23 Gennaio 2025

Lega sulle orme di Trump: "Italia fuori dall'Oms"

I senatori Borghi e Bagnai presentano un ddl per recidere i legami con l'Organizzazione mondiale della sanità. Le reazioni di alleati e opposizione

Di Pa.Al.

L’eco della ritirata degli States dall’Oms è arrivata naturalmente in Italia. E non è solo un’eco, dal momento che l’ordine esecutivo firmato da Trump ha fatto breccia nel cuore leghista. Il senatore Claudio Borghi (nella foto), capogruppo leghista in commissione Bilancio di Palazzo Madama - insieme al collega di partito Alberto Bagnai - ha annunciato infatti un ddl ad hoc per lo stop all’adesione anche da parte dell’Italia all’Organizzazione mondiale della sanità.

Un disegno di legge che si aggiunge all’emendamento, sempre a firma Lega, già presentato al decreto Milleproroghe e che prevede l’immediata uscita dell’Italia dall’Oms. "Oggi depositiamo un disegno di legge per l’abrogazione del decreto legislativo che risale al 1947 e che ci lega all’Organizzazione mondiale della Sanità". Il tema è l'"eccesso di potere" da parte di alcuni organismi: "Bisogna recuperare sovranità. L’Oms è tutt’altro rispetto ad un’organizzazione che fa del bene al mondo, ma fa del bene a chi è dentro all’Oms. Un terzo del bilancio dell’Organizzazione va negli stipendi del personale". Non può sfuggire, tuttavia, che il ddl sia anche un atto di fede leghista nel trumpismo, oltre che un modo per il partito di Salvini di recuperare terreno al di là dell’Atlantico, dopo la partecipazione della premier Giorgia Meloni alla cerimonia di insediamento del neo presidente degli Stati Uniti.

Iniziativa simbolica o meno, comunque il senatore Borghi ha assicurato il massimo impegno perché il disegno di legge "venga calendarizzato al più presto". E, anzi, ha rilanciato nel corso di una conferenza stampa: "Confidiamo che sul ddl ci sia condivisione da parte degli alleati con cui c’è un confronto da tempo sulla questione dell'Oms", ha rimarcato. Per poi citare l’operato del collega di FdI Lucio Malan "che ha sempre condiviso buona parte di queste problematiche” anche per costruire “la posizione non scontata dell'Italia all'ultima assemblea dell'Oms" e quindi la decisione di non approvare "il trattato pandemico".

Messaggio esplicito anche alle minoranze: "Penso che questa proposta debba essere condivisa anche dalle opposizioni. Quelle stesse forze che si sono sempre spinte per essere a tutti costi atlantiste, mi sembra sia il caso che siano atlantiste anche stavolta".
Il senatore ha infine fornito un po’ di numeri: "Un terzo del suo bilancio va negli stipendi del personale. Uno stipendio medio è vicino ai 150mila euro, completamente esentasse. Soltanto la spesa in viaggi è, in un anno, pari a 160 milioni. E si chiede a noi di finanziare questa gente? Il contributo italiano è di circa 100 milioni all’anno e sono convinto che potrebbero trovare migliore allocazione per il Servizio sanitario nazionale o per progetti insieme agli Stati Uniti come la lotta all’antibiotico resistenza".

La Lega, come detto, ha chiamato in causa i partiti alleati e quelli di opposizione. E le risposte non hanno tardato ad arrivare. Per Forza Italia, per esempio, è stato il capogruppo alla Camera, Paolo Barelli, a licenziare l’iniziativa come "un passo troppo azzardato". Per Maurizio Lupi, presidente di Noi Moderati, "l’Oms può e deve essere migliorata, ma uscirne sarebbe sbagliato e controproducente". Il principale partito di minoranza ha schierato invece la responsabile Salute Marina Sereni: "C’è da domandarsi – ha punzecchiato l’esponete Pd - cosa ne pensino il ministro Schillaci e il ministro degli Esteri di una proposta che, se approvata, rischierebbe di isolare l’Italia dal resto della comunità internazionale su un tema così cruciale come la tutela della salute".

 

Sempre più vicini ai nostri lettori.
Segui Nursind Sanità anche su Telegram