28 Marzo 2025

Addio al test d'ingresso. Ecco le nuove regole per l'immissione a Medicina

Il decreto legislativo che manda in soffitta il numero chiuso è stato approvato oggi in Cdm. La selezione avverrà alla fine del primo semestre. Bernini: "Gli studenti affronteranno un esame. Eliminiamo lo squallido mercato della formazione privata"

Di NS

Stop al test d'ingresso e, quindi, al numero chiuso per i corsi di laurea magistrale in Medicina e chirurgia. La riforma a lungo discussa e tanto chiacchierata arriva al giro di boa. Il Coniglio dei ministri ha approvato infatti, su proposta del ministro dell'Università e della ricerca, Anna Maria Bernini, il primo decreto legislativo attuativo della legge delega per la revisione delle modalità di accesso ai corsi di laurea magistrale in Medicina e chirurgia, in odontoiatria e protesi dentaria e in medicina veterinaria. Proprio Bernini ha volto evidenziare che "abbiamo già 30mila posti in più a disposizione dal 2023 e ogni anno continueremo ad aprire. Sarà un'apertura inarrestabile". Il ministro ha infatti rivendicato la scelta di aver superato il numero chiuso con un'apertura "progressiva e sostenibile". "Il numero chiuso a medicina come lo abbiamo conosciuto fino a ora non esiste più - ha spiegato - sarà aperto progressivamente sulla base dei fabbisogni: abbiamo istituito un osservatorio ed è sulla base di questo che apriremo ogni anno di un qualcosa in più, creando un numero sostenibile. Abbiamo aderito alla teoria del numero aperto in maniera sostenibile, progressiva e programmata per non scassare il sistema universitario con una apertura troppo improvvisa e non programmata in termini di infrastrutture".

Un passaggio chiave della riforma riguarda il compimento del primo semestre ed è proprio su questo aspetto che Bernini si è sofefrmata: "Gli studenti saranno formati all’interno dell’università, gratuitamente durante le lezioni, e dovranno affrontare un esame finale al termine del semestre. Un esame e non un test". Ecco perché il minsitro ha aprlato di "semestre caratterizzante in cui si formano gli studenti all’esito dei quali si avranno due sessioni di esami di profitto per dire chi entrerà poi al corso di laurea". Così, ha aggiunto ancora, "eliminiamo lo squallido mercato della formazione privata sui test, che non formava sui contenuti ma formava su domande di test, a volte nemmeno esistenti".
 

 

LA RIFORMA
La riforma prevede, appunto, l’abolizione del test d’ingresso con la previsione di un semestre ad accesso libero e il superamento del numero chiuso, così come lo abbiamo conosciuto fino a oggi, con la previsione di una programmazione più dinamica con conseguente aumento graduale e sostenibile dei posti disponibili (+30mila dal 2023 nell’arco dei successivi 7 anni) con il conseguente rafforzamento del Sistema sanitario nazionale. Nel dettaglio, il testo prevede: 

-Accesso libero e quindi abolizione, già dall’anno accademico 2025/2026, del test di ingresso.

-Iscrizione obbligatoria e gratuita a un secondo corso di laurea dell’area di scienza della Salute: gli studenti che si iscriveranno a medicina dovranno iscriversi contemporaneamente a un altro corso di laurea o di laurea magistrale a ciclo unico di area biomedica, sanitaria, farmaceutica e veterinaria. L’iscrizione al secondo corso di laurea è gratuita relativamente al primo semestre. Lo studente mantiene comunque la facoltà di iscriversi a un corso di studio al di fuori dell’area di Scienze della Salute.
-Semestre filtro: gli studenti potranno iscriversi liberamente ai corsi di laurea magistrale in medicina e chirurgia, odontoiatria e protesi dentaria e medicina veterinaria frequentando un semestre filtro durante il quale studieranno discipline qualificanti comuni nelle aree di scienze biologiche, chimiche e fisiche. Le materie specifiche di studio saranno individuate con un decreto ministeriale, con il parere del Consiglio universitario nazionale (CUN), tenendo conto degli obiettivi culturali e formativi comuni agli insegnamenti impartiti nel primo semestre. Il numero complessivo di crediti formativi universitari (CFU) non potrà essere in ogni caso inferiore a 18. Per assicurare a tutti gli studenti l’opportunità di usufruire di un’offerta formativa coordinata, uniforme e ispirata ai più elevanti standard qualitativi internazionali è prevista l’armonizzazione dei singoli piani di studio sulla base di un Syllabus nazionale. Sarà possibile ripetere il semestre filtro fino ad un massimo di tre volte. Le università, nell’esercizio della propria autonomia, individueranno, sulla base del numero degli studenti iscritti al semestre filtro, le modalità di erogazione della didattica più opportune, organizzando le attività formative, a seconda dei casi, anche mediante l’integrazione tra didattica in presenza e modalità da remoto.

- Ammissione al secondo semestre: l’ammissione al secondo semestre sarà subordinata al conseguimento di tutti i crediti formativi universitari stabiliti per gli esami del semestre filtro e alla collocazione in posizione utile nella graduatoria nazionale sulla base dei voti ottenuti. Ulteriori specifiche sulla modalità di formazione della graduatoria saranno contenute in un successivo decreto ministeriale. L’uniformità di giudizio sarà comunque garantita con la previsione di esami standardizzati a livello nazionale e l’adozione dei più elevati modelli internazionali di valutazione. Lo studente in posizione utile nella graduatoria nazionale potrà proseguire gli studi nello stesso ateneo dove ha sostenuto il primo semestre o in diversa sede sulla base della disponibilità dei posti. In questo secondo caso sarà lo stesso studente a indicare, secondo un ordine di preferenza, fino a 5 sedi dove intende proseguire il secondo semestre.

-Passaggio ad altro corso e riconoscimento dei Crediti formativi universitari - CFU: nel caso in cui lo studente non superi gli esami o non ottenga voti sufficienti per l’inserimento nella graduatoria nazionale in posizione utile, potrà proseguirà il percorso di studi nell’altro corso scelto al momento dell’iscrizione. Nel rispetto della normativa vigente, dei regolamenti di Ateneo e dei regolamenti didattici, le Università – sulla base del principio di autonomia – potranno riconoscere i Crediti formativi universitari–CFU eventualmente conseguiti durante il semestre filtro. Resta salva la possibilità per lo studente di iscriversi a un corso di studio diverso rispetto all’area di Scienze della salute.

-Esclusione: in fase di prima applicazione, le nuove regole non riguardano i corsi di laurea in lingua inglese impartiti dalle università statali o non statali legalmente riconosciuti e gli atenei non statali.

 

 

 

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