01 Giugno 2023

Pillola gratis, "Non è solo una questione economica"

A parlare con Nursind Sanità è il professore Antonio Gioacchino Spagnolo, docente di Bioetica presso la facoltà di Medicina e chirurgia 'A. Gemelli' dell'Università Cattolica del Sacro Cuore

Di Barbara Laurenzi
Pillola gratis, "Non è solo una questione economica"

Non è solo una questione di dire sì o no. O di considerare unicamente le risorse economiche necessarie. Dietro la decisione sulla gratuità o meno della pillola anticoncezionale, attualmente messa in stand by dal Cda dell’Aifa,dopo una iniziale apertura del Comitato prezzi e rimborsi, ci sono una serie di riflessioni anche di carattere etico, secondo quanto spiega a Nursind Sanità il professore Antonio Gioacchino Spagnolo.

"Il taglio della mia visione è naturalmente etico. E, da questo punto di vista, bisogna considerare alcuni aspetti – spiega Spagnolo, ordinario di Medicina legale e delle assicurazioni presso la facoltà di Medicina e chirurgia ‘A. Gemelli’ dell'Università Cattolica del Sacro Cuore a Roma -. La prima riflessione è di carattere generale e riguarda la contraddizione in cui rischia di cadere il Paese favorendo da un lato la contraccezione e dall’altro la natalità. In entrambi i casi la questione rimane problematica perché, a prescindere dalle posizioni personali, sembra che le indicazioni sul fare o meno dei figli debba darle lo Stato. Un tema che, forse, non è proprio di suo appannaggio. Un conto, infatti, è uno Stato che voglia sostenere con adeguati strumenti chi ha deciso di portare avanti una gravidanza, ma un altro è se adotta strumenti per favorirla o evitarla. Col rischio, in quest’ultimo caso, di entrare nella vita privata delle persone con un’azione pericolosa".

Ma, esaminando il tema nel merito, "bisogna considerarlo innanzitutto nell’ambito delle risorse a disposizione. Uno Stato deve naturalmente trovarle e pianificare come allocarle. Allora la domanda da porsi è: finanziare la contraccezione significa averle dato una priorità rispetto ad altre situazioni sanitarie che non sono gratuite?", si chiede Spagnolo, che all'Università Cattolica del Sacro Cuore insegna Bioetica ed è coordinatore della sezione di Bioetica e medical humanities del dipartimento di Sicurezza e bioetica.
"Nel momento in cui riserviamo delle risorse economiche a un ambito della sanità vuol dire che parallelamente non le destiniamo ad altri settori, ad esempio i trapianti. Allora bisogna esplicitare il criterio con il quale si sceglie un ambito di intervento piuttosto che un altro. Per fornire gratuitamente un farmaco, c’è bisogno che sia inquadrato nell’allocazione generale delle risorse dello Stato". Inoltre, riflette ancora il docente, "il fatto che la pillola contraccettiva venga fornita in maniera gratuita o meno non dà, di per sé, la motivazione della scelta. Le motivazioni delle quali si è parlato rappresentano argomentazioni non per forza correlate tra loro, come ad esempio dire che costa troppo e in questo modo non permette di evitare gravidanze indesiderate. Oppure affermare: ‘Ti do la pillola perché altrimenti poi si interrompono gravidanze indesiderate’". 

Un ulteriore interrogativo che il professore pone è capire se quello della contraccezione rientri in un campo terapeutico. "La contraccezione è una terapia? Prevenire una gravidanza è prevenire qualcosa di negativo? È un rischio o una patologia?", domanda, aggiungendo che "collegata alla gratuità, c’è anche la questione dell’accesso". Altro tema che suscita diversi quesiti e che Spagnolo mette in fila: "La gratuita richiede anche che sia prescritta? Può favorire anche un accesso indipendentemente da una condizione medica?”. E poi ancora: "Può essere considerato uno strumento alla portata di tutti? Ricordiamo - puntualizza - che si tratta sempre di ormoni che, in alcuni casi, possono provocare reazioni. L’approccio alla pillola ha sempre bisogno di una valutazione medica e, quindi, dovrebbe essere fornita dietro prescrizione medica".

Infine, c’è il tema dell’età. "Bisogna decidere se darla anche agli adolescenti, favorendo così un uso sempre più slegato dai genitori come sta facendo ad esempio l’Inghilterra. C’è chi dice che, altrimenti, lo farebbe solo chi se lo può permettere economicamente. Da tutte queste riflessioni – conclude Spagnolo - emerge come non si tratti solamente di una questione di ‘sì’ o ‘no’, bisogna avere una visione complessiva. E non si può certo valutare solamente dal punto di vista economico".

 

 

 

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