campanello d'allarme: evidenziano le lacune nell’immunizzazione di cui sono vittime per primi i più vulnerabili", ha affermato Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Oms che tuttavia assicura: "Questo è un problema risolvibile. Il vaccino contro il morbillo è economico e può essere somministrato anche nei luoghi più difficili. L’Oms è impegnata a lavorare con tutti i nostri partner per aiutare i Paesi a colmare questi divari e proteggere i bambini più a rischio il più rapidamente possibile".

 

Non c'è solo il morbillo. I dati resi disponili oggi affrontano anche il tema della "copertura vaccinale mondiale contro il papillomavirus umano, l’Hpv, che è aumentata notevolmente tra le ragazze": la percentuale di adolescenti a livello globale che hanno ricevuto almeno 1 dose di vaccino Hpv, che fornisce protezione contro il cancro cervicale, "è salita dal 20% del 2022 al 27% del 2023". Un risultato reso possibile in gran parte grazie alla Gavi Alliance, una partnership pubblico-privata nata nel 2000 con l'obiettivo di favorire l’accesso alle campagne di vaccinazione, in particolare in Paesi come il Bangladesh, l'Indonesia e la Nigeria. "Il vaccino Hpv è tra quelli di maggior impatto nel portafoglio di Gavi ed è incredibilmente rassicurante che ora stia raggiungendo più ragazze che mai", ha affermato Sania Nishtar, amministratore delegato di Gavi. "Con i vaccini ora disponibili per oltre il 50% delle ragazze ammissibili nei Paesi africani possiamo vedere che abbiamo un percorso chiaro per eliminare questa terribile malattia, sebbene resti ancora molto lavoro da fare", ha spiegato. E tuttavia, la copertura vaccinale contro l’Hpv resta ben al di sotto della soglia del 90%, quella che assicura l'eliminazione del cancro cervicale in termini di problema di salute pubblica. "La vaccinazione, infatti, raggiunge solo il 56% delle ragazze adolescenti nei Paesi ad alto reddito e il 23% in quelli a basso e medio reddito".

 

Un recente sondaggio condotto su oltre 400mila utenti della piattaforma digitale dell’Unicef per i giovani (U-Report) ha rivelato che oltre il 75% non è consapevole o non è sicura di cosa sia l’Hpv. Quando sono state informate del virus, del suo legame con il cancro e dell’esistenza di un vaccino, il 52% delle intervistate ha dichiarato essere disponibili alla vaccinazione, ma di avere impedimenti di carattere economico (41%) e legati alla mancanza di disponibilità (34%). In sintesi, per Oms e Unicef, nonostante i progressi modesti in alcune Regioni, tra cui quella africana e i Paesi a basso reddito, le ultime stime evidenziano la necessità di accelerare gli sforzi per raggiungere gli obiettivi dell’Agenda di immunizzazione 2030 (IA2030) di una copertura del 90%. Da par sua, dunque, il Consiglio di partenariato IA2030 chiede maggiori investimenti nell’innovazione e nella collaborazione continua e raccomanda ai partner di intensificare il sostegno alle leadership nazionali per migliorare l’immunizzazione di routine. Ai vertici comunitari, poi, si chiede "solido appoggio politico e finanziamenti sostenibili".

 

 

 

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