04 Ottobre 2024

Manovra, Schillaci punta su assunzioni e defiscalizzazioni

L'obiettivo per il ministro è reperire risorse "per un piano pluriennale" di reclutamento di personale medico e sanitario "e per far sì che ci sia un maggior numero di operatori nel servizio sanitario pubblico"

Di NS

L’attenzione da qui ai prossimi mesi è naturalmente rivolta alla manovra e soprattutto alle risorse che saranno destinate alla sanità. Che il piatto pianga è risaputo. E il pressing da parte del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti sui Ministeri per tagliare le spese ne è la prova. Da parte sua, però, il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ribadisce quella che è la direttrice sulla quale si sta muovendo: le assunzioni. "Per noi quest’anno è importante avere in manovra le risorse adeguate per un piano pluriennale di assunzioni di personale medico e sanitario negli ospedali e per far sì che ci sia un maggior numero di operatori nel servizio sanitario pubblico”, ha spiegato.

"Insieme a questo, la priorità è pagare meglio chi già lavora nel servizio sanitario nazionale, in particolare abbiamo a cuore se possibile che venga tassata in maniera minore l’indennità di specificità di tutti gli operatori" del pubblico, un po’ come "è stato fatto per le ore di straordinario nel decreto liste d’attesa".

Le liste d’attesa, appunto. Altro fronte sul quale, dopo l’approvazione del decreto, non mancano i problemi (a cominciare dai decreti attuativi ancora assenti). È un nodo, si sa, che sta particolarmente a cuore a Schillaci, che anche oggi ha avvertito: "Le Regioni devono fare la loro parte, le liste d'attesa non possono essere chiuse". Secondo il ministro, "è impensabile che non ci sia un'organizzazione in grado di trovare una visita specialistica con tempi di attesa di un anno, questo è inaccettabile non solo per me, ma per i cittadini". In merito a un accentramento delle competenze a livello nazionale, il ministro invece ha rassicurato: "Un controllo che io non voglio esercitare, perché ho massimo rispetto delle Regioni con le quali c'è piena collaborazione e alle quali la legge demanda una parte della sanità, ma ognuno deve fare la sua parte perché saranno i cittadini a capire chi funziona e chi non funziona con tutte le conseguenze del caso". 

 

 

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